Come curare un depresso prima che sia troppo tardi
Buongiorno, con la presente sono a richiedere suggerimenti per il trattamento di quella che pare proprio essere depressione. Il soggetto tuttavia, non sono io, bensi mio padre. Ha 73 anni e da almeno una decina mostra sintomi quali: pessimismo acuto, tendenza continua ed eccessiva alla polemica, astio e rancore nei confonti del prossimo e in special modo di mia madre, malinconia, apatia, suscettibilità, vittimismo, senso di inferiorità, insicurezza celata sotto le spoglie di arroganza e supponenza, ipocondria, sbalzi repentini di umore, continua ricerca dello scontro, ma soprattutto gelosia ossessiva che è andata acuendosi negli anni nei confronti di mia madre, la quale ormai vive sotto scacco. Vede amanti dappertutto, la condiziona in ogni suo gesto, la odia eppure non ne può fare a meno, la pretende con sè pur maltrattandola ( mia madre piu volte ha avuto paura per la sua incolumità) perche dice "se resto solo mi suicido", insomma entrambe vittime di lui stesso vivono infelicemente. Hanno tentato una terapia di coppia ma non appena la psicologa ha stretto la"morsa" su di lui sostenendo che lui stesso ha costruito una gabbia dove ha messo sua moglie ma dove si trova anche lui, ovviamente si è tirato indietro. Non ammette assolutamente di avere un problema di natura psicologica e di alimentare fissazioni, nè quindi di aver bisogno d'aiuto. E in tutto ciò mia madre è sempre più provata. Io e mio fratello quasi non abbiamo più rapporti con lui, visto che ogni occasione è buona per denigrarci e accusarci. Nulla lo rende più felice, nemmeno per un attimo. Non trova stimoli più in nulla, passa il tempo a recriminare e a rimpiangere il passato. Per questo sono a chiedervi: come si può aiutare una persona del genere? L' unica via mi sembra essere la somministrazione di nascosto di gocce di psicofarmaci ma è possibile? Vi assicuro che non c è assolutamente modo di convincerlo a mettersi in discussione, nè purtroppo i mezzi per sostenere nuovamente un sostegno psicoterapico che costava ben 200 euro a seduta. Insomma, di fronte a pazienti con disagi mentali se non sono loro ad avere la lucidità per curarsi, possiamo solo stare a guardare?
Grazie per preziosissimo consulto.
Cordiali saluti,
Una figlia preoccupata.
Grazie per preziosissimo consulto.
Cordiali saluti,
Una figlia preoccupata.
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Gentile utente,
La condizione clinica di suo padre va attentamente valutata da uno specialista psichiatra. I sintomi che lei riferisce potrebbero rientrare in un quadro depressivo anche se la presenza di idee di gelosia irreali, delle quali é profondamente convinto, potrebbe spostare la diagnosi verso altri tipi di patologie, anche su base organica, se non vi sono precedenti psichiatrici nella storia clinica.
Lasci perdere la psicologia ( resto molto perplesso su uno psicologo che di fronte a un simile quadro clinico non chieda un supporto farmacologico, e per l'onorario che lei ha descritto) e si rivolga al centro di salute mentale della sua zona di residenza. Se non vuole essere visitato ci potrebbero essere gli estremi di legge per obbligarlo.
Cordiali saluti
La condizione clinica di suo padre va attentamente valutata da uno specialista psichiatra. I sintomi che lei riferisce potrebbero rientrare in un quadro depressivo anche se la presenza di idee di gelosia irreali, delle quali é profondamente convinto, potrebbe spostare la diagnosi verso altri tipi di patologie, anche su base organica, se non vi sono precedenti psichiatrici nella storia clinica.
Lasci perdere la psicologia ( resto molto perplesso su uno psicologo che di fronte a un simile quadro clinico non chieda un supporto farmacologico, e per l'onorario che lei ha descritto) e si rivolga al centro di salute mentale della sua zona di residenza. Se non vuole essere visitato ci potrebbero essere gli estremi di legge per obbligarlo.
Cordiali saluti
Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it
[#2]
Utente
Egr. Dott. Martiadis,
La ringrazio per la sua celere risposta. Il problema è che farlo visitare coercitivamente è sicuramente un' azione estrema, che andrebbe a compromettere una situazione familiare già fortemente in bilico. Per questo sono arrivata al punto di pensare di somministrare dei farmaci a sua insaputa e vedere intanto come va. Il tema è che non so a chi rivolgermi per avere una ricetta e nemmeno se questo è deontologicamente previsto. La situazione purtroppo sembra davvero senza vie d'uscita....
La ringrazio per la sua celere risposta. Il problema è che farlo visitare coercitivamente è sicuramente un' azione estrema, che andrebbe a compromettere una situazione familiare già fortemente in bilico. Per questo sono arrivata al punto di pensare di somministrare dei farmaci a sua insaputa e vedere intanto come va. Il tema è che non so a chi rivolgermi per avere una ricetta e nemmeno se questo è deontologicamente previsto. La situazione purtroppo sembra davvero senza vie d'uscita....
[#3]
La somministrazione di farmaci a insaputa del paziente non é una condotta accettabile dal punto di vista della deontologia medica. Chieda consiglio al centro di salute mentale della sua zona di residenza. Potrebbero suggerire altre soluzioni che a noi, al momento, non sopravvengono.
Cordiali saluti
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.9k visite dal 19/01/2014.
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