Depersonalizzazione e voci
Salve, sono una ragazza di 19 anni.
Fin da molto piccola ho avuto diversi problemi legati specialmente all'ansia, attacchi di panico, autolesionismo e disturbi alimentari. Sono stata seguita per circa 2-3 anni da una psicoterapeuta e da un gruppo di auto-aiuto per i dca.
Da poco più di un anno ho cominciato a soffrire a depersonalizzazione in seguito a dei grossi traumi e sono stata curata da uno psichiatra del CSM della mia zona che mi aveva prescritto come cura farmacologica xanax, risperidone e zoloft. In seguito ad una forte depressione, probabilmente aumentata dallo zoloft, sono stata ricoverata per un breve periodo in psichiatria dopo aver ingerito una grossa quantità di farmaci (da lì in poi mi è stato prescritto solo 1 xanax da 0,50 e una pasticca di risperdal).
Da circa 4 mesi non prendo più alcun farmaco e ho anche smesso di fare psicoterapia.
In questi mesi ho cominciato ad udire voci, che so benissimo non essere reali. Spesso mi accusano, mi urlano cose orrende, dialogano fra loro insultandomi. Inizialmente mi ammutolivo spaventata quando succedeva, mentre ora incomincio a comportarmi in modo strano, a ridacchiare nervosamente e a volte gli rispondo ad alta voce.
Non so a cosa sia dovuto questo nuovo sintomo e non ho idea di come possa essere curato.
E' sintomo di psicosi? Ci sono correlazioni con la depersonalizzazione e i disturbi alimentari? C'è una cura (che sia psicoterapeutica o farmacologica) che aiuti seriamente ad eliminare il problema?
Sono molto spaventata e per il momento non so nemmeno a chi rivolgermi.
Grazie in anticipo.
Fin da molto piccola ho avuto diversi problemi legati specialmente all'ansia, attacchi di panico, autolesionismo e disturbi alimentari. Sono stata seguita per circa 2-3 anni da una psicoterapeuta e da un gruppo di auto-aiuto per i dca.
Da poco più di un anno ho cominciato a soffrire a depersonalizzazione in seguito a dei grossi traumi e sono stata curata da uno psichiatra del CSM della mia zona che mi aveva prescritto come cura farmacologica xanax, risperidone e zoloft. In seguito ad una forte depressione, probabilmente aumentata dallo zoloft, sono stata ricoverata per un breve periodo in psichiatria dopo aver ingerito una grossa quantità di farmaci (da lì in poi mi è stato prescritto solo 1 xanax da 0,50 e una pasticca di risperdal).
Da circa 4 mesi non prendo più alcun farmaco e ho anche smesso di fare psicoterapia.
In questi mesi ho cominciato ad udire voci, che so benissimo non essere reali. Spesso mi accusano, mi urlano cose orrende, dialogano fra loro insultandomi. Inizialmente mi ammutolivo spaventata quando succedeva, mentre ora incomincio a comportarmi in modo strano, a ridacchiare nervosamente e a volte gli rispondo ad alta voce.
Non so a cosa sia dovuto questo nuovo sintomo e non ho idea di come possa essere curato.
E' sintomo di psicosi? Ci sono correlazioni con la depersonalizzazione e i disturbi alimentari? C'è una cura (che sia psicoterapeutica o farmacologica) che aiuti seriamente ad eliminare il problema?
Sono molto spaventata e per il momento non so nemmeno a chi rivolgermi.
Grazie in anticipo.
[#1]
Gentile ragazza,
è probabile che i disturbi sono conseguenti alla sospensione dei farmaci che riuscivano a fare in modo che le voci non comparivano prima.
Perché sono stati sospesi i farmaci e la psicoterapia ?
Se Lei è in buon rapporto con lo psichiatra che La seguiva negli ultimi tempi, sicuramente è da rivolgersi a lui.
Cosa dice Lei ?
