Mia moglie sta ancora male
Buonasera,mia moglie non 2003 e' stata oggetto ricoverata per 2 settimane nel reparto psichiatria (sentiva voci che la facevano seguire persone o automobili di passaggio,dimenticava impegni e appuntamenti, ecc.) poi dimessa ha continuato per 5 anni a visitare una psichiatra del SSN con diminuzione progressiva delle gocce di Haldol che prendeva ,fino ad arrivare a una dose di 5 gocce al giorno di mantenimento. Dal 2009 in avanti non e' stata + seguita non avendo avuto altre ricadute, pero' ho notato che dopo diversi mesi che smise di prendere le gocce si comportava in maniera sempre + strana ,ad es. giustificava afatti o notizie del TG adducendo cambiamenti dei segni zodiacali, oppure perche' c'era la luna piena, oppure ancora perche' c'erano le stelle o era nuvolo.....insomma una confusione nella sua testa con ansia e paure varie. Ho provato a dirle di andare da una psichiatra ma non ha + voluto, e coi sintomi che peggioravano ,con la paura che potesse nuocere a se stessa e ad altri ho dato le gocce di haldol a sua insaputa nel latte alla mattina, dopo un paio di settimanae tutto e' tornato tranquillo , ho continuoto cosi' per molti mesi sentendomi anche in colpa ma ogni volta che smettevo di dare le gocce dopo qualche mese si ricominciava. Adesso era quasi 1 anno che non le davo nulla e stava bene , ma da qualche giorno e' ricominciato quest'incubo, non so cosda fare,ho paura che possa peggiorare come nel 2003, il mio medico di famiglia potrebbe prescrivere ancora l'Haldol per poterglielo dare? e' anocra indicato ? vi prego ho bisogno di aiuto e consiglio , sono molto preoccupato anche perche' ora sono in attesa esito di una biopsia che ho fatto per probabile tumore alla prostata e sono agitatissimo
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Gentile utente,
capisco la Sua situazione, ma senza sottovalutarla, penso che Lei si incarica di più responsabilità di quanto dovrebbe: molti parenti non avrebbero dato peso a questi sintomi "velati" della Sua moglie e, se vedono stare la persona abbastanza "bene" senza le goccce, non cercherebbero qualcosa in più. Lei invece è più attento, praticamente ha assunto un ruolo del "medico a casa", ha deciso di dare alla Sua moglie il farmaco anche alla sua insaputa. Dal punto di vista etico è un errore (sia di dare un farmaco all'insaputa, sia deciderlo Lei); dal punto di vista delle necessità e dei risultati non posso dire univocamente che è stato un errore, ma senza aver visitato la paziente non posso valutare i risultati e la situazione attuale. Invece dal punto di vista della Sua propria situazione emotiva, come scrivevo, Lei si prende troppo carico di preoccupazione e di responsabilibilità (non so se Lei lo fa perché allora garantisce la situazione complessiva in famiglia più tranquilla, o perché, un po' ossessivamente, Lei non riesce a staccarsi dalla percezione di un Suo dovere, o tutte e due; in entrambi i casi è possibile sovrastimare il pericolo in ragione delle Sue proprie preoccupazioni). Dunque serve effettivamente uno specialista che si occuperebbe della situazione, che sia più imparziale risepttto a Lei e che alleggerisca il carico che Lei si trova sulle proprie spalle. Non lo si può fare però via raccomandazioni in internet.
La cosa migliore, secondo me, è di rivolgersi di nuovo a quello specialista che ha seguito la Sua moglie, e se la Sua moglie non vuole andare da lui in prima persona, allora bisogna che vada Lei stesso e che riferisca tutto. Anche senza avere l'immediata possibilità di visitare la Sua moglie, questo specialista ha almeno la conoscenza del caso della Sua moglie, ed è anche corretto aggiornarlo. E vedere che cosa consiglia lui.
