Sogno o realtà?
da un po' di anni a questa parte e forse sta andando sempre peggio,mi sento sempre spossata mentalmente parlando,mi manca la concentrazione,ho sempre la testa fra le nuvole e una cosa di cui mi sto rendendo conto bene in quest'ultimo periodo è che quando ripenso a una cosa che mi è successa,non riesco a riviverne le sensazioni,le emozioni,ma ripenso a quella cosa non riuscendo a capire se è successa veramente o se me la sono sognata.Passo quasi giornate intere a pensare,fantasticare e a volte le cose che immagino riesco a malapena a distinguerle dalla realtà.Ma questo perchè come ripeto le cose che mi succedono veramente col passare di qualche giorno iniziano a diventare come ricordi lontani di cui non sento più le emozioni,ma sembrano quasi cose immaginate,sogni,non sono ricordi nitidi,non ricordo i particolari...perchè succede questo?
A volte succede di sognare e che quel sogno è talmente chiaro,nitido da sembrare una cosa vera,successa veramente.A me succede il contrario,quello che vivo mi sembra un sogno...ed è bruttissimo!
A volte succede di sognare e che quel sogno è talmente chiaro,nitido da sembrare una cosa vera,successa veramente.A me succede il contrario,quello che vivo mi sembra un sogno...ed è bruttissimo!
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Gentile utente,
Da come descrive la cosa sembra che faccia dei controlli ripetuti su alcuni contenuti mentali o alcune funzioni mentali, tipo la memoria, con l'aspettativa di averne una rassicurazione (che tutto funziona normalmente). Il problema è che la normalità l'ha prestabilita in una maniera arbitraria, perché ha l'ansia di trovarsi normale, come conseguenza di questo finirà ovviamente per non trovarsi normale, e considerare anomale cose normali, come il venir meno dei ricordi e delle associazioni emotive.
Questo può generare uno spiacevole senso di "derealizzazione" e la confusione (teorica, perché poi all'atto pratico non fa errori o false attribuzioni scambiando sogno e realtà) perché non trova più una regola che le dica cosa è vero o no. Questo dipende dal fatto che si fissa sul cercare questa regola, che non c'è. Ogni cosa studiata con insistenza risulterà irreale, imperfetta, dubbia, confusa con tutto il resto.
Da come descrive la cosa sembra che faccia dei controlli ripetuti su alcuni contenuti mentali o alcune funzioni mentali, tipo la memoria, con l'aspettativa di averne una rassicurazione (che tutto funziona normalmente). Il problema è che la normalità l'ha prestabilita in una maniera arbitraria, perché ha l'ansia di trovarsi normale, come conseguenza di questo finirà ovviamente per non trovarsi normale, e considerare anomale cose normali, come il venir meno dei ricordi e delle associazioni emotive.
Questo può generare uno spiacevole senso di "derealizzazione" e la confusione (teorica, perché poi all'atto pratico non fa errori o false attribuzioni scambiando sogno e realtà) perché non trova più una regola che le dica cosa è vero o no. Questo dipende dal fatto che si fissa sul cercare questa regola, che non c'è. Ogni cosa studiata con insistenza risulterà irreale, imperfetta, dubbia, confusa con tutto il resto.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#2]
Ex utente
Mi perdoni ma quindi mi sta dicendo che quello che io ho esposto non è in realtà un problema ma una cosa normale,cioè che varia da persona a persona?o sta dicendo che è un problema che mi sono creata dando peso a questa cosa e quindi fissandomi,cercando con troppa insistenza di ricordarmi le cose?
Come risolvere?
Come risolvere?
[#3]
Gentile utente,
questo rimuginare continuo, questo bisogno di controllare se una sensazione o un'emozione sia normale o meno, come le ha detto il collega, è un problema, che andrebbe riportato a uno psichiatra, se persiste da tempo e le crea disagio.
Saluti
questo rimuginare continuo, questo bisogno di controllare se una sensazione o un'emozione sia normale o meno, come le ha detto il collega, è un problema, che andrebbe riportato a uno psichiatra, se persiste da tempo e le crea disagio.
Saluti
Franca Scapellato
[#4]
Gentile utente,
Non è che se l'è creata, è che l'anomalia di partenza è l'essere spinta a pensarci continuamente e a controllarsi continuamente, da qui poi il resto. Non è qualcosa che può controllare, ma l'anomalia non è tanto quello di cui ha paura (non avere più memoria), quanto l'ossessione per controllare che vada tutto bene.
Non è che se l'è creata, è che l'anomalia di partenza è l'essere spinta a pensarci continuamente e a controllarsi continuamente, da qui poi il resto. Non è qualcosa che può controllare, ma l'anomalia non è tanto quello di cui ha paura (non avere più memoria), quanto l'ossessione per controllare che vada tutto bene.
[#5]
Ex utente
Io ripenso alle cose che mi sono successe,a volte perchè mi fa piacere ripensarci se sono ad esempio cose belle,a volte perchè non riesco a capire alcune cose che mi sarebbe utile capire invece,per esempio i comportamenti di certe persone nei miei confronti o varie cose,e allora ripenso e ripenso a quello che è successo e cerco di andare nei dettagli e è qui che mi accorgo di non riuscirci.Voglio dire non ripenso alle cose solo per verificare se ne provo ancora le emozioni,o per verificare se ricordo i dettagli,per controllarmi,ma lo faccio perchè sento il bisogno di capirle più a fondo,perchè sento che mi servirebbe averle chiare in testa anche per agire in futuro e invece non mi sento lucida e come spiegavo prima,anche cose successe ieri o l'altroieri mi sembrano cose lontane,sogni.Non è una cosa comune a tutti quella del pensare tanto e voler capire a fondo le cose?Mi sono creata questa cosa perchè penso troppo e insistentemente forse e allora dovrei impormi di pensare meno?(anche perchè tutto questo pensare mi rendo conto che è controproducente,passo troppo tempo a pensare,a rimuginare,a stare male e agisco poco e quindi non arrivo da nessuna parte,anzi...)
[#6]
Gentile utente,
Non è che se l'è creata, evidentemente questa spinta a pensare la costringe a farlo, però la conseguenza è che più pensa e meno capisce (oltre un certo limite finisce così). Anche perché le domande diventano conseguenza del bisogno di avere risposte. Non esistono spesso le risposte che si cercano, sono risposte sempre di approssimazione, per cui se uno cerca la risposta definitiva non finirà mai, e si creerà confusione.
Non è che se l'è creata, evidentemente questa spinta a pensare la costringe a farlo, però la conseguenza è che più pensa e meno capisce (oltre un certo limite finisce così). Anche perché le domande diventano conseguenza del bisogno di avere risposte. Non esistono spesso le risposte che si cercano, sono risposte sempre di approssimazione, per cui se uno cerca la risposta definitiva non finirà mai, e si creerà confusione.
Questo consulto ha ricevuto 9 risposte e 17.4k visite dal 12/02/2014.
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