Tensione e spavento continuo.
Gentili Dottori,
vi rappresento un problema che mi sta rendendo la vita impossibile e facendo fare cattivi pensieri (parlo seriamente) per l'estrema sofferenza che mi provoca.
L'esordio è stato qualche mese fa quando ho cominciato ad avere problemi di insonnia mai avuti in precedenza. Dai giorni successivi è cominciata una sensazione di forte tensione mentale, come sotto condizione di estremo spavento misto ad angoscia. Questa condizione è presente dal mattino (quando mi sveglio con il respiro spaventato ed una strana angoscia mista a stordimento nella testa) fino alla sera, quindi 24 ore al giorno.
In alcuni momenti un senso di tristezza si fa più forte e si mescola con la tensione che prende una veste più triste durante questi momenti di "depressione".
Continuo anche a dormire male perchè vengo svegliato da continui picchi di spavento che partono durante la prima veglia e si susseguono fino a quando non mi alzo.
Lo psichiatra, dopo aver provato un paio di a.d. triciclici e un s.s.r.i. che sembravano portare benefici mai pieni e duraturi, ma solo per qualche settimana, si sta orientando anche su stabilizzatori dell'umore e antipsicotici atipici.
Pensate possa essere una condizione grave? Potrò ritrovare normalità e serenità?
Non resisto più così e vivo le giornate tra forte tensione/spavento (sintomo prevalente) e angoscia depressiva.
So che non si possono fare diagnosi, ma voi come lo inquadrereste?
Pensate che sia resistente ai farmaci e non ci sia possiblità per me di tornare alla condizione normale e serena che avevo in precedenza? Perchè in questa ipotesi data la sofferenza, ci sarebbe solo la soluzione più facile per porvi fine, la fine volontaria della mia vita.
Aiutatemi con risposte sincere.
vi rappresento un problema che mi sta rendendo la vita impossibile e facendo fare cattivi pensieri (parlo seriamente) per l'estrema sofferenza che mi provoca.
L'esordio è stato qualche mese fa quando ho cominciato ad avere problemi di insonnia mai avuti in precedenza. Dai giorni successivi è cominciata una sensazione di forte tensione mentale, come sotto condizione di estremo spavento misto ad angoscia. Questa condizione è presente dal mattino (quando mi sveglio con il respiro spaventato ed una strana angoscia mista a stordimento nella testa) fino alla sera, quindi 24 ore al giorno.
In alcuni momenti un senso di tristezza si fa più forte e si mescola con la tensione che prende una veste più triste durante questi momenti di "depressione".
Continuo anche a dormire male perchè vengo svegliato da continui picchi di spavento che partono durante la prima veglia e si susseguono fino a quando non mi alzo.
Lo psichiatra, dopo aver provato un paio di a.d. triciclici e un s.s.r.i. che sembravano portare benefici mai pieni e duraturi, ma solo per qualche settimana, si sta orientando anche su stabilizzatori dell'umore e antipsicotici atipici.
Pensate possa essere una condizione grave? Potrò ritrovare normalità e serenità?
Non resisto più così e vivo le giornate tra forte tensione/spavento (sintomo prevalente) e angoscia depressiva.
So che non si possono fare diagnosi, ma voi come lo inquadrereste?
Pensate che sia resistente ai farmaci e non ci sia possiblità per me di tornare alla condizione normale e serena che avevo in precedenza? Perchè in questa ipotesi data la sofferenza, ci sarebbe solo la soluzione più facile per porvi fine, la fine volontaria della mia vita.
Aiutatemi con risposte sincere.
[#1]
Gentile Utente,
pur comprendendo l'intensità della sua sofferenza considererei che ci sono molte possibilità terapeutiche prima di arrivare a pensieri tipo "la fine volontaria della mia vita". La sintomatologia che mostra sembrerebbe comprendere aspetti della serie depressiva e ansiosa compresenti. A mio parere l'idea del suo terapeuta di aggiungere stabilizzatori dell'umore è buona e potrebbe aiutare a risolvere gran parte della sua sintomatologia
Cordialità
pur comprendendo l'intensità della sua sofferenza considererei che ci sono molte possibilità terapeutiche prima di arrivare a pensieri tipo "la fine volontaria della mia vita". La sintomatologia che mostra sembrerebbe comprendere aspetti della serie depressiva e ansiosa compresenti. A mio parere l'idea del suo terapeuta di aggiungere stabilizzatori dell'umore è buona e potrebbe aiutare a risolvere gran parte della sua sintomatologia
Cordialità
Dr. Roberto Di Rubbo
[#2]
Ex utente
Grazie Dottore,
ma io non ne posso più ed il passare dei mesi ha minato anche il mio carattere, che sarebbe ben diverso da questo, ma nel forte malessere patologico viene ormai accompagnato da demoralizzazioni anche "fisiologiche".
