Un consulto un consiglio
Buongiorno, volevo chiedere più che un consulto un consiglio a proposito di un mio carissimo amico, sui 24 anni, a cui è stata dignosticata depressione. Il fatto è che è sempre stato molto chiuso in se stesso per cui la famiglia (con la quale c'è qualche conflitto ma nulla di irreparabile) sembra non farci caso. Lui è andato a farsi visitare da una psichiatra che gli ha prescritto farmaci antidepressivi, e da tre o quattro mesi prosegue nella terapia rifiutandosi di parlarne con i genitori che sono all'oscuro di tutto. Ho provato da amica, più volte, a convincerlo a parlarne con loro, visto che ritengo che l'appoggio della famiglia sarebbe importante. Addirittura sono arrivata a minacciarlo di dire io a loro la verità. Volevo sapere da specialisti nel settore se per una situazione di questo genere sia meglio appoggiarlo e tenere nascosta la verità, oppure sia meglio rivelarla per far sì che in famiglia cerchino di supportarlo.
Vi ringrazio anticipatamente per la risposta
Vi ringrazio anticipatamente per la risposta
Se non ci sono elementi di pericolo, in genere, é opportuno rispettare la volontà della persona, anche perché si tratta di questioni personali riservate. Visto che il suo amico segue comunque le indicazioni di uno specialista, a meno che non ci siano particolari necessità, come il rischio di autolesionismo o l'incapacità o mancanza di volontà di assumere la terapia, allora non sembrerebbe indispensabile coinvolgere la famiglia contro la sua volontà. É auspicabile che nel corso del tempo il suo amico possa convincer sia rendere partecipi i familiari.
Cordiali saluti
Cordiali saluti
Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.8k visite dal 02/02/2014.
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