Attacchi di panico e tratti ossessivi
Buongiorno,
sono una donna di 32 anni. A seguito della perdita del lavoro mia e del mio compagno e della prospettiva del nostro matrimonio , di cui era già stata fissata la data, venuta meno per i problemi economici sopra indicati, sono ritornati degli attacchi di panico con derealizzazione molto forte, particolarmente mentre cammino per strada, accompagnati da ansia continua legata a pensieri ossessivi sul mio stato di salute mentale.
Ho detto "sono ritornati" perchè la mia lotta con l'ansia, che è prevalente e poi sfocia negli attacchi di panico quando raggiunge dei livelli molto alti, inizia molto presto.
All'età di 19 anni ho intrapreso una psicoterapia di tipo sistemico relazionale per pensieri ossessivi di stampo religioso, terapia che è durata ben 7 anni durante i quali i pensieri religiosi sono gradualmente spariti ed hanno lasciato il posto ad un'ansia ossessiva legata o alla fobia di essere omosessuale o a quella di impazzire.
La psicoterapia mi ha dato tanto in termini di conoscenza dei meccanismi che fanno venir fuori quello che è stato definito un tratto anancastico della mia personalità, tanto che sono stata benissimo, ripeto benissimo, per 5 anni.
Poi gli eventi che prima ho descritto mi hanno fatto ripiombare nella paura ossessiva di impazzire, nella paura di uscire di casa perchè, appena provo a camminare, sento la sensazione fortissima di perdere contatto con la realtà accompagnata da tachicardia, sudore, tremolio, vampate di calore.
Sono seguita da uno psichiatria che è anche psicoterapeuta ad indirizzo analitico transazionale e mi ha prescritto cipralex 20 mg e pasaden 0.5 15 gocce al giorno.
Sono 57 giorni che assumo il cipralex a dose piena e sono migliorati molto i sintomi sopra descritti e soprattutto quello relativo alla rimuginazione, solo che da due giorni si sono ripresentati gli attacchi di panico mentre camminavo per strada con forte derealizzazione, che si risolvono nel giro di una mezz'ora.
Questo significa che la terapia con il cipralex non abbia dato gli effetti sperati o è normale che si verifichino ancora questi episodi? Aggiungo che il pasaden lo avevo sospeso con graduale scalaggio da una settimana, naturalmente sotto indicazione medica.
Ieri ho telefonato al mio psichiatra il quale mi ha detto di riprendere il pasaden alle dosi indicate e di rivederci fra qualche giorno.
Secondo voi è possibile che il cipralex debba essere sostituito?
Ripeto che fino a pochi giorni fa i sintomi erano notevolmente migliorati, l'appetito era tornato e riuscivo addirittura a guidare la macchina,
vi ringrazio per l'attenzione.
sono una donna di 32 anni. A seguito della perdita del lavoro mia e del mio compagno e della prospettiva del nostro matrimonio , di cui era già stata fissata la data, venuta meno per i problemi economici sopra indicati, sono ritornati degli attacchi di panico con derealizzazione molto forte, particolarmente mentre cammino per strada, accompagnati da ansia continua legata a pensieri ossessivi sul mio stato di salute mentale.
Ho detto "sono ritornati" perchè la mia lotta con l'ansia, che è prevalente e poi sfocia negli attacchi di panico quando raggiunge dei livelli molto alti, inizia molto presto.
All'età di 19 anni ho intrapreso una psicoterapia di tipo sistemico relazionale per pensieri ossessivi di stampo religioso, terapia che è durata ben 7 anni durante i quali i pensieri religiosi sono gradualmente spariti ed hanno lasciato il posto ad un'ansia ossessiva legata o alla fobia di essere omosessuale o a quella di impazzire.
La psicoterapia mi ha dato tanto in termini di conoscenza dei meccanismi che fanno venir fuori quello che è stato definito un tratto anancastico della mia personalità, tanto che sono stata benissimo, ripeto benissimo, per 5 anni.
Poi gli eventi che prima ho descritto mi hanno fatto ripiombare nella paura ossessiva di impazzire, nella paura di uscire di casa perchè, appena provo a camminare, sento la sensazione fortissima di perdere contatto con la realtà accompagnata da tachicardia, sudore, tremolio, vampate di calore.
Sono seguita da uno psichiatria che è anche psicoterapeuta ad indirizzo analitico transazionale e mi ha prescritto cipralex 20 mg e pasaden 0.5 15 gocce al giorno.
