La forte ansia quanto toccavo qualcosa
Buongiorno, avrei bisogno di un parere sulla mia situazione.
A circa 16 anni ho avuto la prima manifestazione seria di DOC, per circa 7 mesi, forse dovuta allo stress da integrazione sociale tipico dell'età (paura di impazzire, con controllo continuo delle funzioni psichiche e conseguente stato continuo di confusione mentale; inoltre mi sentivo in uno stato continuo di strana inquietudine, non vera e propria ansia, come se avessi la sensazione che fosse accaduto qualcosa di indefinito e sovrannaturale); quella fase è stata una tortura, non riuscivo a fare proprio niente in tranquillità.
In seguito ho avuto un altro periodo di crisi a 20 anni, per circa 1 anno (fobia dello sporco e compulsioni di lavaggio, in particolare per via del timore che la paura di aver contratto malattie al cervello, se non sedata con la pulizia, potesse riportarmi in quello stato di confusione mentale derivante dal controllo continuo delle funzioni psichiche); anche quella fase è stata una sofferenza, per la forte ansia quanto toccavo qualcosa di sporco e per le limitazioni che ero costretto ad accettare.
Premetto di non aver ricevuto alcuna diagnosi, dato che sono guarito da queste crisi senza cure psichiatriche o psicologiche (la prima volta perché non avevo capito l'origine del disturbo e pensavo semplicemente di avere qualcosa di strano senza possibilità di spiegazione razionale, la seconda volta per motivi economici).
Aggiungo che in famiglia ci sono casi diagnosticati di DOC, e inoltre ho sempre avuto episodi ossessivo-compulsivi non invalidanti e poi in gran parte superati.
Le due crisi importanti sono state in sostanza legate all'ossessione di perdere le funzioni mentali; ancora oggi capitano periodi di maggiore stress in cui magari mi soffermo un po' sul fatto che non ho capito immediatamente una frase o un concetto o sul fatto che mi sento un po' stordito, tuttavia adesso riesco a non pensarci finché il pensiero ossessivo non scompare. E' chiaro che ogni tanto ho paura di riavere la confusione mentale di 15 anni fa, che ora so essere legata al DOC; temo di non avere ancora acquisito strumenti mentali adeguati per affrontare le fissazioni qualora dovessero manifestarsi in un periodo di forte stress emotivo (sia da punto di vista sociale che lavorativo evito situazioni troppo stressanti proprio per questo motivo).
Mi chiedo e vi chiedo:
1) l'episodio di confusione mentale che ebbi all'età di 16 anni è compatibile con il DOC, o magari può essere legato ad altro, tipo un episodio psicotico o depressivo o uno scompenso nervoso legato allo stress (temo che a questa domanda probabilmente non risponderete...);
2) quanto è probabile una ricaduta a distanza di 10-15 anni, soprattutto in considerazione del fatto che sono riuscito a migliorare il mio DOC da solo e che adesso so qual'è il processo mentale che mi ha ridotto in quello stato?
3) fare psicoterapia, anche in assenza di sintomi, può essere utile per prevenire una ricaduta? In tal caso dovrei rivolgermi ad uno psicologo esperto in TCC o ad uno psicologo generale? Oppure sarebbe opportuna una valutazione psichiatrica? Grazie.
A circa 16 anni ho avuto la prima manifestazione seria di DOC, per circa 7 mesi, forse dovuta allo stress da integrazione sociale tipico dell'età (paura di impazzire, con controllo continuo delle funzioni psichiche e conseguente stato continuo di confusione mentale; inoltre mi sentivo in uno stato continuo di strana inquietudine, non vera e propria ansia, come se avessi la sensazione che fosse accaduto qualcosa di indefinito e sovrannaturale); quella fase è stata una tortura, non riuscivo a fare proprio niente in tranquillità.
In seguito ho avuto un altro periodo di crisi a 20 anni, per circa 1 anno (fobia dello sporco e compulsioni di lavaggio, in particolare per via del timore che la paura di aver contratto malattie al cervello, se non sedata con la pulizia, potesse riportarmi in quello stato di confusione mentale derivante dal controllo continuo delle funzioni psichiche); anche quella fase è stata una sofferenza, per la forte ansia quanto toccavo qualcosa di sporco e per le limitazioni che ero costretto ad accettare.