Ma è possibile che questa stato di tensione-spavento mi accompagni per 24 ore al giorno tutti i giorni? Mi scusi, ma ha mai visto casi simili a questo con tensione continua e cronica?
E perchè quando si presentano fasi depressive i sintomi di ansiosi di tensione sono come schiacciati ed accertiti meno, ma comunque presenti? Poi, una volta riottenuta la riapertura mentale che fa risalire un pò l'umore riporta anche i sintomi ansiosi al livello di prima.
Lei parla di gran parte di risoluzione dei sintomi, ma pensa che ci sia un sistema di equilibrio celebrale che si sia rotto e che non potrà tornare più quello di prima e dovrò vivere in una mezza "normalità-infelicità". Io così non ce la faccio e questo penso l'abbia capito.
Perchè gli a.d. testati fin d'ora dopo 2-3 settimane hanno portato dei benefici per qualche settimane e, quando sembrava essere sulla strada giusta e l'obiettivo non fosse lontano, hanno regredito i loro effetti? Non mi ha detto se pensa che io sia un pò resistente o se quella degli a.d. potrebbe non essere la soluzione giusta o perlomeno da abbinare.
Premetto che molti anni fa avevo avuto un diverso disturbo ansioso, che nelle prime fasi critiche portava talvolta gli stessi momenti di depressione in copertura del disturbo principale che sto vivendo con quest'altro disturbo, risolto con altro ssri che stavolta non ha portato gli stessi benefici.
La mia famiglia ha valutato anche il ricovero perchè parlo molto di suicidio perchè comincio a temere che a questo malessere descrito (spero decentemente) non ci sia soluzione e non posso vivere nel compromesso di una mezza infelicità. Ero tutt'altra persona anche dopo aver superato il problema di tanti anni fa (anche allora pensai al suicidio, ma si risolse in meno tempo di quello che sta passando adeso e le fasi depressive che lo accompagnavano scomparirono dopo un mesetto per lasciare spazio ai soli sintomi ansiosi che nei mesi successivi andarono via tornarono al pieno benessere).
Chiedo aiuto anche perchè sto comunicando ai miei familiari le questioni burocratiche da affrontare dopo che non ci sarò più. Certo che non è facile per me, ma così non si può vivere.
ma io non ne posso più ed il passare dei mesi ha minato anche il mio carattere, che sarebbe ben diverso da questo, ma nel forte malessere patologico viene ormai accompagnato da demoralizzazioni anche "fisiologiche".
Ma è possibile che questa stato di tensione-spavento mi accompagni per 24 ore al giorno tutti i giorni? Mi scusi, ma ha mai visto casi simili a questo con tensione continua e cronica?
E perchè quando si presentano fasi depressive i sintomi di ansiosi di tensione sono come schiacciati ed accertiti meno, ma comunque presenti? Poi, una volta riottenuta la riapertura mentale che fa risalire un pò l'umore riporta anche i sintomi ansiosi al livello di prima.
Lei parla di gran parte di risoluzione dei sintomi, ma pensa che ci sia un sistema di equilibrio celebrale che si sia rotto e che non potrà tornare più quello di prima e dovrò vivere in una mezza "normalità-infelicità". Io così non ce la faccio e questo penso l'abbia capito.
Perchè gli a.d. testati fin d'ora dopo 2-3 settimane hanno portato dei benefici per qualche settimane e, quando sembrava essere sulla strada giusta e l'obiettivo non fosse lontano, hanno regredito i loro effetti? Non mi ha detto se pensa che io sia un pò resistente o se quella degli a.d. potrebbe non essere la soluzione giusta o perlomeno da abbinare.
