Valutazione farmaci
Salve
soffro di depressione da 2 anni e 6 mesi, nei quali i sintomi si sono presentati in maniera abbastanza continuativa, con solo 3 interruzioni della durata di circa 20 - 30 giorni. L'entità della depressione è media, non ansiosa, riesco con grande sforzo a lavorare e svolgere alcune attività ma il disagio interiore è molto forte, i pensieri di suicidio sono sempre più concreti col passare del tempo. VOlevo sapere se il 'protocollo' di cure che finora ho affrontato è da giudicarsi 'completo' e se quindi tutto è stato provato o se cè ancora una qualche speranza:
-paroxetina 60mg/die per 3 mesi - nessuna risposta
-escitalopram 20mg/die per 4 mesi - nessuna risposta o temporanea
-fluvoxamina 50mg/die per 3 mesi - nessuna risposta o temporanea
-'mutabon', non ricordo il dosaggio - sospeso subito per sonnolenza
-venlafaxina RP 225mg/die per 7 mesi - probabile effetto parzialmente positivo, cura interrotta a causa di emospermia sorta contestualmente all'inizio assunzione
Ora ho ricominciato con l'escitalopram da 1 mese.
Non ho mai svolto alcun tipo di psicoterapia (la psicoanalisi è troppo costosa, la pisc. cognitiva mi è stata sconsigliata dal mio psichiatra in quanto, dice, non ho sintomi fobici o di comportamento) .
VI ringrazio sin d'ora per qualsiasi commento.
soffro di depressione da 2 anni e 6 mesi, nei quali i sintomi si sono presentati in maniera abbastanza continuativa, con solo 3 interruzioni della durata di circa 20 - 30 giorni. L'entità della depressione è media, non ansiosa, riesco con grande sforzo a lavorare e svolgere alcune attività ma il disagio interiore è molto forte, i pensieri di suicidio sono sempre più concreti col passare del tempo. VOlevo sapere se il 'protocollo' di cure che finora ho affrontato è da giudicarsi 'completo' e se quindi tutto è stato provato o se cè ancora una qualche speranza:
-paroxetina 60mg/die per 3 mesi - nessuna risposta
-escitalopram 20mg/die per 4 mesi - nessuna risposta o temporanea
-fluvoxamina 50mg/die per 3 mesi - nessuna risposta o temporanea
-'mutabon', non ricordo il dosaggio - sospeso subito per sonnolenza
-venlafaxina RP 225mg/die per 7 mesi - probabile effetto parzialmente positivo, cura interrotta a causa di emospermia sorta contestualmente all'inizio assunzione
Ora ho ricominciato con l'escitalopram da 1 mese.
Non ho mai svolto alcun tipo di psicoterapia (la psicoanalisi è troppo costosa, la pisc. cognitiva mi è stata sconsigliata dal mio psichiatra in quanto, dice, non ho sintomi fobici o di comportamento) .
VI ringrazio sin d'ora per qualsiasi commento.
[#1]
Gentile utente,
i trattamenti descritti sono certamente adeguati nel dosaggio e nei tempi di somministrazione.
E' possibile che alcuni sintomi possano non essere trattabili con antidepressivi e, pertanto, sarebbe opportuna una valutazione per altre classi farmacologiche.
Oltretutto, proprio per la sua giovane eta' non escluderei a priori un trattamento di supporto o psicoterapeutico in condizioni di eleggibilita'.
i trattamenti descritti sono certamente adeguati nel dosaggio e nei tempi di somministrazione.
E' possibile che alcuni sintomi possano non essere trattabili con antidepressivi e, pertanto, sarebbe opportuna una valutazione per altre classi farmacologiche.
Oltretutto, proprio per la sua giovane eta' non escluderei a priori un trattamento di supporto o psicoterapeutico in condizioni di eleggibilita'.
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#2]
Ex utente
Gentile dr. Ruggiero,
la ringrazio per la risposta.
I miei dubbi risiedono nella scelta del mio psichiatra di avermi prescritto ora ancora l'escitalopram, che avevo già provato con scarsi risultati. La venlafaxina mi aveva aiutato almeno un pò a 225 mg, ma a causa di emospermia l'ho sospesa.
SUlla base di quanto sopra, non si sarebbe potuto valutare un altro farmaco con attività sulla noradrenalina (mirtazapina, roboxetina)?
Cosa ne pensa invece di considerare l'ECT come possibile alternativa?
So che ormai è in disuso, ma so anche che a Brescia e Pisa è ancora utilizzato con successo....
la ringrazio per la risposta.
I miei dubbi risiedono nella scelta del mio psichiatra di avermi prescritto ora ancora l'escitalopram, che avevo già provato con scarsi risultati. La venlafaxina mi aveva aiutato almeno un pò a 225 mg, ma a causa di emospermia l'ho sospesa.
SUlla base di quanto sopra, non si sarebbe potuto valutare un altro farmaco con attività sulla noradrenalina (mirtazapina, roboxetina)?
Cosa ne pensa invece di considerare l'ECT come possibile alternativa?
So che ormai è in disuso, ma so anche che a Brescia e Pisa è ancora utilizzato con successo....
[#4]
Gentile utente,
a mio parere, il dosaggio di escitalopram che lei ha praticato poteva essere incrementato. Nonostante l'indicazione sia fino a 20 mg, alcune volte ci si spinge oltre trovandone qualche effetto positivo. In genere, quando tanti antidepressivi da soli non hanno sortito alcun effetto, si prova ad associare 2 antidepressivi con bersaglio recettoriale diverso in modo da potenziarne l' azione. Ancora possono essere utili antipsicotici di utima generazione a basso dosaggio, che mostrano una discreta azione di modulazione e stabilizzazione dell'umore. Non capisco come il suo psichiatra possa sconsigliare la terapia cognitiva visot che questo tipo di psicoterapia si è sviluppato proprio a partire dai disturbi depressivi. Credo che questa valutazione dovrebbe essere fatta da uno psicoterapeuta.
Cordiali saluti
a mio parere, il dosaggio di escitalopram che lei ha praticato poteva essere incrementato. Nonostante l'indicazione sia fino a 20 mg, alcune volte ci si spinge oltre trovandone qualche effetto positivo. In genere, quando tanti antidepressivi da soli non hanno sortito alcun effetto, si prova ad associare 2 antidepressivi con bersaglio recettoriale diverso in modo da potenziarne l' azione. Ancora possono essere utili antipsicotici di utima generazione a basso dosaggio, che mostrano una discreta azione di modulazione e stabilizzazione dell'umore. Non capisco come il suo psichiatra possa sconsigliare la terapia cognitiva visot che questo tipo di psicoterapia si è sviluppato proprio a partire dai disturbi depressivi. Credo che questa valutazione dovrebbe essere fatta da uno psicoterapeuta.
Cordiali saluti
Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 2.9k visite dal 24/06/2008.
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