Premetto di non aver ricevuto alcuna diagnosi, dato che sono guarito da queste crisi senza cure psichiatriche o psicologiche (la prima volta perché non avevo capito l'origine del disturbo e pensavo semplicemente di avere qualcosa di strano senza possibilità di spiegazione razionale, la seconda volta per motivi economici).
Aggiungo che in famiglia ci sono casi diagnosticati di DOC, e inoltre ho sempre avuto episodi ossessivo-compulsivi non invalidanti e poi in gran parte superati.
Le due crisi importanti sono state in sostanza legate all'ossessione di perdere le funzioni mentali; ancora oggi capitano periodi di maggiore stress in cui magari mi soffermo un po' sul fatto che non ho capito immediatamente una frase o un concetto o sul fatto che mi sento un po' stordito, tuttavia adesso riesco a non pensarci finché il pensiero ossessivo non scompare. E' chiaro che ogni tanto ho paura di riavere la confusione mentale di 15 anni fa, che ora so essere legata al DOC; temo di non avere ancora acquisito strumenti mentali adeguati per affrontare le fissazioni qualora dovessero manifestarsi in un periodo di forte stress emotivo (sia da punto di vista sociale che lavorativo evito situazioni troppo stressanti proprio per questo motivo).
Mi chiedo e vi chiedo:
1) l'episodio di confusione mentale che ebbi all'età di 16 anni è compatibile con il DOC, o magari può essere legato ad altro, tipo un episodio psicotico o depressivo o uno scompenso nervoso legato allo stress (temo che a questa domanda probabilmente non risponderete...);
2) quanto è probabile una ricaduta a distanza di 10-15 anni, soprattutto in considerazione del fatto che sono riuscito a migliorare il mio DOC da solo e che adesso so qual'è il processo mentale che mi ha ridotto in quello stato?
3) fare psicoterapia, anche in assenza di sintomi, può essere utile per prevenire una ricaduta? In tal caso dovrei rivolgermi ad uno psicologo esperto in TCC o ad uno psicologo generale? Oppure sarebbe opportuna una valutazione psichiatrica? Grazie.
[#1]
Gentile utente,
prima di risponderLe vorrei fare a Lei qualche domanda:
Lei scrive:
"adesso riesco a non pensarci finché il pensiero ossessivo non scompare"
- Nei periodi fra le due crisi descritte e dopo, fino ad ora Lei non ha avuto e non ha alcun sintomo ossessivo o c'è l'ha ha, ma riesce a controllarlo ? Quali pensieri ossessivi Le capita di avere recentemente (se Le capita di averle) ?
Lei scrive:
"..adesso so qual'è il processo mentale che mi ha ridotto in quello stato"
- Quale è questo processo esattamente, secondo Lei ?
prima di risponderLe vorrei fare a Lei qualche domanda:
Lei scrive:
"adesso riesco a non pensarci finché il pensiero ossessivo non scompare"
- Nei periodi fra le due crisi descritte e dopo, fino ad ora Lei non ha avuto e non ha alcun sintomo ossessivo o c'è l'ha ha, ma riesce a controllarlo ? Quali pensieri ossessivi Le capita di avere recentemente (se Le capita di averle) ?
Lei scrive:
"..adesso so qual'è il processo mentale che mi ha ridotto in quello stato"
- Quale è questo processo esattamente, secondo Lei ?
Dr. Alex Aleksey Gukov
[#2]
Ex utente
Gentile Dottore,
QUANTO ALLE OSSESSIONI
Da bambino e da adolescente avevo ossessioni-compulsioni varie (diverse da quelle avute nei due periodi di crisi), che però non erano invalidanti in quanto si manifestavano solo per brevi periodi (pensiero blasfemo e compulsione di preghiera, pensiero negativo e gesto scaramantico, paura di bloccare la respirazione autonoma e verifica della regolarità del respiro, paura di avere una malattia e richiesta di rassicurazione, paura di poter diventare gay e verifica della risposta sessuale); queste OC non erano invalidanti ma erano comunque fastidiose, quindi ad un certo punto ho cominciato ad affrontare queste paure, per cui ogni volta che compariva una delle ossessioni elencate, cercavo di fregarmene (all'inizio con un po' di fatica), finché i pensieri intrusivi non scomparivano; col tempo, a furia di fregarmene, quei pensieri non sono più venutI fuori.