Premetto che molti anni fa avevo avuto un diverso disturbo ansioso, che nelle prime fasi critiche portava talvolta gli stessi momenti di depressione in copertura del disturbo principale che sto vivendo con quest'altro disturbo, risolto con altro ssri che stavolta non ha portato gli stessi benefici.
La mia famiglia ha valutato anche il ricovero perchè parlo molto di suicidio perchè comincio a temere che a questo malessere descrito (spero decentemente) non ci sia soluzione e non posso vivere nel compromesso di una mezza infelicità. Ero tutt'altra persona anche dopo aver superato il problema di tanti anni fa (anche allora pensai al suicidio, ma si risolse in meno tempo di quello che sta passando adeso e le fasi depressive che lo accompagnavano scomparirono dopo un mesetto per lasciare spazio ai soli sintomi ansiosi che nei mesi successivi andarono via tornarono al pieno benessere).
Chiedo aiuto anche perchè sto comunicando ai miei familiari le questioni burocratiche da affrontare dopo che non ci sarò più. Certo che non è facile per me, ma così non si può vivere.
[#3]
Gentile Utente,
quale diagnosi le hanno fatto in precedenza? Ci sono disturbi d'ansia in comorbidità con disturbi depressivi o disturbi dove i sintomi delle due serie si presentano in forma di tipo misto che richiedono ben più di 4-5 settimane per recedere, se, in aggiunta, i sintomi ansiosi sono di tipo fobico-ossessivo i tempi sono ancora più lunghi. In certi casi gli stabilizzanti dell'umore sono un presidio farmacologico che può essere indispensabile.
se i sintomi di tensione e spavento la accompagnano lungo le 24 ore significa che la terapia attuale deve esser modificata. Non credo ci sia un problema di "resistenza" agli antidepressivi, prima di tutto perchè è probabile che non li abbia fatti ai dosaggi massimi e per periodi di tempo congrui (e poi quali, fra gli antidepressivi? non credo che li abbia fatti tutti), e poi, soprattutto, perchè è possibile che l'antidepressivo sia solo una parte di una cura composita che richiede altre categorie di farmaci.
cordialità,
quale diagnosi le hanno fatto in precedenza? Ci sono disturbi d'ansia in comorbidità con disturbi depressivi o disturbi dove i sintomi delle due serie si presentano in forma di tipo misto che richiedono ben più di 4-5 settimane per recedere, se, in aggiunta, i sintomi ansiosi sono di tipo fobico-ossessivo i tempi sono ancora più lunghi. In certi casi gli stabilizzanti dell'umore sono un presidio farmacologico che può essere indispensabile.
se i sintomi di tensione e spavento la accompagnano lungo le 24 ore significa che la terapia attuale deve esser modificata. Non credo ci sia un problema di "resistenza" agli antidepressivi, prima di tutto perchè è probabile che non li abbia fatti ai dosaggi massimi e per periodi di tempo congrui (e poi quali, fra gli antidepressivi? non credo che li abbia fatti tutti), e poi, soprattutto, perchè è possibile che l'antidepressivo sia solo una parte di una cura composita che richiede altre categorie di farmaci.
cordialità,
[#4]
Ex utente
Gentile Dottore,
i sintomi ossessivi ormai si presentavano blandamente e raramente in questi anni, per cui non sono quelli il problema. Faccio presente che, i sintomi ansiosi che ho in questo periodo si presentarono già improvvisamente in modo lieve già molti anni fa dopo una fase di ritorno del doc, ma scomparvero dopo poche settimane spontaneamente, o, perlomeno, continuando la terapia del doc.
Disturbi fobici non ne ho mai avuti.
Gli a.d. assunti sono stati:
- fevarin (che all'inizio aumentai di nuovo da 50 mg che continuavo a prendere per il controllo del doc, a 300 mg) con successiva aggiunta di surmontil 25mg (fino a 1 + 1 +2) il tutto per circa 5 mesi
- sostituzione surmontil con tofranil (9 settimane)
- sostituzione di fevarin e tofranil con citalopram (30 mg al giorno) da circa 3 mesi
- aggiunta depakin 900 mg/die da 3 settimane con riduzione citalopram a 20 mg.
