Non vivo più...

Salve a tutti
sono un ragazzo di 27 anni, non fumo, non bevo nè alcolici e nè caffè (tranne un cappuccino la mattina) e non pratico sport (mai praticato, svolgo un lavoro piuttosto sedentario, non sovrappeso)

Racconto in due righe la mia vita, infanzia felice, figlio unico, circondato d'amore e d''affetto. Sembra un quadro perfetto di una vita perfetta, fino a che nell'agosto del 2011 viene diagnosticata a mia madre una leucemia mieloide acuta. Mio padre va nel panico e io prendo in mano la situazione parlando con dottori, primari e infermieri di argomenti che fino a quel momento non mi passavano neanche per un attimo dal cervello.
Ho affrontato in prima persona insieme a mia madre quel doloroso viaggio, durato un anno e mezzo e terminato nel peggiore dei modi con la morte per insufficenza respiratoria in seguito ad un'infezione polmonare contratta dopo il trapianto del midollo osseo. Ero talmente preso dalla situazione, talmente coinvolto che alla fine capivo tutto di quei paroloni che i dottori mi mettevano di fronte. Argomenti delicati come immunodeficenze, meccanismi delicati di rigetto nei trapianti, citomegalovirus, chimerismo.. inutile dirvi che in questo anno e mezzo la vita è stata un inferno. Vedere mia madre che piano piano si spengeva è stato per me come ricevere una pugnalata ogni giorno sul fianco.
Contemporaneamente alla morte di mia madre, pochi giorni dopo si è ammalato anche mio zio di un melanoma maligno e in un anno (il novembre scorso) anche lui se n'è andato lasciando moglie e un bimbo di 6 anni.

La mia famiglia si è sfasciata nel giro di un anno, io ero molto legato a mia madre non solo perchè appunto era mia madre ma perchè avevamo gli stessi interessi, facevamo lo stesso lavoro e perchè era la colonna fondamentale della mia vita. Voglio bene a mio padre ma mi rendo conto che abbiamo caratteri diversi e il collante di tutto era appunto mia madre.

Venendo al punto, è da un annetto circa, ma con più intensità ultimamente, che sto sviluppando un'ipocondria e un'ansia che prima non avevo mai provato. Ho i pensiero fisso di contrarre malattie gravi e mortali e di lasciare i miei cari. E' cominciato con una palpitazione, un lieve aumento dei battiti (sugli 80bpm) e ora sto avvertendo vari sintomi addosso, bruciori di stomaco,testa leggera, stanchezza anche di mattina.
Mi sono fatto controlli al cuore dal cardiologo è ho un cuore sano e che rientra nei parametri standard.Le ultime analisi del sangue risalgono ad un annetto fa dove mi fecero un controllo approfondito di tutto (anche malattie contratte perchè dovevo donare i linfociti a mia madre) ed erano nella norma, adesso ho paura di rifarmele, paura di scoprire che qualcosa non va com'è successo con mia madre...
Ho cominciato un percorso con uno psicoterapeuta per curare questa ansia e ipocondria. Volevo sapere se i sintomi che sento possono essere causati da una somatizzazione, anche il mio medico di base (da cui vado ogni settimana) riconduce tutto allo stress. Grazie
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Dr. Roberto Di Rubbo Psichiatra, Psicoterapeuta 1.1k 25
Gentile Utente,
in effetti i sintomi che presenta sono riconducibili ad un disturbo d'ansia con somatizzazioni. Il suo curante saprà indirizzarla alla terapia corretta. Al momento, a quanto capisco, sta controllando la sintomatologia con la psicoterapia, il suo curante saprà prescriverle una terapia farmacologica se dovesse presentarsi la necessità,
cordialità

Dr. Roberto Di Rubbo

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Utente
Utente
Grazie dottore per la risposta.
E' possibile anche che ne accusi tutto insieme adesso dello stress accumulato quando mia madre lottava contro la leucemia?

Mi sono visto cambiare repentinamente la vita... prima ero sicuro, tutti facevano e fanno anche oggi affidamento su di me, diciamo che sono un po' la colonna portante di ciò che resta della mia famiglia, però adesso accuso uno stress e un'ansia mai avuta prima.
Più che altro è questo timore di contrarre qualche forma tumorale, anche adesso ho da 4/5 giorni un gonfiore all'addome e cattiva digestione e stamattina mi sono svegliato cercando su internet "Tumore Pancreas"... anche questa mia ossessiva ricerca di risposte online ha peggiorato questo mio status già ai limiti di suo. Leggo e mi informo su tumori, leggo i sintomi e controllo se ne soffro anch'io. Mi tasto collo e ascelle per i linfonodi, mi controllo continuamente gli occhi per paura di vederli diventare gialli per itterizia... Inoltre riposo male, fino a 2/3 mesi fa dormivo 7/8 ore a notte ora è già tanto se ne dormo 5/6...