Ad oggi mi è rimasta solo una piccola scaramanzia, simile a quelle infantili-adolescenziali, iniziata all'età di 18 anni: scrivere i sogni negativi per scongiurare il loro avverarsi; mi rendo conto che è una cavolata, ma è una fissazione non invalidante e inoltre, se per qualche ragione non riesco a porla in essere per un certo periodo, non vado certo in paranoia.
Il pensiero ossessivo che invece ha preso il sopravvento nei due periodi di crisi, al punto da diventare davvero invalidante, era quello di poter diventare pazzo.
La prima volta (a 16 anni) questa paura ha generato un controllo continuo delle mie funzioni psichiche e dei ragionamenti (questo controllo continuo dei miei ragionamenti di fatto mi impediva di ragionare fluidamente, e così ancora di più mi convincevo che ci fosse qualcosa che non andava nella mia mente; di fatto questo circolo vizioso mi ha portato in uno stato di vera e propria confusione mentale).
La seconda volta (a 20 anni) il timore era che la stessa paura di poter contrarre malattie organiche al cervello potesse riportarmi in quello stato di controllo continuo delle funzioni mentali (avevo in sostanza paura di tornare ad avere la confusione mentale); per evitare questo controllo "a valle" sulle funzioni mentali, operavo "a monte" compulsando la paura delle malattie con il lavaggio continuo.
Questi due episodi acuti sono passati nel giro di pochi mesi; ad oggi ogni tanto mi capita occasionalmente che magari non capisco immediatamente una frase o un concetto, oppure che un certo giorno mi sento "strano", e lì per lì mi viene da pensare che sta tornando la confusione mentale: mi rendo conto tuttavia che ciò dipende dall'ansia e quindi cerco di evitare di caricare d'ansia queste sensazioni strane, finché l'ansia non sparisce e non spariscono anche le sensazioni strane.
QUANTO AL PROCESSO MENTALE ALLA BASE DELLE OSSESSIONI
Il processo mentale è questo: sensazione strana > paura di non ragionare più > controllo del ragionamento > difficoltà di ragionamento > ancora più paura > ancora più controllo > ecc.
In teoria, bloccando tutto sul nascere, ovvero sforzandosi di non caricare d'ansia la sensazione strana, il circolo vizioso si chiude.
In effetti dalla crisi più grave (16 anni) sono riuscito ad uscirne così, fregandomene di controllare come ragionavo.
QUANTO ALLE OSSESSIONI
Da bambino e da adolescente avevo ossessioni-compulsioni varie (diverse da quelle avute nei due periodi di crisi), che però non erano invalidanti in quanto si manifestavano solo per brevi periodi (pensiero blasfemo e compulsione di preghiera, pensiero negativo e gesto scaramantico, paura di bloccare la respirazione autonoma e verifica della regolarità del respiro, paura di avere una malattia e richiesta di rassicurazione, paura di poter diventare gay e verifica della risposta sessuale); queste OC non erano invalidanti ma erano comunque fastidiose, quindi ad un certo punto ho cominciato ad affrontare queste paure, per cui ogni volta che compariva una delle ossessioni elencate, cercavo di fregarmene (all'inizio con un po' di fatica), finché i pensieri intrusivi non scomparivano; col tempo, a furia di fregarmene, quei pensieri non sono più venutI fuori.
Ad oggi mi è rimasta solo una piccola scaramanzia, simile a quelle infantili-adolescenziali, iniziata all'età di 18 anni: scrivere i sogni negativi per scongiurare il loro avverarsi; mi rendo conto che è una cavolata, ma è una fissazione non invalidante e inoltre, se per qualche ragione non riesco a porla in essere per un certo periodo, non vado certo in paranoia.