Ma lei pensa che non si potrebbe risolvere continuando a tentare tutti l'a.d.?
Lo specialista ha ipotizzato anche un'iperattivazione avvenuta negli anni con il fevarin.
Pensa che altrimenti non si risolva con l'a.d., o ci sia resistenza dato che tutti, dopo alcuni migliramenti hanno regredito nei benefici?
Ora lo specialista sta per introdurmi l'abilify.
Cosa ne pensa?
Non mi ha detto se crede sinceramente da queste cose se ne possa uscire davvero e bene.
Grazie per il filo sottile al quale mi sta permettendo di aggrapparmi.
i sintomi ossessivi ormai si presentavano blandamente e raramente in questi anni, per cui non sono quelli il problema. Faccio presente che, i sintomi ansiosi che ho in questo periodo si presentarono già improvvisamente in modo lieve già molti anni fa dopo una fase di ritorno del doc, ma scomparvero dopo poche settimane spontaneamente, o, perlomeno, continuando la terapia del doc.
Disturbi fobici non ne ho mai avuti.
Gli a.d. assunti sono stati:
- fevarin (che all'inizio aumentai di nuovo da 50 mg che continuavo a prendere per il controllo del doc, a 300 mg) con successiva aggiunta di surmontil 25mg (fino a 1 + 1 +2) il tutto per circa 5 mesi
- sostituzione surmontil con tofranil (9 settimane)
- sostituzione di fevarin e tofranil con citalopram (30 mg al giorno) da circa 3 mesi
- aggiunta depakin 900 mg/die da 3 settimane con riduzione citalopram a 20 mg.
Ma lei pensa che non si potrebbe risolvere continuando a tentare tutti l'a.d.?
Lo specialista ha ipotizzato anche un'iperattivazione avvenuta negli anni con il fevarin.
Pensa che altrimenti non si risolva con l'a.d., o ci sia resistenza dato che tutti, dopo alcuni migliramenti hanno regredito nei benefici?
Ora lo specialista sta per introdurmi l'abilify.
Cosa ne pensa?
Non mi ha detto se crede sinceramente da queste cose se ne possa uscire davvero e bene.
Grazie per il filo sottile al quale mi sta permettendo di aggrapparmi.
[#5]
Gentile Utente,
non ho ancora capito che diagnosi le hanno fatto, mi sembra di intuire che la diagnosi verso cui è orientato il suo curante sia di Disturbo Ossessivo Compulsivo, pur non avendo lei avuto fobie specifiche, e dichiarando lei attualmente sintomi ansiosi che sembrerebbero appartenere ad un Disturbo d'ansia generalizzato. Se così fosse l'ansia ed il malessere che ancora accusa sono legati al mancato o non completo controllo della sintomatologia. Una terapia che funziona non regredisce nei suoi effetti dopo alcune settimane. La terapia del DOC richiede particolare pazienza e tempi lunghi, perchè tale disturbo, specie se è in comorbidità con altri (DAP/GAD/Aspetti di Personalità, e quant'altro) è particolarmente resistente alle cure; ciononostante con molta pazienza si può uscire, anche definitivamente, da questo problema.
Cordialità,
non ho ancora capito che diagnosi le hanno fatto, mi sembra di intuire che la diagnosi verso cui è orientato il suo curante sia di Disturbo Ossessivo Compulsivo, pur non avendo lei avuto fobie specifiche, e dichiarando lei attualmente sintomi ansiosi che sembrerebbero appartenere ad un Disturbo d'ansia generalizzato. Se così fosse l'ansia ed il malessere che ancora accusa sono legati al mancato o non completo controllo della sintomatologia. Una terapia che funziona non regredisce nei suoi effetti dopo alcune settimane. La terapia del DOC richiede particolare pazienza e tempi lunghi, perchè tale disturbo, specie se è in comorbidità con altri (DAP/GAD/Aspetti di Personalità, e quant'altro) è particolarmente resistente alle cure; ciononostante con molta pazienza si può uscire, anche definitivamente, da questo problema.
