Positività - celebrale
Salve a tutti...sono una donna di 48 anni...da 7 anni mi sento molto depressa, ho lavorato da 28 anni nell azienda di famiglia che questo anno ho fatto in modo di chiuderla, licenziandomi a dicembre 2012, cercando di far capire a mio padre che se voleva andare avanti cosi doveva farlo da solo. perche purtroppo c e crisi ed il lavoro scarseggiava. .in piu abbiamo dei vecchi debiti da saldare quindi si viveva perennemente con l acqua alla gola.
Io per malavoglia non ho finito le scuole superiori,( mio errore) la previsione di entrare a far parte dell azienda di famiglia mi piaceva . .pensando ad un lavoro sicuro ed immediato, prendevo poco e niente,ma,speravo che l'azienda crescesse,gli anni sono passati,realizzavo di avere sbagliato restando ferma a quell'occupazione,mi sentivo in difetto verso la mia famiglia, quindi non l'ho abbandonata.
Mi sono voluta sposare a 19anni, per scappare dalla mia famiglia che vedevo già allora fallita,lui anche con l attività che la famiglia gli aveva avviato.. ci stava il fatto che fossimo giovani, e quindi in fase di crescita.
Abbiamo voluto mettere al mondo un anno dopo il matrimonio un figlio, una grande gioia, lui purtroppo no! È svanita la gioia della famiglia, e prevalsa la sua voglia di libertà.
Cominciano alti e bassi in famiglia ho valutato la separazione,ma non ho trovato accordo nel rientrare a casa dei mie genitori. Dopo 12 anni abbiamo cercato un'altro figlio, in cuor mio speravo di rendere mio marito più responsabile vista l'età matura. Sono arrivata ad essere una ragazza madre,divorziata, ..ma il problema è che sono alla soglia dei 50 anni e mi sento vecchia x qualsiasi altro lavoro (ormai poi tutti chiedono la laurea) ...vecchia dentro. ..
Ho provato a mandare curriculum ma nulla, per di piu mi sento in difetto verso la mia famiglia..dovrei aiutare loro con i debiti (ma sono troppi debiti)ma sento che il tempo mi sfugge dalle mani e anche io vorrei crearmi qualcosa.
In tutti questi anni gli unici risparmi che sono riuscita a fare, li ho investiti su mio figlio grande
che anche lui ad oggi non sa cosa fare di se stesso, cresciuto come figlio unico viziato dai nonni paterni e materni, con la speranza che seguisse una delle due attivita che potevano offrirgli.
In tutti questi anni abbiamo vissuto nella casa paterna ,oggi usufruisce il figlio grande, io dopo il divorzio sono stata obbligata ad andarmene,per avere la consensualità, ora devo pagare anche un affitto.
Si dice che dobbiamo aspettare che passi la crisi...anche se lui a differenza mia non ha un euro da parte...ma io credo che non passerà piu...
Vorrei ...vorrei trovare un nuovo lavoro e prendere finalmente x la prima volta uno stipendio che mi permetterebbe di fare dei progetti....ma non c'é lavoro...vorrei provare ad andare all'estero ma mi spiace far cambiare vita a mio figlio minore di 16 anni, non so neanche una lingua e son sicura che non mi prenderebbe nessuno neanche li:(- vorrei pensare positivo).
Non penso al suicidio è troppo facile lasciare questo mondo cosi velocemente,ma la ribellione e/o delusione interna è tanta.
Ho abbandonato la fede in Dio, sono diventata triste, debole, invidiosa di chi da piu senso alla vita..a volte mi faccio paura da sola....io che sono sempre stata allegra e vitale...sono stata in centro mentale nel 2010 , si!! certo mi hanno aiutato dandomi una pastiglia per ricollegare il cuore al cervello, ma poi da una dose di 75mg sono dovuta passare a 150mg.la prima non mi bastava piu...
dopo tre anni ho detto basta.. non devo vivere di una pastiglia che non conta più niente,non voglio aumentare la dose per trovarmi le cellule celebrali morte, come le sento ora. ho smesso...per questo prendero gli effetti collaterali se ne verranno,
Eppure non credevo di essere cosi debole....c è gente con malattie gravi che sorride ancora...io mi sento una debole perché ho problemi meno seri e sto da schifo..ma non vedo la fine...non riesco a trovare una soluzione....
Ho una speranza di trovare la luce?
Io per malavoglia non ho finito le scuole superiori,( mio errore) la previsione di entrare a far parte dell azienda di famiglia mi piaceva . .pensando ad un lavoro sicuro ed immediato, prendevo poco e niente,ma,speravo che l'azienda crescesse,gli anni sono passati,realizzavo di avere sbagliato restando ferma a quell'occupazione,mi sentivo in difetto verso la mia famiglia, quindi non l'ho abbandonata.
Mi sono voluta sposare a 19anni, per scappare dalla mia famiglia che vedevo già allora fallita,lui anche con l attività che la famiglia gli aveva avviato.. ci stava il fatto che fossimo giovani, e quindi in fase di crescita.
Abbiamo voluto mettere al mondo un anno dopo il matrimonio un figlio, una grande gioia, lui purtroppo no! È svanita la gioia della famiglia, e prevalsa la sua voglia di libertà.
Cominciano alti e bassi in famiglia ho valutato la separazione,ma non ho trovato accordo nel rientrare a casa dei mie genitori. Dopo 12 anni abbiamo cercato un'altro figlio, in cuor mio speravo di rendere mio marito più responsabile vista l'età matura. Sono arrivata ad essere una ragazza madre,divorziata, ..ma il problema è che sono alla soglia dei 50 anni e mi sento vecchia x qualsiasi altro lavoro (ormai poi tutti chiedono la laurea) ...vecchia dentro. ..