capisco la Sua situazione, ma senza sottovalutarla, penso che Lei si incarica di più responsabilità di quanto dovrebbe: molti parenti non avrebbero dato peso a questi sintomi "velati" della Sua moglie e, se vedono stare la persona abbastanza "bene" senza le goccce, non cercherebbero qualcosa in più. Lei invece è più attento, praticamente ha assunto un ruolo del "medico a casa", ha deciso di dare alla Sua moglie il farmaco anche alla sua insaputa. Dal punto di vista etico è un errore (sia di dare un farmaco all'insaputa, sia deciderlo Lei); dal punto di vista delle necessità e dei risultati non posso dire univocamente che è stato un errore, ma senza aver visitato la paziente non posso valutare i risultati e la situazione attuale. Invece dal punto di vista della Sua propria situazione emotiva, come scrivevo, Lei si prende troppo carico di preoccupazione e di responsabilibilità (non so se Lei lo fa perché allora garantisce la situazione complessiva in famiglia più tranquilla, o perché, un po' ossessivamente, Lei non riesce a staccarsi dalla percezione di un Suo dovere, o tutte e due; in entrambi i casi è possibile sovrastimare il pericolo in ragione delle Sue proprie preoccupazioni). Dunque serve effettivamente uno specialista che si occuperebbe della situazione, che sia più imparziale risepttto a Lei e che alleggerisca il carico che Lei si trova sulle proprie spalle. Non lo si può fare però via raccomandazioni in internet.
La cosa migliore, secondo me, è di rivolgersi di nuovo a quello specialista che ha seguito la Sua moglie, e se la Sua moglie non vuole andare da lui in prima persona, allora bisogna che vada Lei stesso e che riferisca tutto. Anche senza avere l'immediata possibilità di visitare la Sua moglie, questo specialista ha almeno la conoscenza del caso della Sua moglie, ed è anche corretto aggiornarlo. E vedere che cosa consiglia lui.
Dr. Alex Aleksey Gukov
[#2]
Utente
Buongiorno dottore, non sono solo sintomi leggeri,ad esempio ieri sera quando sono tornato a casa mi ha detto che era tutto il pomeriggio che non riusciva a staccare gli occhi dal soffitto di casa, oppure 2 giorni fa mi disse: non so ancora per quanto tempo andro' avanti, oggi anche un prete mi ha dato la benedizione", parlando un poco ho scoperto che si era seduta in una chiesetta mentre c'era una funzione. A mio parere non sono sintomi da sottvalutare, o quanto emno a me fanno davvero paura, perche' se dovesse peggioarere non so cosa possa succedere, Le assicuro che non vorrei davvero fare il medico a casa , sto solo cercando di proteggere lei e ns. figlia di 17 anni che non sa nulla di cio' che accadde. Martedi' andro' dal medico di famiglia ,spero venga anche mia moglie se riesco a convincerla che non sta bene, nel frattempo se telefonassi allo specialista che l'ha seguita potrei avere qulache consiglio? oppure magari Lei puo' suggerirmi qualcosa ?
[#3]
Gentile utente,
non intendo che Lei sovrastima il problema.
Telefonare allo specialista che ha seguito la Sua moglie vedo necessario, e non bisogna aspettare. Dipende da ogni specialista se dà o no i consigli al telefono, ma se lui conosce già il caso e se la situazione non può aspettare fino alla visita dal vivo, penso che un consulto al telefono sia logico e lecito; però chieda allo specialista anche l'appuntamento per la visita (non si può escludere che quando arriverà il giorno della visita, la Sua moglie sarà già d'accordo di andarci dallo specialista, oppure può andare Lei stesso e chiedere alla Sua moglie di accompagnarLa). Se lo specialista che ha seguito la Sua moglie lavora al Centro di Salute Mentale dell'ASL, allora è possibile chiedere la visita a domicilio.
Sia andare dal medico di famiglia, sia telefonare allo specialista: sono entrambe le cose giuste, e bisogna fare entrambe le cose. Nel frattempo che si seguono i consigli dello specialista e si attende la visita con lui, andare dal Medico di Famiglia può essere utile perché almeno un medico vede la Sua moglie e può aiutare nelle proprie osservazioni allo psichiatra, perché il Medico di Famiglia magari riuscirà a convincere la Sua moglie ad andare dallo psichiatra (o a ricoverarsi), e può anche il Medico di Famiglia prendere le decisioni quando il consulto specialistico non è subito disponibile (dalla terapia fino alla proposta di un eventuale ricovero volontario o anche obbligatorio se ci sono gli estremi). Visto che la Sua moglie assumeva (e forse riassumerà) Haldol (o un altro farmaco neurolettico), il Medico di Famiglia potrebbe essere d'aiuto anche nel chiedere o nel fare l'elettrocardiogramma e gli esami ematici di routine, compresi gli elettroliti (sarebbero da fare come esami di monitoraggio degli effetti collaterali di tali farmaci), a meno che si decida per un ricovero e gli esami verrebbero fatti in ospedale. Il Medico di Famiglia potrebbe anche fare un esame medico generale e, anche in base all'anamnesi, escludere o notare le contraindicazioni alla terapia neurolettica (Haldol) e le malattie non psichiatriche che potevano contribuire anche esse al quadro clinico.