Cordialità,
[#6]
Ex utente
Un altro psichiatra molto bravo e conosciuto, che mi visita in collaborazione con il mio che ho da sempre, ma si trova più lontano, ha definito il mio disturbo come se fosse un'angoscia ossessiva. Nel senso che, invece di essersi bloccato un pensiero come avvenne tanti anni fa, stavolta si è bloccata una forte sensazione di tensione e spavento continui 24 ore al giorno, ogni secondo. Completamente bloccata. Ed è proprio io che così la definisco fin dall'inizio, non ci sono momenti di ansia e non ansia nella giornata, è continua. Ma non ansia genealizzata, io non ho preoccupazioni per ogni cosa, ma un senso di panico fisso e mostruosamente invalidante attaccato addosso.
Il fatto che le terapie con a.d., con i primi benefici, hanno regredito i loro effetti va inquadrato come una resistenza del disturbo ai trattamenti? perchè se è così, sarà impossibile pensare di convivere anche altri pochi giorni in questa condizione.
Lei è sinceramente ottimista in questa situazione (tipo doc, ma di sansazione). Il fatto che gli a.d. mi hanno dato anche un giorno di miglioramento, non può significare che quella condizione possa essere portata a stabilità anche per periodi lunghi come fu in passato?
Il fatto di non aver usato per molto tempo in passato a dosaggio terapeutico il fevarin che aveva sempre funzionato, riaumentato poi a gennaio a causa di questa condizione, può aver provocato una resistenza dei recettori della serotonina alla loro inibizione?
Ma sinceramente, Professionalmente ed umanamente, e non come pensiero di consolazione, lei pensa davvero che io possa rompere questa condizione di tensione definibile semi panicosa e cronica (ripeto, ogni secondo di ogni giornata) e tornare a sentire stabilmente una normalità con anche relax che, le giuro, non so cosa significhi da più di un anno?
Mi raccomando sia sincero, per me è importante.
Grazie.
Il fatto che le terapie con a.d., con i primi benefici, hanno regredito i loro effetti va inquadrato come una resistenza del disturbo ai trattamenti? perchè se è così, sarà impossibile pensare di convivere anche altri pochi giorni in questa condizione.
Lei è sinceramente ottimista in questa situazione (tipo doc, ma di sansazione). Il fatto che gli a.d. mi hanno dato anche un giorno di miglioramento, non può significare che quella condizione possa essere portata a stabilità anche per periodi lunghi come fu in passato?
Il fatto di non aver usato per molto tempo in passato a dosaggio terapeutico il fevarin che aveva sempre funzionato, riaumentato poi a gennaio a causa di questa condizione, può aver provocato una resistenza dei recettori della serotonina alla loro inibizione?
Ma sinceramente, Professionalmente ed umanamente, e non come pensiero di consolazione, lei pensa davvero che io possa rompere questa condizione di tensione definibile semi panicosa e cronica (ripeto, ogni secondo di ogni giornata) e tornare a sentire stabilmente una normalità con anche relax che, le giuro, non so cosa significhi da più di un anno?
Mi raccomando sia sincero, per me è importante.
Grazie.
[#7]
Gentile Utente,
la certezza della guarigione in medicina è impossibile, visto che, putroppo, non è mai un fatto matematico. Quello che può fare è indirizzarsi su una determinata terapia affidandosi ad un professionista di sua scelta e portare la terapia a compimento, non stancandosi di provare finché non avrà raggiunto il suo obiettivo.
Indubbiamente un aspetto importante del suo percorso terapeutico sarà il poter uscire (con l'adeguata terapia farmacologica e un'eventuale adeguata psicoterapia) dalle rimuginazioni ossessive/depressive in cui per il momento lei sembra avvolto.
Cordialità,
la certezza della guarigione in medicina è impossibile, visto che, putroppo, non è mai un fatto matematico. Quello che può fare è indirizzarsi su una determinata terapia affidandosi ad un professionista di sua scelta e portare la terapia a compimento, non stancandosi di provare finché non avrà raggiunto il suo obiettivo.
Indubbiamente un aspetto importante del suo percorso terapeutico sarà il poter uscire (con l'adeguata terapia farmacologica e un'eventuale adeguata psicoterapia) dalle rimuginazioni ossessive/depressive in cui per il momento lei sembra avvolto.