Sono 57 giorni che assumo il cipralex a dose piena e sono migliorati molto i sintomi sopra descritti e soprattutto quello relativo alla rimuginazione, solo che da due giorni si sono ripresentati gli attacchi di panico mentre camminavo per strada con forte derealizzazione, che si risolvono nel giro di una mezz'ora.
Questo significa che la terapia con il cipralex non abbia dato gli effetti sperati o è normale che si verifichino ancora questi episodi? Aggiungo che il pasaden lo avevo sospeso con graduale scalaggio da una settimana, naturalmente sotto indicazione medica.
Ieri ho telefonato al mio psichiatra il quale mi ha detto di riprendere il pasaden alle dosi indicate e di rivederci fra qualche giorno.
Secondo voi è possibile che il cipralex debba essere sostituito?
Ripeto che fino a pochi giorni fa i sintomi erano notevolmente migliorati, l'appetito era tornato e riuscivo addirittura a guidare la macchina,
vi ringrazio per l'attenzione.
[#1]
Gentile utente,
La cura a 2 mesi ha dato risultati apprezzabili, va valutata e eventualmente sostituita nel medio termine. Ci penserà lo psichiatra che nel frattempo le ha semplicemente consigliato un aumento dell'ansiolitico per tamponare lo stato ansioso generale.
Nella storia dei suoi disturbi le ossessioni non sembrano essersene andate, se mai hanno cambiato contenuto, ma paura di impazzire, essere omosessuale o ossessioni religiose hanno tutte la stessa matrice. La cura non va sul contenuto ma sulla forma, e in generale la forma è la spinta ad avere le cose sotto controllo.
Non si capisce di preciso cosa significa che sia sta bene, perché dice che i pensieri in 7 anni (tempo decisamente pari a quello di una remissione spontanea) si sono attenutati, ma poi dice che hanno lasciato il posto ad altri pensieri, quindi il meccanismo è rimasto tale e quale, cambiando i contenuti. Del resto, le terapie potenzialmente efficaci sul disturbo ossessivo sono quelle cognitivo-comportamentali, oltre alla cura farmacologica.
La cura a 2 mesi ha dato risultati apprezzabili, va valutata e eventualmente sostituita nel medio termine. Ci penserà lo psichiatra che nel frattempo le ha semplicemente consigliato un aumento dell'ansiolitico per tamponare lo stato ansioso generale.
Nella storia dei suoi disturbi le ossessioni non sembrano essersene andate, se mai hanno cambiato contenuto, ma paura di impazzire, essere omosessuale o ossessioni religiose hanno tutte la stessa matrice. La cura non va sul contenuto ma sulla forma, e in generale la forma è la spinta ad avere le cose sotto controllo.
Non si capisce di preciso cosa significa che sia sta bene, perché dice che i pensieri in 7 anni (tempo decisamente pari a quello di una remissione spontanea) si sono attenutati, ma poi dice che hanno lasciato il posto ad altri pensieri, quindi il meccanismo è rimasto tale e quale, cambiando i contenuti. Del resto, le terapie potenzialmente efficaci sul disturbo ossessivo sono quelle cognitivo-comportamentali, oltre alla cura farmacologica.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#2]
Utente
La ringrazio, dottor Pacini, per la Sua solerte risposta.
Intendevo dire, quando ho parlato dello stare bene, che dopo la conclusione del mio processo terapeutico ho trascorso cinque anni in cui, a parte qualche sporadico stato ansioso, mi sono riappropriata della mia vita ed ho fatto cose che precedentemente non avrei neanche immaginato di poter realizzare.
Quanto alla cura farmacologica, scusi la mia ignoranza, ma cosa significa che essa possa essere eventualmente sostituita nel medio termine?
E poi, dottore, un'altra cosa: può capitare di avere un attacco di panico estemporaneo, come quello che è accaduto a me, dopo due mesi di cura?
Intendevo dire, quando ho parlato dello stare bene, che dopo la conclusione del mio processo terapeutico ho trascorso cinque anni in cui, a parte qualche sporadico stato ansioso, mi sono riappropriata della mia vita ed ho fatto cose che precedentemente non avrei neanche immaginato di poter realizzare.
Quanto alla cura farmacologica, scusi la mia ignoranza, ma cosa significa che essa possa essere eventualmente sostituita nel medio termine?
E poi, dottore, un'altra cosa: può capitare di avere un attacco di panico estemporaneo, come quello che è accaduto a me, dopo due mesi di cura?
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.4k visite dal 08/02/2014.
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