Alterazioni del sistema nervoso
Buonasera dottori,
circa 10 anni fa, a causa di un forte stress emotivo, ho iniziato a sentirmi depressa e ansiosa.
Dopo qualche anno mi decisi a rivolgermi ad uno psichiatra, il quale mi diagnosticò una "fobia sociale" che curai con paroxetina e ansiolitici per qualche mese. Purtroppo, di mia iniziativa, smisi, perché pensavo di non averne più bisogno. Da allora alternai periodi di forte ansia (tachicardia, agitazione, tremori) a periodi di buio nero, spossatezza, tristezza.
Di ansia, per fortuna, ho smesso progressivamente e spontaneamente di soffrire, o almeno fisicamente non la avverto più forte come un tempo.
Negli ultimi anni, invece, ho notato in me dei repentini sbalzi di umore: mi capita di sentirmi intimamente felice, piena di energie e di voglia di fare, senza un motivo preciso, ma questo stato dura poco: al massimo un giorno o due. Poi, sempre senza motivo apparente, vengo pervasa da un grande senso di tristezza, di pesantezza e di apatia, e questo stato, invece, dura un po' di più.
A ciò si aggiunga che ho scoperto di soffrire di doc praticamente da sempre, ma è sempre negli ultimi anni che questo disturbo si è acutizzato. Riesco a tenerlo un minimo a bada quando sono con altre persone, ma quando sono sola è logorante. Inoltre, ho sempre avuto le mani e i piedi freddi in inverno, come se non mi circolasse bene il sangue; solo, negli ultimi anni (più o meno da quando ho smesso la terapia farmacologica dello psichiatra), il mio problema sono le mani che sudano freddo, in situazioni di stress ma anche quando sono in mezzo agli altri, in momenti di apparente relax. Questo mi succede nella stagione fredda; paradossalmente non in estate. Ultimamente ne ho parlato col mio medico di base, che mi ha prescritto venlafaxina da 37,5 mg, che prendo da poco più di un mese: i miei sbalzi d'umore si sono nettamente attenuati, mi sento decisamente meglio, ma sudorazione e doc persistono.
Sono una persona un po' timida ma non asociale, anzi allegra, ironica e autoironica, mi piace stare tra la gente e non mi creano alcun disagio, oggi, le relazioni sociali. Ma allora perché l'iperidrosi alle mani? Può essere causata dal doc non curato? O forse il mio sistema nervoso ha subito delle alterazioni a causa di terapie errate?
Mi scuso per essermi dilungata. Grazie anticipatamente
circa 10 anni fa, a causa di un forte stress emotivo, ho iniziato a sentirmi depressa e ansiosa.
Dopo qualche anno mi decisi a rivolgermi ad uno psichiatra, il quale mi diagnosticò una "fobia sociale" che curai con paroxetina e ansiolitici per qualche mese. Purtroppo, di mia iniziativa, smisi, perché pensavo di non averne più bisogno. Da allora alternai periodi di forte ansia (tachicardia, agitazione, tremori) a periodi di buio nero, spossatezza, tristezza.
Di ansia, per fortuna, ho smesso progressivamente e spontaneamente di soffrire, o almeno fisicamente non la avverto più forte come un tempo.
Negli ultimi anni, invece, ho notato in me dei repentini sbalzi di umore: mi capita di sentirmi intimamente felice, piena di energie e di voglia di fare, senza un motivo preciso, ma questo stato dura poco: al massimo un giorno o due. Poi, sempre senza motivo apparente, vengo pervasa da un grande senso di tristezza, di pesantezza e di apatia, e questo stato, invece, dura un po' di più.
A ciò si aggiunga che ho scoperto di soffrire di doc praticamente da sempre, ma è sempre negli ultimi anni che questo disturbo si è acutizzato. Riesco a tenerlo un minimo a bada quando sono con altre persone, ma quando sono sola è logorante. Inoltre, ho sempre avuto le mani e i piedi freddi in inverno, come se non mi circolasse bene il sangue; solo, negli ultimi anni (più o meno da quando ho smesso la terapia farmacologica dello psichiatra), il mio problema sono le mani che sudano freddo, in situazioni di stress ma anche quando sono in mezzo agli altri, in momenti di apparente relax. Questo mi succede nella stagione fredda; paradossalmente non in estate. Ultimamente ne ho parlato col mio medico di base, che mi ha prescritto venlafaxina da 37,5 mg, che prendo da poco più di un mese: i miei sbalzi d'umore si sono nettamente attenuati, mi sento decisamente meglio, ma sudorazione e doc persistono.