Cordialità,
[#8]
Ex utente
Grazie Dottore,
se per guarigione si intende tornare perfettamente come prima di tutto e senza l'utilizzo di alcun farmaco sono d'accordo, ma io intendo la totale remisione dei sintomi che mi riportino alla condizione di serenità che avevo prima di questo blocco ansioso/panicoso continuo. Prima di questo brutto periodo, appunto, con i farmaci sono stato per molto tempo con la remissione totale di tutti i sintomi in monoterapia, tranne un totale frazionato di una decina di giorni all'anno con sintomi ossessivi leggeri. Lo psichiatra dice che a quel punto di benessere, ci sono stato per tanti anni e ci posso tornare, e per me quella è guarigione.
La mia condizione è stata definita una condizione ansioso/panicosa continua che nei periodi di cura con a.d. ha avuto benefici parziali e non stabilizzati. Mi seguono in più specialisti privati coordinati tra loro e mi assicurano che sono disturbi i cui sintomi scompariranno. Non pensi che questa domanda sia parte del tratto ossessivo, ma per me, come per chiunque è necessario sapere se una modificazione subita dai recettori nell'arco degli anni non possa comunque permettere che tale obiettivo si perseguibile.
Dato che ieri l'ansia continua che ultimamente oscillava nell'arco della giornata a livelli medio alti, è arrivata ad un livello estremo, lo specialista ha modificato lo xanax, che assumo tra gli altri farmaci, da 0,25-0,25-0,5 e 2 mg ril. prolungato. Tra l'altro ritiene che se non si abbassa il livello nell'immediato per poi far agire al meglio la terapia davvero curativa, in queste condizioni è a rischio la mia incolumità fisica.
L'altra domanda, si trova sempre la combinazione farmacologica che porta alla remissione dei sintomi?
Il fatto che sia trascorso un anno dall'inizio di questo vero incubo non implica che possa essere resistente alla stabilizzazione del benessere con gli a.d. e per me ci sia solo la sofferenza chce condurrebbe alla morte?
Il moi specialista, che tuttora collabora con il noto prof. di pisa, mi ha detto che persone che si curavano da 10 anni e che non avevano trovato la strada giusta, dopo essere stati in cura da loro, hanno trovato la via giusta.
Grazie Dottore per questo dialogo che epistolare che ho con lei e che spero non sottovaluti mai in ogni minima sfumatura.
se per guarigione si intende tornare perfettamente come prima di tutto e senza l'utilizzo di alcun farmaco sono d'accordo, ma io intendo la totale remisione dei sintomi che mi riportino alla condizione di serenità che avevo prima di questo blocco ansioso/panicoso continuo. Prima di questo brutto periodo, appunto, con i farmaci sono stato per molto tempo con la remissione totale di tutti i sintomi in monoterapia, tranne un totale frazionato di una decina di giorni all'anno con sintomi ossessivi leggeri. Lo psichiatra dice che a quel punto di benessere, ci sono stato per tanti anni e ci posso tornare, e per me quella è guarigione.
La mia condizione è stata definita una condizione ansioso/panicosa continua che nei periodi di cura con a.d. ha avuto benefici parziali e non stabilizzati. Mi seguono in più specialisti privati coordinati tra loro e mi assicurano che sono disturbi i cui sintomi scompariranno. Non pensi che questa domanda sia parte del tratto ossessivo, ma per me, come per chiunque è necessario sapere se una modificazione subita dai recettori nell'arco degli anni non possa comunque permettere che tale obiettivo si perseguibile.
Dato che ieri l'ansia continua che ultimamente oscillava nell'arco della giornata a livelli medio alti, è arrivata ad un livello estremo, lo specialista ha modificato lo xanax, che assumo tra gli altri farmaci, da 0,25-0,25-0,5 e 2 mg ril. prolungato. Tra l'altro ritiene che se non si abbassa il livello nell'immediato per poi far agire al meglio la terapia davvero curativa, in queste condizioni è a rischio la mia incolumità fisica.
L'altra domanda, si trova sempre la combinazione farmacologica che porta alla remissione dei sintomi?
Il fatto che sia trascorso un anno dall'inizio di questo vero incubo non implica che possa essere resistente alla stabilizzazione del benessere con gli a.d. e per me ci sia solo la sofferenza chce condurrebbe alla morte?