I miei familiari, la mia fidanzata in primis, mi hanno vivamente consigliato di farmi tutte le analisi per poter scongiurare e per farmi tranquillizzare, ma ho paura degli esiti e sono stato portato a forza dal cardiologo diciamo. Quindi vivo in un costante stato di "circolo vizioso" finchè un giorno non mi armerò di coraggio e andrò a farmi le analisi del sangue.
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Dr. Roberto Di Rubbo Psichiatra, Psicoterapeuta 1.1k 25
Gentile Utente,
è sicuramente possibile che l'evento infausto della malattia e della morte di sua madre, con l'energia che ha dovuto impiegare per farvi fronte abbiano inciso sulle sue difese mentali, che entrano a far parte del modo di vivere e gestire il dolore della vita di ogni essere umano. A questo punto sta manifestando una difficoltà nel mantenersi in equilibrio. Per questo le sarà di aiuto la psicoterapia e , se lei e il suo curante ne vedrete la necessità, la farmacoterapia.
Cordialità,
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 4.1k 202
Gentile utente,
i sintomi che accusa sono dovuti alla sofferenza accumulata nel periodo della malattia di sua madre, quando ha dovuto fronteggiare una situazione psicologicamente molto impegnativa. Ora si può "permettere" di stare male, per tanti mesi ha dovuto tener duro.
Ha fatto molto bene a iniziare un percorso terapeutico. Le sconsiglio invece controlli inutili: non solo non la tranquillizzano, ma peggiorano la situazione. Di ospedali e di medici ne ha visti anche troppi.
Un risultato negativo non tranquillizza l'ipocondriaco, che pensa: l'esito sarà giusto? e mi fossi ammalato dopo il prelievo? e se invece del cuore mi fossi ammalato al polmone? e così via all'infinito.
Se i sintomi fossero troppo intensi il suo medico curante potrà suggerirle una terapia farmacologica da associare alla psicoterapia, come ha detto il collega, o indirizzarla a uno specialista in psichiatria.
Cordiali saluti

Franca Scapellato

[#5]
Utente
Utente
Grazie mille a tutti per le risposte e per l'interessamento.

Il fatto curioso è che si è sviluppato tutto così all'improvviso... io non ho mai avuto cedimenti a livello psichico, anzi sono sempre stato piuttosto forte, e anche la vicenda di mia madre l'ho affrontata praticamente da solo. Fino a 3 mesi fa circa ero anche piuttosto scettico nei confronti di psicologi/psichiatri. Non vi nascondo che la mia decisione di iniziare una psicoterapia per me rappresenta una sconfitta interiore, la mia ragazza non lo sa di questa scelta perchè non voglio che ai suoi occhi appaia debole o fragile...

Lo faccio per non mandare in frantumi tutto, mi costa un enorme sacrificio ma lo faccio.
[#6]
Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 4.1k 202
Il concetto di forza o debolezza associato alla psiche non è corretto, anzi è fuorviante; adattarsi alle situazioni, specie quando comportano perdite dolorose e capovolgono la propria vita è molto faticoso, tanto che si parla di "lavoro" del lutto. C'è sempre rabbia verso un destino ingiusto, forse un po' di risentimento nei confronti di chi l'ha lasciato a combattere in prima linea. Ora che è tutto finito si sente in dovere di archiviare tutto e andare avanti, in fondo ha un lavoro, una fidanzata, una vita. Però dentro di lei c'è ancora tanto dolore e confusione, che non riescono a uscire se non in un modo pseudorazionale come paura delle malattie. La psicoterapia può essere un luogo dove lasciare liberi i sentimenti, e avere qualcuno che si prende cura di lei senza dover decidere, controllare e guidare.
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Dr. Roberto Di Rubbo Psichiatra, Psicoterapeuta 1.1k 25
Gentile Utente,
l'adattamento al dolore e alla morte è uno dei compiti più difficili che gli esseri umani si trovano ad affrontare. Si è molto fragili proprio quando non ci si rende conto o non si accetta la propria fragilità. Continui a farsi aiutare, è la scelta più intelligente possibile in momenti come quelli che sta vivendo.
Cordialità,
[#8]
Utente
Utente
Grazie per i vostri consigli...

Purtroppo ho una situazione familiare non proprio facile, anche parlare con qualcuno mi è difficile, e ne avrei veramente tanto di bisogno, la solitudine sotto questo punto di vista è una brutta bestia...

La mia ragazza vive lontano da casa mia, ad un'ora da me con i suoi perchè suo padre è malato e non può lasciarlo solo, e le poche volte che ci vediamo alla settimana ne parlo con lei di queste cose ma non più di tanto perchè non voglio rovinare il tempo con lei; con mio padre c'è poco dialogo non per colpa sua, ma il feeling per tante cose ce l'avevo con mia madre, e poi lui sta cominciando a rifarsi una vita, è forte e riesce a rifrequentare altre donne, mia nonna è vecchia e non me la sento di aggiungere altre preoccupazioni e dolori, già ne ha passate abbastanza; gli amici anche quelli più cari non voglio che mi vedano in questo stato, voglio che abbiano di me la stessa immagine che ho sempre trasmesso loro... Cercherò di approfondire il mio rapporto con lo psicoterapeuta, ho fatto soltanto un incontro, ma parlare con qualcuno di queste cose mi fa bene. Già scriverle a voi oggi pomeriggio è stato terapeutico.
Mi viene spesso da piangere,per esempio quando sono solo in macchina e mi viene da pensare, sono un tipo che pensa pensa pensa tanto... Sono pigro e statico di indole ma con la mente riesco a viaggiare e a viaggiare... Piango e mi sfogo e dopo ho un senso di sollievo. Ho pianto più in questi 2/3 mesi che in tutta la mia vita. E' un lato di me che non conoscevo assolutamente e che un po' mi inquieta. Scoprire sè stessi a 27/28 anni ti dà da pensare.

Grazie comunque per il tempo che mi avete dedicato, è encomiabile la vostra disponibilità anche solo per leggere le paturnie e i disagi di una persona che non sapete neanche che faccia abbia.
Grazie di cuore.
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