Il pensiero ossessivo che invece ha preso il sopravvento nei due periodi di crisi, al punto da diventare davvero invalidante, era quello di poter diventare pazzo.
La prima volta (a 16 anni) questa paura ha generato un controllo continuo delle mie funzioni psichiche e dei ragionamenti (questo controllo continuo dei miei ragionamenti di fatto mi impediva di ragionare fluidamente, e così ancora di più mi convincevo che ci fosse qualcosa che non andava nella mia mente; di fatto questo circolo vizioso mi ha portato in uno stato di vera e propria confusione mentale).
La seconda volta (a 20 anni) il timore era che la stessa paura di poter contrarre malattie organiche al cervello potesse riportarmi in quello stato di controllo continuo delle funzioni mentali (avevo in sostanza paura di tornare ad avere la confusione mentale); per evitare questo controllo "a valle" sulle funzioni mentali, operavo "a monte" compulsando la paura delle malattie con il lavaggio continuo.
Questi due episodi acuti sono passati nel giro di pochi mesi; ad oggi ogni tanto mi capita occasionalmente che magari non capisco immediatamente una frase o un concetto, oppure che un certo giorno mi sento "strano", e lì per lì mi viene da pensare che sta tornando la confusione mentale: mi rendo conto tuttavia che ciò dipende dall'ansia e quindi cerco di evitare di caricare d'ansia queste sensazioni strane, finché l'ansia non sparisce e non spariscono anche le sensazioni strane.
QUANTO AL PROCESSO MENTALE ALLA BASE DELLE OSSESSIONI
Il processo mentale è questo: sensazione strana > paura di non ragionare più > controllo del ragionamento > difficoltà di ragionamento > ancora più paura > ancora più controllo > ecc.
In teoria, bloccando tutto sul nascere, ovvero sforzandosi di non caricare d'ansia la sensazione strana, il circolo vizioso si chiude.
In effetti dalla crisi più grave (16 anni) sono riuscito ad uscirne così, fregandomene di controllare come ragionavo.
[#3]
Gentile utente,
rispondo alle Sue domande iniziali.
1) l'episodio di confusione mentale che ebbi all'età di 16 anni è compatibile con il DOC, o magari può essere legato ad altro, tipo un episodio psicotico o depressivo o uno scompenso nervoso legato allo stress (temo che a questa domanda probabilmente non risponderete...);
- E' compatibile con il DOC la Sua storia anche prima, fra e dopo le crisi, le quali ultime sono state le esacerbazioni del DOC che Lei aveva e ha come malattia di base (a periodi più compensata, a periodi - meno compensata). Il DOC è tipicamente una malattia cronica, ma può avere un decorso anche fluttuante (con esacerbazioni e attenuazioni della sintomatologia anche importanti). Il decorso "a crisi" è però ancora più tipico di una malattia di umore, la quale poteva giocare un ruolo di fattore precipitante nell'aggravamento del DOC. La comorbilità è molto spesso presente nel DOC, in particolare anche con le malattie di umore. Sarà la mia osservazione (non necessariamente condivisa da altri) che lo stile cognitivo e caratteriale ossessivo fino ad un certo punto può anche aiutare a mantenere un compenso emotivo nella depressione (a costo del peggioramento del DOC), e dunque nello stato depressivo la persona può non sviluppare una sintomatologia depressiva franca, ma il DOC. A grandi linee, la storia è comunque a rischio di disturbo depressivo, perché i meccanismi ossessivi sono d'aiuto solo in parte.
Queste sono le considerazioni generali. E' vero che a distanza di tempo e senza visitare la persona è difficile capire la diagnosi, e la diagnosi non va fatta senza conoscere la persona. Alcuni aspetti (come l'atteggiamento, la mimica, la modalità di eloquio, ecc.) non sono osservabili senza la visita diretta, ma possono essere indici importanti ad esempio di uno stato di umore, o dello stile cognitivo e caratteriale, dei quali è facile avere una idea fuorviata se si basa solo sui contenuti della Sua dichiarazione.
2) quanto è probabile una ricaduta a distanza di 10-15 anni, soprattutto in considerazione del fatto che sono riuscito a migliorare il mio DOC da solo e che adesso so qual'è il processo mentale che mi ha ridotto in quello stato?