Il moi specialista, che tuttora collabora con il noto prof. di pisa, mi ha detto che persone che si curavano da 10 anni e che non avevano trovato la strada giusta, dopo essere stati in cura da loro, hanno trovato la via giusta.
Grazie Dottore per questo dialogo che epistolare che ho con lei e che spero non sottovaluti mai in ogni minima sfumatura.
[#9]
Gentile Utente,
il fatto che lei sia seguito da diversi specialisti che sembrano assolutamente competenti, è già una buona cosa. Concordo con ciò che le hanno detto sul fatto che la remissione totale dei sintomi, pur potendo non avvenire in ricadute diverse con la stessa tempistica, sia possibile.
La combinazione farmacologica che porta alla remissione dei sintomi non la si può rinvenire in tempi matematicamente misurabili, dato che i fattori che influenzano il funzionamento cerebrale e quindi gli scambi intersinaptici, non sono influenzati solamente dalla componente chimica aggiunta (leggi: farmaci), ma da una miriade di altri fattori concorrenti (età, eventi esterni ed interni attivi anche e soprattutto a livello inconscio, fattori fisici, ecc...).
Per questi motivi, è essenziale la persistenza nella ricerca della soluzione.
Cordialità,
il fatto che lei sia seguito da diversi specialisti che sembrano assolutamente competenti, è già una buona cosa. Concordo con ciò che le hanno detto sul fatto che la remissione totale dei sintomi, pur potendo non avvenire in ricadute diverse con la stessa tempistica, sia possibile.
La combinazione farmacologica che porta alla remissione dei sintomi non la si può rinvenire in tempi matematicamente misurabili, dato che i fattori che influenzano il funzionamento cerebrale e quindi gli scambi intersinaptici, non sono influenzati solamente dalla componente chimica aggiunta (leggi: farmaci), ma da una miriade di altri fattori concorrenti (età, eventi esterni ed interni attivi anche e soprattutto a livello inconscio, fattori fisici, ecc...).
Per questi motivi, è essenziale la persistenza nella ricerca della soluzione.
Cordialità,
[#10]
Ex utente
Gentile Dottore,
come le avevo accennato nel post precedente, la terapia per la cura di questa condizione continua h24 di angoscia è stata variata nel seguente modo:
- depakin 300 x 3
- citalopram 40 mg
- abilify 7,5 mg
- xanax r.p. 2 mg
Domande:
1) cosa pensa in generale di questa terapia in relazione alla mia condizione?
2) l'abilify, come antipsicotico, non essendo un classico farmaco per la cura dei sintomi ansiosi, pensa sia stato inserito provvisoriamente per controllare la situazione critica o per altre ragioni? Lei l'avrebbe prescritto in questo caso?
3) spero, appunto, che l'abilify stia stato prescritto per un periodo limitato e poi scalato monitorando i livelli ansiosi da stabilizzare e portare alla remissione mediante la viariazione e la combinazione diversa di a.d.. Cosa ne pensa?
- l'abilify che assumo da 3 giorni può portare ad un forte calo della libido? Non intendo un ritardo temporaneo dell'eiaculazione come accade per gli a.d., ma ad un vero problema di libido.
Il primo giorno di assunzione dell'abilify (venerdì) mi sono sentito come derogato, ma me l'aspettavo, sabato un pò meglio e ieri non male, l'ansia è calata già dal giorno dopo l'assunzione in modo evidente e questa mi sembra una reazione troppo artificiale, dato che anche nei problemi ossessivi vissuti in passato, i benefici arrivano in modo graduale. Significa che per ora è un finto semi-benessere?
Le chiedo, come sempre, la massima sincerità nelle risposte, anche perchè da un pò di tempo sto facendo stare in apprensione la mia famiglia, compresa mia moglie che è anch'essa medico, ma anestesista e, pertanto, più che farmi curare da colleghi psichiatri ritenuti di nota competenza, non può fare altro.
La prego, anche se non può sbilanciarsi, di rispondere alle mie richieste.
