Esposizione problema
Buonasera ,sono uno studente che in questo periodo mi trovo un po in difficoltà,prima di esporre la mia problematica vorrei fare un breve cenno sui disturbi precedenti a codesto,all'età di 13 anni soffrivo di crisi di panico improvvise,diagnosticate dalla psichiatra-psicoterapeuta intrapresi un percorso di psicoterapia,evidando di prescrivermi i farmarci dato che ero molto giovane,con la psicoterapia la situazione si attenuò,anzi a dire il vero le crisi di panico scomparvero ma mi rimase,è mi è rimasto ancora un senso di fobia generalizzata,ipocondria verso le malattie,e subendo anche uno spiacevole incidente questa situazione è incrementata,il "fulcro"principale del problema è che da diversi anni avverto un senso di ottundimento mentale,disturbo anche difficile a spiegare,in poche parole è come se fosse presente un velo davanti ai miei occhi,una sorta di offuscamento mentale,disturbo presente tutta la giornata ,ma che si acutizza nei periodi di stress,magari sotto esame,oppure quando mi trovo in ansia per qualche motivo ecc...,preoccupato di questa situazione (che negli ultimi periodi è aumentata)mi sono rivolto ad un neurologo dove ho eseguito una visita neurologica,TAC ed EEG tutti con esito negativi,riporto l'esito dell EEG che ho eseguito 1 mesetto fa : tracciato largamente infaciato da artefattu oculopalpebrali e da polso da scarso riposo psicosensoriale.Laddove è possibile si registrano attività rapide di basso voltaggio diffuse ubiquitariamente simmetriche.Sporiatico alfa posteriore ai limiti alti di frequenza,ipovoltato,simmetrico e reagente,risposte fisiologiche alla SLI e all'HP,conclusione:attività elettrica di tipo desincronizzato in assenza di franca patologia,(ammetto che durante l'esame ero abbastanza agitato,probabile causa del desincronizzamento secondo il neurofisiopatologo),mi sono rivolto anche ad uno psicologo dove mi ha riscontrato un disturbo ansioso con derealizzazizone,quello che vorrei chiedere a voi è : in assenza di patologie organiche rilevate tramite questi esami è il caso che approfondisco ?questo disturbo definito derealizzazione è grave? esiste un nesso logico fra ansia e codesto disturbo?grazie dell'attenzione ,Buonasera.
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Gentile utente,
"evidando di prescrivermi i farmarci dato che ero molto giovane". La cosa è priva di senso.
Il disturbo ha probabilmente seguito il suo decorso naturale, in assenza di alcuna cura.
Non capisco che cosa di preciso si ricercasse con quegli esami, avendo già una diagnosi di partenza.
Invece di chiedersi se il disturbo è grave o altre domande a vuoto del genere, o prendere la via dell'esclusione non si sa di che cosa mettendo da una parte i disturbi organici e da un'altra quelli psichici (non significa niente), sarebbe il caso di iniziare una cura per il disturbo che da tempo ha e che è stato in questo stadio definito come disturbo ansioso con derealizzazione.
Da notare che la diagnosi non è che sia chiara, è come dire "disturbo respiratorio con febbre e tosse". Comunque più o meno si capisce a che tipo di diagnosi può corrispondere.
Le hanno fatto una diagnosi, le avranno quindi indicato una cura da seguire.
"evidando di prescrivermi i farmarci dato che ero molto giovane". La cosa è priva di senso.
Il disturbo ha probabilmente seguito il suo decorso naturale, in assenza di alcuna cura.
Non capisco che cosa di preciso si ricercasse con quegli esami, avendo già una diagnosi di partenza.
Invece di chiedersi se il disturbo è grave o altre domande a vuoto del genere, o prendere la via dell'esclusione non si sa di che cosa mettendo da una parte i disturbi organici e da un'altra quelli psichici (non significa niente), sarebbe il caso di iniziare una cura per il disturbo che da tempo ha e che è stato in questo stadio definito come disturbo ansioso con derealizzazione.
Da notare che la diagnosi non è che sia chiara, è come dire "disturbo respiratorio con febbre e tosse". Comunque più o meno si capisce a che tipo di diagnosi può corrispondere.
Le hanno fatto una diagnosi, le avranno quindi indicato una cura da seguire.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#2]
Utente
Mi scusi forse mi sono espresso male,intendevo la psichiatra evitò di prescrivermi ansiolitici facendomi seguire una psicoterapia,la psicologa mi ha consigliato la psicoterapia,ma ho preferito chiedere comunque a un medico psichiatra(con tutto il rispetto per gli psicoclogi) se la psicoterapia è efficace contro questo disturbo,e se comunque esiste un nesso logico tra disturbo ansioso e derealizzazione,dato che comunque questo disturbo è presente in me tutta la giornata anche quando mi ritrovo in situazioni di tranquillità.
[#3]
Gentile utente,
aggiungo anche un mio commento.