- La ricaduta è probabile, perché, come ho scritto, il disturbo può avere un decorso fluttuante, ma la nuova ricaduta potrebbe essere meglio compensata, se la persona ha più strumenti psichici per affrontarla.
Comunque, è meglio dividere la Sua domanda in due parti:
"quanto è probabile una ricaduta a distanza di 10-15 anni ?"
- come ho scritto, è probabile, se parliamo del DOC (anzi, non "ricaduta", ma "riesacerbazione", perché Lei ha sempre i sintomi del DOC, solo che ora sono più compensati). ma, bisogna considerare anche che le malattie dell'infanzia e dell'adolescenza hanno cause e dinamiche diverse rispetto alle malattie dell'adulto: possono caratterizzare solo la rispettiva epoca di sviluppo oppure possono essere le manifestazioni aspecifiche di una vulnerabilità che nell'età adulta si fa sentire con lo sviluppo di apparentemente altre malattie (come ad esempio la depressione). In altre parole, entrato nella nuova epoca di sviluppo, pur tenendo conto della storia, tutto il quadro va rivalutato.
"..in considerazione del fatto che sono riuscito a migliorare il mio DOC da solo.."
- è senz'altro un fattore predittivo favorevole, ma la Sua "protezione" può essere migliorata. Le modalità con le quali Lei è riuscito a migliorare la Sua malattia da solo sono anche queste appartenenti ai meccanismi di controllo e di stampo ossessivo (anche nel "fregarsene", nel non fare il caso, nel cercare a non arrivare agli stati d'ansia: sempre si effettua un controllo). Lo stile cognitivo-caratteriale ossessivo può aiutare al compenso anche delle altre malattie psichiche, ma solo fino ad un certo punto. Dunque gli strumenti nel Suo possesso sono comunque limitati, e una psicoterapia adatta può servire.
3) fare psicoterapia, anche in assenza di sintomi, può essere utile per prevenire una ricaduta? In tal caso dovrei rivolgermi ad uno psicologo esperto in TCC o ad uno psicologo generale? Oppure sarebbe opportuna una valutazione psichiatrica?
- Come mi sono già espresso, la psicoterapia è comunque utile. TCC è generalmente indicata nel DOC, e, con i rispettivi adattamenti può essere utile anche nella serie di altri disturbi psichici, ma non bisogna scegliere lo psicoterapeuta solo in base alla tecnica: conta anche il fattore personale dello psicologo, il come Lei si trova con la persona, perché ogni specialista in TTC è capace di adoperare la tecnica un po' a modo suo, e perché prima ancora della psicoterapia serve la valutazione diagnostica. Appunto, visto che Lei si trova ormai nell'altra epoca di sviluppo, conviene iniziare da una psicodiagnosi, che può essere fatta dallo stesso psicologo.
E' opportuna anche la valutazione psichiatrica, che ha un ruolo complementare nella valutazione: magari può farla dopo la visita dallo psicologo, in accordo con lui.
rispondo alle Sue domande iniziali.
1) l'episodio di confusione mentale che ebbi all'età di 16 anni è compatibile con il DOC, o magari può essere legato ad altro, tipo un episodio psicotico o depressivo o uno scompenso nervoso legato allo stress (temo che a questa domanda probabilmente non risponderete...);
- E' compatibile con il DOC la Sua storia anche prima, fra e dopo le crisi, le quali ultime sono state le esacerbazioni del DOC che Lei aveva e ha come malattia di base (a periodi più compensata, a periodi - meno compensata). Il DOC è tipicamente una malattia cronica, ma può avere un decorso anche fluttuante (con esacerbazioni e attenuazioni della sintomatologia anche importanti). Il decorso "a crisi" è però ancora più tipico di una malattia di umore, la quale poteva giocare un ruolo di fattore precipitante nell'aggravamento del DOC. La comorbilità è molto spesso presente nel DOC, in particolare anche con le malattie di umore. Sarà la mia osservazione (non necessariamente condivisa da altri) che lo stile cognitivo e caratteriale ossessivo fino ad un certo punto può anche aiutare a mantenere un compenso emotivo nella depressione (a costo del peggioramento del DOC), e dunque nello stato depressivo la persona può non sviluppare una sintomatologia depressiva franca, ma il DOC. A grandi linee, la storia è comunque a rischio di disturbo depressivo, perché i meccanismi ossessivi sono d'aiuto solo in parte.