Ho provato a mandare curriculum ma nulla, per di piu mi sento in difetto verso la mia famiglia..dovrei aiutare loro con i debiti (ma sono troppi debiti)ma sento che il tempo mi sfugge dalle mani e anche io vorrei crearmi qualcosa.
In tutti questi anni gli unici risparmi che sono riuscita a fare, li ho investiti su mio figlio grande
che anche lui ad oggi non sa cosa fare di se stesso, cresciuto come figlio unico viziato dai nonni paterni e materni, con la speranza che seguisse una delle due attivita che potevano offrirgli.
In tutti questi anni abbiamo vissuto nella casa paterna ,oggi usufruisce il figlio grande, io dopo il divorzio sono stata obbligata ad andarmene,per avere la consensualità, ora devo pagare anche un affitto.
Si dice che dobbiamo aspettare che passi la crisi...anche se lui a differenza mia non ha un euro da parte...ma io credo che non passerà piu...
Vorrei ...vorrei trovare un nuovo lavoro e prendere finalmente x la prima volta uno stipendio che mi permetterebbe di fare dei progetti....ma non c'é lavoro...vorrei provare ad andare all'estero ma mi spiace far cambiare vita a mio figlio minore di 16 anni, non so neanche una lingua e son sicura che non mi prenderebbe nessuno neanche li:(- vorrei pensare positivo).
Non penso al suicidio è troppo facile lasciare questo mondo cosi velocemente,ma la ribellione e/o delusione interna è tanta.
Ho abbandonato la fede in Dio, sono diventata triste, debole, invidiosa di chi da piu senso alla vita..a volte mi faccio paura da sola....io che sono sempre stata allegra e vitale...sono stata in centro mentale nel 2010 , si!! certo mi hanno aiutato dandomi una pastiglia per ricollegare il cuore al cervello, ma poi da una dose di 75mg sono dovuta passare a 150mg.la prima non mi bastava piu...
dopo tre anni ho detto basta.. non devo vivere di una pastiglia che non conta più niente,non voglio aumentare la dose per trovarmi le cellule celebrali morte, come le sento ora. ho smesso...per questo prendero gli effetti collaterali se ne verranno,
Eppure non credevo di essere cosi debole....c è gente con malattie gravi che sorride ancora...io mi sento una debole perché ho problemi meno seri e sto da schifo..ma non vedo la fine...non riesco a trovare una soluzione....
Ho una speranza di trovare la luce?
[#1]
Gentile utente,
la sua situazione appare certamente piuttosto complessa, però mancano alcune precisazioni che potrebbero renderla più comprensibile.
Al centro di salute mentale le hanno formulato una diagnosi? Le hanno poi prescritto una cura, ma di che farmaco si tratta? E' seguita tuttora o ha scelto autonomamente di sospendere la terapia?
A parte questo, mi sembra che il problema possa richiedere un approccio psicoterapeutico oltre che farmacologico. Se le sue finanze non le permettono un percorso privato, potrebbe consultare il suo centro di riferimento oppure un consultorio.
Cordiali saluti,
la sua situazione appare certamente piuttosto complessa, però mancano alcune precisazioni che potrebbero renderla più comprensibile.
Al centro di salute mentale le hanno formulato una diagnosi? Le hanno poi prescritto una cura, ma di che farmaco si tratta? E' seguita tuttora o ha scelto autonomamente di sospendere la terapia?
A parte questo, mi sembra che il problema possa richiedere un approccio psicoterapeutico oltre che farmacologico. Se le sue finanze non le permettono un percorso privato, potrebbe consultare il suo centro di riferimento oppure un consultorio.
Cordiali saluti,
Dr. Michele Patat
https://www.medicitalia.it/michelepatat
[#2]
Utente
Buongiorno,dott.Michele
la medicina che ho smesso di prendere volontariamente si chiama Efexor.150mg.
AL centro di salute mentale, mi avevano diagniosticato che avrei risolto il mio stato depressivo, abbandonando il posto di lavoro,ma le molte responsabilita, come ho detto verso la famiglia mi hanno bloccata ad uscirne, chiedndo appunto un farmaco che mi aiutasse a collegare il cervello sentendolo spento.Ora capisco di aver seguito solo i doveri degli altri, e ritengo sia troppo tardi che ricostruirmi.
comunque la ringrazio per la tempestivita nella risposta.
Cordiali saluti augurandole Buone feste.
la medicina che ho smesso di prendere volontariamente si chiama Efexor.150mg.
AL centro di salute mentale, mi avevano diagniosticato che avrei risolto il mio stato depressivo, abbandonando il posto di lavoro,ma le molte responsabilita, come ho detto verso la famiglia mi hanno bloccata ad uscirne, chiedndo appunto un farmaco che mi aiutasse a collegare il cervello sentendolo spento.Ora capisco di aver seguito solo i doveri degli altri, e ritengo sia troppo tardi che ricostruirmi.
comunque la ringrazio per la tempestivita nella risposta.
Cordiali saluti augurandole Buone feste.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 1.3k visite dal 22/12/2013.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Suicidio
I dati del suicidio in Italia e nel mondo, i soggetti a rischio, i fattori che spingono a comportamenti suicidari, cosa fare e come prevenire il gesto estremo.