Sempre grato.
come le avevo accennato nel post precedente, la terapia per la cura di questa condizione continua h24 di angoscia è stata variata nel seguente modo:
- depakin 300 x 3
- citalopram 40 mg
- abilify 7,5 mg
- xanax r.p. 2 mg
Domande:
1) cosa pensa in generale di questa terapia in relazione alla mia condizione?
2) l'abilify, come antipsicotico, non essendo un classico farmaco per la cura dei sintomi ansiosi, pensa sia stato inserito provvisoriamente per controllare la situazione critica o per altre ragioni? Lei l'avrebbe prescritto in questo caso?
3) spero, appunto, che l'abilify stia stato prescritto per un periodo limitato e poi scalato monitorando i livelli ansiosi da stabilizzare e portare alla remissione mediante la viariazione e la combinazione diversa di a.d.. Cosa ne pensa?
- l'abilify che assumo da 3 giorni può portare ad un forte calo della libido? Non intendo un ritardo temporaneo dell'eiaculazione come accade per gli a.d., ma ad un vero problema di libido.
Il primo giorno di assunzione dell'abilify (venerdì) mi sono sentito come derogato, ma me l'aspettavo, sabato un pò meglio e ieri non male, l'ansia è calata già dal giorno dopo l'assunzione in modo evidente e questa mi sembra una reazione troppo artificiale, dato che anche nei problemi ossessivi vissuti in passato, i benefici arrivano in modo graduale. Significa che per ora è un finto semi-benessere?
Le chiedo, come sempre, la massima sincerità nelle risposte, anche perchè da un pò di tempo sto facendo stare in apprensione la mia famiglia, compresa mia moglie che è anch'essa medico, ma anestesista e, pertanto, più che farmi curare da colleghi psichiatri ritenuti di nota competenza, non può fare altro.
La prego, anche se non può sbilanciarsi, di rispondere alle mie richieste.
Sempre grato.
[#11]
Gentile Utente,
1) (cosa pensa in generale di questa terapia in relazione alla mia condizione?)
---Buona---
2) (l'abilify, come antipsicotico, non essendo un classico farmaco per la cura dei sintomi ansiosi, pensa sia stato inserito provvisoriamente per controllare la situazione critica o per altre ragioni? Lei l'avrebbe prescritto in questo caso?)---Per controllare la situazione critica, ma molto utile anche nel mantenimento; Si e a dosaggio anche più alto, se necessario---.
3) (spero, appunto, che l'abilify stia stato prescritto per un periodo limitato e poi scalato monitorando i livelli ansiosi da stabilizzare e portare alla remissione mediante la viariazione e la combinazione diversa di a.d.. Cosa ne pensa?)---Da mantenersi per il tempo necessario, anche mesi.---
(l'abilify che assumo da 3 giorni può portare ad un forte calo della libido?)---Non più degli altri farmaci che assume---
(Significa che per ora è un finto semi-benessere?)---E' un benessere, bisogna vedere come si stabilizzerà.---
Cordialità,
1) (cosa pensa in generale di questa terapia in relazione alla mia condizione?)
---Buona---
2) (l'abilify, come antipsicotico, non essendo un classico farmaco per la cura dei sintomi ansiosi, pensa sia stato inserito provvisoriamente per controllare la situazione critica o per altre ragioni? Lei l'avrebbe prescritto in questo caso?)---Per controllare la situazione critica, ma molto utile anche nel mantenimento; Si e a dosaggio anche più alto, se necessario---.
3) (spero, appunto, che l'abilify stia stato prescritto per un periodo limitato e poi scalato monitorando i livelli ansiosi da stabilizzare e portare alla remissione mediante la viariazione e la combinazione diversa di a.d.. Cosa ne pensa?)---Da mantenersi per il tempo necessario, anche mesi.---
(l'abilify che assumo da 3 giorni può portare ad un forte calo della libido?)---Non più degli altri farmaci che assume---
(Significa che per ora è un finto semi-benessere?)---E' un benessere, bisogna vedere come si stabilizzerà.---
Cordialità,
Questo consulto ha ricevuto 11 risposte e 10.4k visite dal 03/12/2013.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Insonnia
L'insonnia è un disturbo del sonno che comporta difficoltà ad addormentarsi o rimanere addormentati: tipologie, cause, conseguenze, cure e rimedi naturali.