è probabile che i disturbi sono conseguenti alla sospensione dei farmaci che riuscivano a fare in modo che le voci non comparivano prima.
Perché sono stati sospesi i farmaci e la psicoterapia ?
Se Lei è in buon rapporto con lo psichiatra che La seguiva negli ultimi tempi, sicuramente è da rivolgersi a lui.
Cosa dice Lei ?
Dr. Alex Aleksey Gukov
[#2]
Gentile utente,
non è possibile formulare diagnosi in questo contesto, tuttavia mi sembra che il quadro sintomatologico da lei descritto sia in evoluzione, nel senso che si sta modificando con il passare del tempo.
Questa è un'evenienza abbastanza comune nelle persone giovani come lei, e richiede l'intervento di uno specialista che possa interpretare i suoi sintomi e suggerirle la terapia più adatta nel momento attuale (probabilmente, almeno all'inizio, farmacologica).
Tenga presente che generalmente prima si interviene e maggiori sono le probabilità di successo della terapia.
Per rispondere alla sua domanda i sintomi (nello specifico depersonalizzazione e disturbi alimentari) possono essere espressioni differenti di una stessa patologia oppure dipendere da patologie diverse che si sovrappongono nel tempo.
Cordiali saluti,
non è possibile formulare diagnosi in questo contesto, tuttavia mi sembra che il quadro sintomatologico da lei descritto sia in evoluzione, nel senso che si sta modificando con il passare del tempo.
Questa è un'evenienza abbastanza comune nelle persone giovani come lei, e richiede l'intervento di uno specialista che possa interpretare i suoi sintomi e suggerirle la terapia più adatta nel momento attuale (probabilmente, almeno all'inizio, farmacologica).
Tenga presente che generalmente prima si interviene e maggiori sono le probabilità di successo della terapia.
Per rispondere alla sua domanda i sintomi (nello specifico depersonalizzazione e disturbi alimentari) possono essere espressioni differenti di una stessa patologia oppure dipendere da patologie diverse che si sovrappongono nel tempo.
Cordiali saluti,
Dr. Michele Patat
https://www.medicitalia.it/michelepatat
[#3]
Utente
Per il Dr. Alex Aleksey Gukov:
Ho avuto dei contrasti con la psicoterapeuta, e lo psichiatra che mi ha seguito per quel breve periodo mi ha purtroppo solo "imbottita" di farmaci senza prestare molto ascolto quando gli illustravo gli effetti collaterali che stavo accusando e sottovalutando la pericolosità della situazione. Proverò a contattare la psichiatra che mi ha seguita durante il ricovero in ospedale.
Per il Dr. Michele Patat:
Mi è stato effettivamente già detto che i sintomi sono molto in evoluzione nel giro di quest'ultimo anno. Quello che mi spaventa di più è, logicamente, il non sapere a cosa porteranno tutti questi nuovi sintomi.
Per quanto riguarda la tempestività con la quale bisognerebbe agire sono completamente d'accordo, infatti come già detto sopra probabilmente proverò un nuovo percorso con una psichiatra dell'ospedale.
Ho avuto dei contrasti con la psicoterapeuta, e lo psichiatra che mi ha seguito per quel breve periodo mi ha purtroppo solo "imbottita" di farmaci senza prestare molto ascolto quando gli illustravo gli effetti collaterali che stavo accusando e sottovalutando la pericolosità della situazione. Proverò a contattare la psichiatra che mi ha seguita durante il ricovero in ospedale.
Per il Dr. Michele Patat:
Mi è stato effettivamente già detto che i sintomi sono molto in evoluzione nel giro di quest'ultimo anno. Quello che mi spaventa di più è, logicamente, il non sapere a cosa porteranno tutti questi nuovi sintomi.
Per quanto riguarda la tempestività con la quale bisognerebbe agire sono completamente d'accordo, infatti come già detto sopra probabilmente proverò un nuovo percorso con una psichiatra dell'ospedale.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.9k visite dal 09/01/2014.
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