Sono una persona un po' timida ma non asociale, anzi allegra, ironica e autoironica, mi piace stare tra la gente e non mi creano alcun disagio, oggi, le relazioni sociali. Ma allora perché l'iperidrosi alle mani? Può essere causata dal doc non curato? O forse il mio sistema nervoso ha subito delle alterazioni a causa di terapie errate?
Mi scuso per essermi dilungata. Grazie anticipatamente
[#1]
Gentile utente,
scarterei l'ipotesi di un'alterazione causata da terapie errate (al massimo potrebbero non aver funzionato, ma non certo averle alterato il funzionamento del sistema nervoso a lungo termine).
Da quello che scrive mi sembra che ci siano molti aspetti che meriterebbero un chiarimento (parla di doc, sbalzi di umore, fobia sociale, iperidrosi...).
L'idea migliore a mio parere sarebbe quella di ricontattare uno psichiatra (lo stesso di anni fa oppure un altro) in modo da poter affrontare la situazione nel complesso ed impostare la terapia più appropriata (quella attuale potrebbe andare bene, ma il dosaggio mi sembra decisamente troppo basso rispetto ai sintomi che ha segnalato).
Cordiali saluti,
scarterei l'ipotesi di un'alterazione causata da terapie errate (al massimo potrebbero non aver funzionato, ma non certo averle alterato il funzionamento del sistema nervoso a lungo termine).
Da quello che scrive mi sembra che ci siano molti aspetti che meriterebbero un chiarimento (parla di doc, sbalzi di umore, fobia sociale, iperidrosi...).
L'idea migliore a mio parere sarebbe quella di ricontattare uno psichiatra (lo stesso di anni fa oppure un altro) in modo da poter affrontare la situazione nel complesso ed impostare la terapia più appropriata (quella attuale potrebbe andare bene, ma il dosaggio mi sembra decisamente troppo basso rispetto ai sintomi che ha segnalato).
Cordiali saluti,
Dr. Michele Patat
https://www.medicitalia.it/michelepatat
[#2]
Utente
Buongiorno gentilissimo dottore,
anzitutto La ringrazio.
Mi sono sentita subito sollevata già per il fatto di aver esternato i miei disturbi, poi la Sua risposta mi ha ulteriormente tranquillizzata.
Vorrei però fare qualche precisazione, perché ho omesso un particolare importante che ho cercato di aggirare, per imbarazzo forse: il mio timore di alterazioni del sistema nervoso si rifà, più che a terapie errate, a un evento successo circa un anno prima di intraprendere la mia prima terapia, quando, presa da una forte crisi di nervi, assunsi quasi l'intero contenuto di un flaconcino di citalopram, la qual cosa mi causò un collasso e tre giorni di ricovero ospedaliero. E' questo che temo possa aver causato - o concorso a causare - i disturbi che progressivamente si sono presentati.
Ho intenzione di seguire il Suo consiglio e di rivolgermi nuovamente ad uno psichiatra, ma temo di non riuscire a parlare apertamente di tutto, specie del doc, cosa che peraltro non ho fatto neanche col mio medico di base, il quale, probabilmente per questo motivo, mi ha prescritto la terapia con venlafaxina a dosaggio così basso.
La saluto cordialmente e Le auguro buone feste.
anzitutto La ringrazio.
Mi sono sentita subito sollevata già per il fatto di aver esternato i miei disturbi, poi la Sua risposta mi ha ulteriormente tranquillizzata.
Vorrei però fare qualche precisazione, perché ho omesso un particolare importante che ho cercato di aggirare, per imbarazzo forse: il mio timore di alterazioni del sistema nervoso si rifà, più che a terapie errate, a un evento successo circa un anno prima di intraprendere la mia prima terapia, quando, presa da una forte crisi di nervi, assunsi quasi l'intero contenuto di un flaconcino di citalopram, la qual cosa mi causò un collasso e tre giorni di ricovero ospedaliero. E' questo che temo possa aver causato - o concorso a causare - i disturbi che progressivamente si sono presentati.