Nello stato di veglia l'attività elettrica desincronizzata all'EEG è normale.
La derealizzazione non è necessariamente un disturbo inguaribile, corrisponde allo stato di una persona che non ha perso il contatto con la realtà, ma che nella propria soggettività avverte di percepire la realtà in maniera distorta e si rende conto di questo; può avere varie cause (che bisogna rilevare) e può comparire da sola o nel contesto di un'altra patologia (la quale bisogna identificare).
I fenomeni di derealizzazione (come anche i disturbi di panico e d'ansia) possono essere associati anche all'uso di sostanze, anche a distanza di tempo, e bisogna escludere (oppure ammettere) che abbia avuto luogo l'uso di sostanze. Vanno anche indagate le condizioni di vita (ad esempio, esposizione a certi gas in ambiente domestico o lavorativo, oppure il ritmo e lo stile di vita ecc. ).
Certamente anche un disturbo d'ansia può essere quel disturbo di base che fa da terreno per gli stati di derealizzazione, ma più spesso, fra i disturbi psichici, la derealizzazione si associa ai disturbi di un altro tipo - i disturbi cosidetti "dissociativi", nei quali sono soliti anche gli altri fenomeni (ad esempio, a livello del funzionamento della memoria) che Lei non riferisce; comunque non escludo che la derealizzazione può essere anche l'unico sintomo di un disutrbo "dissociativo", benché ciò sarebbe raro. Fra le cause dei disturbi "dissociativi" può essere anche un evento traumatico (Lei parla di un incidente, ma anche gli attacchi di panico pregressi potevano essere stati elaborati come eventi traumatici). L'allerta generalizzata può far parte di un disturbo post-traumatico di questo tipo. Confermo che la cura dei disturbi "dissociativi" o post-traumatici richiede la psicoterapia, ma, per iniziare, magari una indagine psicodiagnostica più approfondita, magari tarmite test psicologici e tramite più colloqui con lo psicologo.
Vista la contiuità e la cronicità dei sintomi, non si può escludere neanche uno stato depressivo importante (forse trascurato), per il quale potrebbe essere indicata in prima battuta la farmacoterapia.
Per fare le valutazioni ottimali bisogna rivolgersi anche allo psichiatra dal vivo. Lei menziona la figura dello psichiatra solo in riferimento ad anni fa (adesso non si è ancora rivolto allo psichiatra), mentre anche ora sarebbe proprio il caso a fare la visita psichiatrica. Non bisogna pensare di andare dallo psichiatra perché prescriva i farmaci (o di non andarci perché non si vuole prendere i farmaci): il ruolo dello psichiatra in questo caso è prima di tutto a livello diagnostico, poi le sue raccomandazioni Lei può accettare o no.
aggiungo anche un mio commento.
Nello stato di veglia l'attività elettrica desincronizzata all'EEG è normale.
La derealizzazione non è necessariamente un disturbo inguaribile, corrisponde allo stato di una persona che non ha perso il contatto con la realtà, ma che nella propria soggettività avverte di percepire la realtà in maniera distorta e si rende conto di questo; può avere varie cause (che bisogna rilevare) e può comparire da sola o nel contesto di un'altra patologia (la quale bisogna identificare).
I fenomeni di derealizzazione (come anche i disturbi di panico e d'ansia) possono essere associati anche all'uso di sostanze, anche a distanza di tempo, e bisogna escludere (oppure ammettere) che abbia avuto luogo l'uso di sostanze. Vanno anche indagate le condizioni di vita (ad esempio, esposizione a certi gas in ambiente domestico o lavorativo, oppure il ritmo e lo stile di vita ecc. ).
Certamente anche un disturbo d'ansia può essere quel disturbo di base che fa da terreno per gli stati di derealizzazione, ma più spesso, fra i disturbi psichici, la derealizzazione si associa ai disturbi di un altro tipo - i disturbi cosidetti "dissociativi", nei quali sono soliti anche gli altri fenomeni (ad esempio, a livello del funzionamento della memoria) che Lei non riferisce; comunque non escludo che la derealizzazione può essere anche l'unico sintomo di un disutrbo "dissociativo", benché ciò sarebbe raro. Fra le cause dei disturbi "dissociativi" può essere anche un evento traumatico (Lei parla di un incidente, ma anche gli attacchi di panico pregressi potevano essere stati elaborati come eventi traumatici). L'allerta generalizzata può far parte di un disturbo post-traumatico di questo tipo. Confermo che la cura dei disturbi "dissociativi" o post-traumatici richiede la psicoterapia, ma, per iniziare, magari una indagine psicodiagnostica più approfondita, magari tarmite test psicologici e tramite più colloqui con lo psicologo.
Vista la contiuità e la cronicità dei sintomi, non si può escludere neanche uno stato depressivo importante (forse trascurato), per il quale potrebbe essere indicata in prima battuta la farmacoterapia.
