Cannabis & Citalopram / Incapacità di porre confini "interiori"

Gentili dottori,
Vi scrivo per chiedervi un consulto. A fine novembre mi è stato prescritto dallo psichiatra che mi segue (secondo me, molto superficialmente) Citalopram 10 mg, di cui dovrei prendere 1 compressa ogni mattina dopo colazione. Il problema è che non ho ancora iniziato con la terapia, dato che ho un po' paura degli effetti collaterali come diarrea o pensieri suicidari (che già spesso ho di mio) ancora più intensi. Inoltre, anche se saltuariamente, fumo cannabis. Vorrei chiedervi se esiste qualche interazione specifica tra l'uso di cannabis e il Citalopram, cioè se potrei iniziare ad assumere questo farmaco e fumare al tempo stesso. Purtroppo è difficile per me smettere di non pensarci, è una cosa che mi fa star bene e allieva anche dolori fisici, oltre a scacciare un po' la tensione corporea (soffro anche di scoliosi, dormo al momento su un materasso e mi sveglio ogni mattina con dolori alla schiena allucinanti).

Mi sono informato inoltre molto sulla cosiddetta terapia bioenergetica, che, nel mio caso specifico, secondo me è quella che potrebbe aiutarmi più di tutto, perché ho blocchi muscolari da sciogliere (contraggo sempre la pancia, la cavità addominale e anche le spalle). Secondo voi potrebbe essere utile o dovrei accoppiare per forza questa terapia a una psicoterapia "verbale", fatta cioè di colloqui personali?

Negli ultimi 2 giorni ho ripreso inoltre a fumare erba perché sono tormentato da un fatto: per Capodanno mi sono incontrato con un ragazzo più giovane di me con cui sono andato a letto e con cui sono stato divinamente, che mi ha trattato da Dio, ma che è già FIDANZATO. Io mi sono attaccato a lui molto fin da subito, ora siamo distanti l'un dall'altro ma mi manca da morire e mi sto struggendo nella nostalgia, ormai è proprio difficile per me gestire emozioni fortissime anche positive. Son consapevole che non posso realizzare niente con lui perché è fidanzato ed è affezionatissimo al suo partner e lo ama, eppure non riesco a staccarmene, non riesco a stabilire dei confini "interiori" tra me e lui/gli altri, a prender le dovute distanze emotive. E' come se un giorno e mezzo trascorso con lui mi avesse fatto innamorare alla follia, in un modo che nessuno può immaginare. Il bello è che spesso arrivo a sentire anche un certo "piacere" per il fatto di avvertire questa "mancanza", come se fosse qualcosa di nobile, una forza potentissima che squarcia l'universo. Io ho l'animo veramente dilaniato da questa esperienza, OGNI PICCOLO incontro in cui sviluppo questo affetto fortissimo per me è un colpo di spada, ma è possibile arrivare a bearsi/deliziarsi di questa "Sehnsucht" infinita, come accadeva ai romantici in Germania nel 19° secolo? Perché quello è in me..il male del desiderio. Una cosa che mi porto dietro da almeno 20 anni (ho appena compiuto 30 anni), una nostalgia di qualcosa che manca e mai, mai, MAI arriverà, qualcosa di irraggiungibile..qualcosa che si è perduto..

Come posso gestire tutto questo??
Grazie di cuore!!!

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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Lasci perdere la bioenergetica e torni dallo psichiatra. Oppure lo cambi, se quello attuale non la soddisfa.

Quando si fa uso di sostanze non ha molto senso stare a fantasticare sulle cause psicologiche per spiegare dei sintomi. Prima ci si "ripulisce", e poi si può fare un lavoro psicologico.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
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