Ho intenzione di seguire il Suo consiglio e di rivolgermi nuovamente ad uno psichiatra, ma temo di non riuscire a parlare apertamente di tutto, specie del doc, cosa che peraltro non ho fatto neanche col mio medico di base, il quale, probabilmente per questo motivo, mi ha prescritto la terapia con venlafaxina a dosaggio così basso.
La saluto cordialmente e Le auguro buone feste.
[#3]
Gentile utente,
mi sento in dovere di tranquillizzarla ulteriormente. Il sovradosaggio di citalopram può provocare effetti spiacevoli nell'immediato (e li ha sperimentati in prima persona, mi pare di capire), ma non crea danni a lungo termine. Quindi l'ipotesi si può scartare.
Il consiglio rimane quello di rivolgersi ad uno specialista, con il quale cercare di essere il più possibile sinceri e chiari, in modo da permettergli di aiutarla nel modo più adeguato.
Cordiali saluti,
mi sento in dovere di tranquillizzarla ulteriormente. Il sovradosaggio di citalopram può provocare effetti spiacevoli nell'immediato (e li ha sperimentati in prima persona, mi pare di capire), ma non crea danni a lungo termine. Quindi l'ipotesi si può scartare.
Il consiglio rimane quello di rivolgersi ad uno specialista, con il quale cercare di essere il più possibile sinceri e chiari, in modo da permettergli di aiutarla nel modo più adeguato.
Cordiali saluti,
[#5]
Utente
Gentile dottore,
torno a scrivere a qualche mese di distanza per chiederle un parere.
Ho aumentato la dose di venlafaxina, dal mese di gennaio ne assumo 75 mg al dì, solitamente dopo la colazione.
Nessun problema i primi tempi, anzi, la sensazione di "normalità" andava intensificandosi.
Da qualche giorno però è cambiato qualcosa: mi sono sentita particolarmente triste per un paio di giorni, con difficoltà a relazionarmi e avvertendo il bisogno di stare a letto, al buio. Poi senso di scombussolamento, di confusione, per altri due o tre giorni. Da qualche giorno, invece, mi sento un po' ansiosa, con leggera tachicardia, particolarmente vulnerabile, il mio umore tende a calare, la sudorazione è aumentata.
Il dosaggio forse andrebbe ulteriormente rivisto?
Pensavo di stare finalmente bene e invece mi sento di nuovo in conflitto con me stessa.
Grazie anticipatamente.
torno a scrivere a qualche mese di distanza per chiederle un parere.
Ho aumentato la dose di venlafaxina, dal mese di gennaio ne assumo 75 mg al dì, solitamente dopo la colazione.
Nessun problema i primi tempi, anzi, la sensazione di "normalità" andava intensificandosi.
Da qualche giorno però è cambiato qualcosa: mi sono sentita particolarmente triste per un paio di giorni, con difficoltà a relazionarmi e avvertendo il bisogno di stare a letto, al buio. Poi senso di scombussolamento, di confusione, per altri due o tre giorni. Da qualche giorno, invece, mi sento un po' ansiosa, con leggera tachicardia, particolarmente vulnerabile, il mio umore tende a calare, la sudorazione è aumentata.
Il dosaggio forse andrebbe ulteriormente rivisto?
Pensavo di stare finalmente bene e invece mi sento di nuovo in conflitto con me stessa.
Grazie anticipatamente.
[#6]
Gentile utente,
non ci dice se ha poi consultato un collega. Chi le ha consigliato di aumentare il dosaggio?
Tenga presente che una terapia, per quanto corretta ed efficace, non garantisce per sempre uno stato di totale benessere.
Momenti di demoralizzazione o tensione possono capitare anche a chi non ha un disturbo di base.
Qualora questo stato raggiunga livelli fortemente disturbanti o duraturi, le consiglierei di parlarne con la persona che la ha in cura.
Cordiali saluti,
non ci dice se ha poi consultato un collega. Chi le ha consigliato di aumentare il dosaggio?
Tenga presente che una terapia, per quanto corretta ed efficace, non garantisce per sempre uno stato di totale benessere.
Momenti di demoralizzazione o tensione possono capitare anche a chi non ha un disturbo di base.
Qualora questo stato raggiunga livelli fortemente disturbanti o duraturi, le consiglierei di parlarne con la persona che la ha in cura.
Cordiali saluti,
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 3k visite dal 22/12/2013.
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Approfondimento su Ansia
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