Per fare le valutazioni ottimali bisogna rivolgersi anche allo psichiatra dal vivo. Lei menziona la figura dello psichiatra solo in riferimento ad anni fa (adesso non si è ancora rivolto allo psichiatra), mentre anche ora sarebbe proprio il caso a fare la visita psichiatrica. Non bisogna pensare di andare dallo psichiatra perché prescriva i farmaci (o di non andarci perché non si vuole prendere i farmaci): il ruolo dello psichiatra in questo caso è prima di tutto a livello diagnostico, poi le sue raccomandazioni Lei può accettare o no.
Dr. Alex Aleksey Gukov
[#4]
Utente
é stato davvero gentila a dedicarmi questo tempo,anche io credo che in parte l'incidente abbia contribuito,ho subito 3 anni fa un incidente stradale,al quale ho riportato una vasta cicatrice alla testa ,con conseguenti traumi all'orecchio,è stato davvero un brutto trauma ,sicuramente provvederò ad una visita psichiatrica oltre che a iniziare la psicoterapia,per quanto riguarda le esposizione ai gas avrei una domanda (magari poco rilevante da porre)un annetto fa avevo una lampada abbronzante in casa con neon di mercurio,dopo varie sedute di lampada mi sono accorto che emetteva strani odori,non è che potrebbe esserci stata qualche fuoriuscita di vapori di mercurio?le spiego ,un po me ne intendo sono materia universitarie che studio,perciò mi sono posto questo dubbio.grazie
[#5]
Il mercurio nell'esposizione cronica potrebbe dare luogo sia a quello che Lei descrive come "un senso di ottundimento mentale" (perché è neuro-tossico), sia alla "fobia generalizzata" (da "eretismo mercuriale") probabilmente alterando la struttura delle proteine; mentre il neon può abbassare la capacità di percezione e di giudizio (perché compromette l'ossigenazione).
Solo che mancano gli altri sintomi tipici da avvelenamento cronico da mercurio (ad esempio, a livello renale: forse sarebbe da fare gli esami di routine per appurarlo), e in ogni modo, se l'epoca di esposizione a tali gas risale a circa un anno fa, questa ipotesi non spiega le manifestazioni della Sua malattia (che Lei ha vissuto anche prima), e, cessando l'esposizione, se questa fosse stata la causa, i sintomi avrebbero dovuto attenuarsi.
Comunque, allo psichiatra bisogna riferire di questa storia della lampada.
Solo che mancano gli altri sintomi tipici da avvelenamento cronico da mercurio (ad esempio, a livello renale: forse sarebbe da fare gli esami di routine per appurarlo), e in ogni modo, se l'epoca di esposizione a tali gas risale a circa un anno fa, questa ipotesi non spiega le manifestazioni della Sua malattia (che Lei ha vissuto anche prima), e, cessando l'esposizione, se questa fosse stata la causa, i sintomi avrebbero dovuto attenuarsi.
Comunque, allo psichiatra bisogna riferire di questa storia della lampada.
[#7]
"evitò di prescrivermi ansiolitici"
Ma non vedo perché l'unica prescrizione dovesse essere di ansiolitici, le terapie possono essere ben altre.
Esiste un nesso come le dicevo nel senso che sembra una evoluzione prevista da una fase con attacchi a una fase in cui prevalgono altri sintomi, cosa che accade spesso quando il disturbo non è curato.
Ma non vedo perché l'unica prescrizione dovesse essere di ansiolitici, le terapie possono essere ben altre.
Esiste un nesso come le dicevo nel senso che sembra una evoluzione prevista da una fase con attacchi a una fase in cui prevalgono altri sintomi, cosa che accade spesso quando il disturbo non è curato.
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Gentile utente,
rispetto alle informazioni sugli esami più adatti nel caso di esposizione a neon di mercurio, Le consiglio di chiedere un consulto nella sezione della "Medicina del Lavoro" del nostro sito.
Penso che è un elemento non da sottovalutare e forse poteva contribuire al quadro clinico, ma non credo che sia stata la causa principale, visto che la sintomatologia è comparsa già prima dell'esposizione alla lampada. Di questo abbimo già scritto nelle repliche precedenti. Rinnovo il mio consilgio di rivolgersi allo psichiatra dal vivo.
un saluto
rispetto alle informazioni sugli esami più adatti nel caso di esposizione a neon di mercurio, Le consiglio di chiedere un consulto nella sezione della "Medicina del Lavoro" del nostro sito.
Penso che è un elemento non da sottovalutare e forse poteva contribuire al quadro clinico, ma non credo che sia stata la causa principale, visto che la sintomatologia è comparsa già prima dell'esposizione alla lampada. Di questo abbimo già scritto nelle repliche precedenti. Rinnovo il mio consilgio di rivolgersi allo psichiatra dal vivo.
un saluto
Questo consulto ha ricevuto 12 risposte e 2.3k visite dal 20/02/2014.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.