Queste sono le considerazioni generali. E' vero che a distanza di tempo e senza visitare la persona è difficile capire la diagnosi, e la diagnosi non va fatta senza conoscere la persona. Alcuni aspetti (come l'atteggiamento, la mimica, la modalità di eloquio, ecc.) non sono osservabili senza la visita diretta, ma possono essere indici importanti ad esempio di uno stato di umore, o dello stile cognitivo e caratteriale, dei quali è facile avere una idea fuorviata se si basa solo sui contenuti della Sua dichiarazione.
2) quanto è probabile una ricaduta a distanza di 10-15 anni, soprattutto in considerazione del fatto che sono riuscito a migliorare il mio DOC da solo e che adesso so qual'è il processo mentale che mi ha ridotto in quello stato?
- La ricaduta è probabile, perché, come ho scritto, il disturbo può avere un decorso fluttuante, ma la nuova ricaduta potrebbe essere meglio compensata, se la persona ha più strumenti psichici per affrontarla.
Comunque, è meglio dividere la Sua domanda in due parti:
"quanto è probabile una ricaduta a distanza di 10-15 anni ?"
- come ho scritto, è probabile, se parliamo del DOC (anzi, non "ricaduta", ma "riesacerbazione", perché Lei ha sempre i sintomi del DOC, solo che ora sono più compensati). ma, bisogna considerare anche che le malattie dell'infanzia e dell'adolescenza hanno cause e dinamiche diverse rispetto alle malattie dell'adulto: possono caratterizzare solo la rispettiva epoca di sviluppo oppure possono essere le manifestazioni aspecifiche di una vulnerabilità che nell'età adulta si fa sentire con lo sviluppo di apparentemente altre malattie (come ad esempio la depressione). In altre parole, entrato nella nuova epoca di sviluppo, pur tenendo conto della storia, tutto il quadro va rivalutato.
"..in considerazione del fatto che sono riuscito a migliorare il mio DOC da solo.."
- è senz'altro un fattore predittivo favorevole, ma la Sua "protezione" può essere migliorata. Le modalità con le quali Lei è riuscito a migliorare la Sua malattia da solo sono anche queste appartenenti ai meccanismi di controllo e di stampo ossessivo (anche nel "fregarsene", nel non fare il caso, nel cercare a non arrivare agli stati d'ansia: sempre si effettua un controllo). Lo stile cognitivo-caratteriale ossessivo può aiutare al compenso anche delle altre malattie psichiche, ma solo fino ad un certo punto. Dunque gli strumenti nel Suo possesso sono comunque limitati, e una psicoterapia adatta può servire.
3) fare psicoterapia, anche in assenza di sintomi, può essere utile per prevenire una ricaduta? In tal caso dovrei rivolgermi ad uno psicologo esperto in TCC o ad uno psicologo generale? Oppure sarebbe opportuna una valutazione psichiatrica?
- Come mi sono già espresso, la psicoterapia è comunque utile. TCC è generalmente indicata nel DOC, e, con i rispettivi adattamenti può essere utile anche nella serie di altri disturbi psichici, ma non bisogna scegliere lo psicoterapeuta solo in base alla tecnica: conta anche il fattore personale dello psicologo, il come Lei si trova con la persona, perché ogni specialista in TTC è capace di adoperare la tecnica un po' a modo suo, e perché prima ancora della psicoterapia serve la valutazione diagnostica. Appunto, visto che Lei si trova ormai nell'altra epoca di sviluppo, conviene iniziare da una psicodiagnosi, che può essere fatta dallo stesso psicologo.
E' opportuna anche la valutazione psichiatrica, che ha un ruolo complementare nella valutazione: magari può farla dopo la visita dallo psicologo, in accordo con lui.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 3.5k visite dal 01/03/2014.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.