Quando prendere i medicinali
Buongiorno,
scrivo perchè mi trovo davanti alla decisione se iniziare una cura di stiliden per la cura di una forma ansiosa, oppure continuare semplicemente le sedute di analisi che da qualche mese sto seguendo (con discreti risultati) con uno psicologo. Premetto che sino ad ora non ho mai assunto medicinali di alcun genere per la cura dell'ansia, neppure quando, anni fa, ebbi qualche episodio (pochi, in realtà, di cui uno solo abbastastanza importante avvenuto otto anni fa) di panico. Insomma, ho sempre cercato di farcela con i miei mezzi. Ora, però, da qualche mese ho deciso di andare a fondo della questione e cercare di venire a capo seriamente a questa forma ansiosa che comunque non ho mai completamente risolto. Mi chiedo, quindi, quando valga realmente la pena di assumere i farmaci. Posto che, nel mio caso, sino ad ora ne ho sempre fatto a meno e, comunque, la mia quotidianità è buona (gli unici limiti sono legati ad affrontare - tra l'altro non sempre, ma solo in alcuni momenti in cui forse sono particolarmente stressato - alcune situazioni che non mi lasciano tranquillo: nuotare da solo in mezzo al mare; affrontare viaggi lunghi da solo). In realtà, ho deciso di voler venire a capo della mia forma ansiosa anche in relazione al fatto che quest'estate dovrò sposarmi e l'idea della cerimonia (tante persone, chiesa etc.) mi crea ansia anticipatoria, anche soprattutto perchè mentalmente abbino l'evento a quelllo in cui per la prima volta ebbi un attacco di panico (si trattava di un funerale).
Chiedo quindi un consiglio: può essere sufficiente continuare la terapia con lo psicologo, o vale la pena accompagnarla con quella di stiliden consigliata dallo psichiatra? Ringrazio anticipatamente per i medici che interverranno in argomento.
scrivo perchè mi trovo davanti alla decisione se iniziare una cura di stiliden per la cura di una forma ansiosa, oppure continuare semplicemente le sedute di analisi che da qualche mese sto seguendo (con discreti risultati) con uno psicologo. Premetto che sino ad ora non ho mai assunto medicinali di alcun genere per la cura dell'ansia, neppure quando, anni fa, ebbi qualche episodio (pochi, in realtà, di cui uno solo abbastastanza importante avvenuto otto anni fa) di panico. Insomma, ho sempre cercato di farcela con i miei mezzi. Ora, però, da qualche mese ho deciso di andare a fondo della questione e cercare di venire a capo seriamente a questa forma ansiosa che comunque non ho mai completamente risolto. Mi chiedo, quindi, quando valga realmente la pena di assumere i farmaci. Posto che, nel mio caso, sino ad ora ne ho sempre fatto a meno e, comunque, la mia quotidianità è buona (gli unici limiti sono legati ad affrontare - tra l'altro non sempre, ma solo in alcuni momenti in cui forse sono particolarmente stressato - alcune situazioni che non mi lasciano tranquillo: nuotare da solo in mezzo al mare; affrontare viaggi lunghi da solo). In realtà, ho deciso di voler venire a capo della mia forma ansiosa anche in relazione al fatto che quest'estate dovrò sposarmi e l'idea della cerimonia (tante persone, chiesa etc.) mi crea ansia anticipatoria, anche soprattutto perchè mentalmente abbino l'evento a quelllo in cui per la prima volta ebbi un attacco di panico (si trattava di un funerale).
Chiedo quindi un consiglio: può essere sufficiente continuare la terapia con lo psicologo, o vale la pena accompagnarla con quella di stiliden consigliata dallo psichiatra? Ringrazio anticipatamente per i medici che interverranno in argomento.
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Gentile utente,
La domanda che lei pone non può avere risposta in maniera univoca. Da un lato, se sta ottenendo buoni risultati con la psicoterapia (che tipo di psicoterapia?) si potrebbe pensare di poter continuare così, anche in considerazione del basso impatto che il problema sembra avere sulla sua vita. D'altra parte, se uno specialista ha ritenuto di consigliare una terapia farmacologica, é perché ritiene che sia necessaria o che possa essere un valido complemento alla psicoterapia in atto. In genere psicoterapia e farmacoterapia abbinate aumentano la possibilità di ottenere buoni risultati clinici. Senza conoscere direttamente la sua condizione é difficile i indirizzare verso l'una o l'altra scelta. Il consiglio migliore può venire dai professionisti che la stanno seguendo.
Cordiali saluti
La domanda che lei pone non può avere risposta in maniera univoca. Da un lato, se sta ottenendo buoni risultati con la psicoterapia (che tipo di psicoterapia?) si potrebbe pensare di poter continuare così, anche in considerazione del basso impatto che il problema sembra avere sulla sua vita. D'altra parte, se uno specialista ha ritenuto di consigliare una terapia farmacologica, é perché ritiene che sia necessaria o che possa essere un valido complemento alla psicoterapia in atto. In genere psicoterapia e farmacoterapia abbinate aumentano la possibilità di ottenere buoni risultati clinici. Senza conoscere direttamente la sua condizione é difficile i indirizzare verso l'una o l'altra scelta. Il consiglio migliore può venire dai professionisti che la stanno seguendo.
Cordiali saluti
Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.4k visite dal 23/01/2014.
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