Se la Sua moglie non vorrà venire nemmeno dal Medico di Famiglia, rimane la possibilità di accompagnarla direttamente al Pronto Soccorso dell'Ospedale (convincendola oppure chiedendo l'aiuto alla Guardia Medica), dove (al Pronto Soccorso) chiedere la visita allo psichiatra di turno.
Complessivamente, fare in modo che la Sua moglie sia ripresa in carico specialistico mi sembra più importante e più inderogabile rispetto al reiniziare subito la terapia farmacologica. Entrambe le cose sono importanti, ma ottimale se fatte in modo quasi contemporaneo: sarebbe importante l'osservazione iniziale del quadro clinico da parte di uno specialista (ancora prima della terapia) ed il successivo controllo degli effetti del farmaco (sempre da parte dello specialista). Considerando inoltre la scarsa consapevolezza della Sua moglie della propria malattia, l'incontro con un medico serve anche perché la Sua moglie avverta la comprensione da parte del medico, al quale lei possa dare la fiducia, e dunque è più ottimale che tale medico sia lo specialista che la seguirà.
non intendo che Lei sovrastima il problema.
Telefonare allo specialista che ha seguito la Sua moglie vedo necessario, e non bisogna aspettare. Dipende da ogni specialista se dà o no i consigli al telefono, ma se lui conosce già il caso e se la situazione non può aspettare fino alla visita dal vivo, penso che un consulto al telefono sia logico e lecito; però chieda allo specialista anche l'appuntamento per la visita (non si può escludere che quando arriverà il giorno della visita, la Sua moglie sarà già d'accordo di andarci dallo specialista, oppure può andare Lei stesso e chiedere alla Sua moglie di accompagnarLa). Se lo specialista che ha seguito la Sua moglie lavora al Centro di Salute Mentale dell'ASL, allora è possibile chiedere la visita a domicilio.
Sia andare dal medico di famiglia, sia telefonare allo specialista: sono entrambe le cose giuste, e bisogna fare entrambe le cose. Nel frattempo che si seguono i consigli dello specialista e si attende la visita con lui, andare dal Medico di Famiglia può essere utile perché almeno un medico vede la Sua moglie e può aiutare nelle proprie osservazioni allo psichiatra, perché il Medico di Famiglia magari riuscirà a convincere la Sua moglie ad andare dallo psichiatra (o a ricoverarsi), e può anche il Medico di Famiglia prendere le decisioni quando il consulto specialistico non è subito disponibile (dalla terapia fino alla proposta di un eventuale ricovero volontario o anche obbligatorio se ci sono gli estremi). Visto che la Sua moglie assumeva (e forse riassumerà) Haldol (o un altro farmaco neurolettico), il Medico di Famiglia potrebbe essere d'aiuto anche nel chiedere o nel fare l'elettrocardiogramma e gli esami ematici di routine, compresi gli elettroliti (sarebbero da fare come esami di monitoraggio degli effetti collaterali di tali farmaci), a meno che si decida per un ricovero e gli esami verrebbero fatti in ospedale. Il Medico di Famiglia potrebbe anche fare un esame medico generale e, anche in base all'anamnesi, escludere o notare le contraindicazioni alla terapia neurolettica (Haldol) e le malattie non psichiatriche che potevano contribuire anche esse al quadro clinico.
Se la Sua moglie non vorrà venire nemmeno dal Medico di Famiglia, rimane la possibilità di accompagnarla direttamente al Pronto Soccorso dell'Ospedale (convincendola oppure chiedendo l'aiuto alla Guardia Medica), dove (al Pronto Soccorso) chiedere la visita allo psichiatra di turno.
Complessivamente, fare in modo che la Sua moglie sia ripresa in carico specialistico mi sembra più importante e più inderogabile rispetto al reiniziare subito la terapia farmacologica. Entrambe le cose sono importanti, ma ottimale se fatte in modo quasi contemporaneo: sarebbe importante l'osservazione iniziale del quadro clinico da parte di uno specialista (ancora prima della terapia) ed il successivo controllo degli effetti del farmaco (sempre da parte dello specialista). Considerando inoltre la scarsa consapevolezza della Sua moglie della propria malattia, l'incontro con un medico serve anche perché la Sua moglie avverta la comprensione da parte del medico, al quale lei possa dare la fiducia, e dunque è più ottimale che tale medico sia lo specialista che la seguirà.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.5k visite dal 19/02/2014.
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