"Augmentation treatment" nella depressione maggiore unipolare

Salve a tutti,
ho scritto il titolo in inglese perchè non sapevo renderlo bene in italiano e premetto che sono del settore e quindi ne capisco abbastanza, potete dunque scrivere anche in "medichese" se volete. Vi descrivo il mio quadro.
E' tutto cominciato nel ottobre 2012 con insonnia e sintomi tipici della depressione con un punteggio direi pieno della HRSD a causa di un lutto. Vista prima dal mio medico di famiglia e poi anche dallo psichiatra del mio policlinico, mi viene diagnosticata una depressione melanconica con insonnia. Vengo dunque posta in trattamento con sertralina + zolpidem.
Novembre 2012: giungo alle dosi massime di sertralina e comincio l'infinito cambio di benzodiazepine e similari per l'insonnia che ormai è divenuta cronica e non risponde ai trattamenti. Umore un po' migliorato.
Gennaio 2013: parziale risposta alla sertralina a massimo dosaggio, ma ormai sono passate oltre 6 settimane dall'inizio del trattamento e la risposta non è piena. Si decide per passare alla paroxetina, da subito non tollerata, con gravi effetti collaterali gastrointestinali e anisocoria (anche segnalata). Si decide di abbandonare gli SSRI per gli atipici e mi viene proposta la mirtazapina. Rifiuto categoricamente a causa dell'effetto oressigeno che ha (sono un'ex obesa). Alla proposta della venlafaxina invece non ho nulla da contraddire. Mi vengono aggiunti anche 150 mg di trazodone rp per l'insonnia. Continuo nella ricerca della benzodiazepina giusta.
Febbraio 2013: venlafaxina 225 mg rp + trittico 150 mg rp + benzodiazepina serale. Umore in rialzo. Cominciano a insorgere tremori intenzionali, presenti già al risveglio.
Maggio 2013: venlafaxina dosaggio massimo + trittico 150 mg rp + estazolam 2 mg (finalmente). Sonno normale, umore buono, ma purtroppo tremori eccessivi. Ritorno a venlafaxina 225 mg rp.
Luglio 2013: purtroppo nuovo lutto. Umore sotto le scarpe. Inoltre insorgenza con successiva diagnosi neurologica di emicrania, posta in trattamento profilattico con topiramato 75 mg x 2/die + almotriptan al bisogno, che fino ad ora ha dato buoni risultati. Per il resto la stessa terapia.
Ad oggi ho cercato di affrontare la cosa mantenendo la stessa terapia, ma ormai non è più possibile. Sono sempre stanca, il sonno non è più riposante. Mi sveglio priva di energie e alle 13 non ho più la forza di fare nulla. Non ho più un minimo di concentrazione: prima macinavo pagine su pagine, ora fatico a studiarne 5 in un ora. Per quanto riguarda l'umore poi... non ne parliamo. Cattivi pensieri che prima si erano allontanati adesso balenano di nuovo nella mente e la cosa non è più accettabile. Psicoterpia mi direte tutti. La sto già facendo, ma come tutti sapete un buon supporto farmacologico, in casi come questo, aiuta molto, nel mio soprattutto. Contatto dunque psichiatra e medico di famiglia che mi dicono che di più non si può... Ma come? Aripiprazolo, amisulpride, pramipexolo, ropinirolo, bupropione... Tutti usati! Voi cosa sapete dirmi in proposito? Vi ring
[#1]
Dr. Mario Savino Psichiatra 1.3k 75
Il Suo Psichiatra è contrario ai triciclici?

Mario Savino
medico
Specialista in Psichiatria

[#2]
Utente
Utente
Gentile Dr. Savino,
innanzitutto la ringrazio per la risposta. Purtroppo i caratteri limitati non mi hanno permesso di stendere un'anamnesi completa. Qualche anno fa sono già stata trattata con triciclici per la sindrome del colon irritabile refrattaria ad ogni altro tipo di trattamento, con risultati ottimi direi, ma con effetti collaterali devastanti (sonnolenza diurna mostruosa e aumento di peso soprattutto). All'epoca ero ancora obesa (pesavo oltre 100 kg x 170 cm), con una steatosi epatica importante, e il trattamento ha migliorato la sintomatologia ma ha peggiorato gli indici di funzionalità epatica. Considerando che ho sacrificato tanto per giungere al peso attuale, che di giorno ho assoluto bisogno di lucidità mentale e di una spinta in più, che i dosaggi all'epoca utilizzati sarebbero sensibilmente inferiori a quelli da utilizzare per una sindrome depressiva, sia io che il mio psichiatra abbiamo convenuto che il rapporto rischio/beneficio non è a favore del trattamento.
Il mio obiettivo è molto semplice: vorrei solamente riuscire a studiare e a concentrarmi come una volta, senza essere sempre stanca, poco lucida e dalla distrazione fin troppo facile. Tutto qui.
La ringrazio dell'attenzione.
Cordiali saluti
[#3]
Dr. Mario Savino Psichiatra 1.3k 75
beh, clomipramina, trimipramina e altri agevolano molto l'aumento di peso ma ne esistono altri che incidono sul peso quanto se non meno di alcuni SSRI, un tentativo non dovrebbe essere escluso
IMHO

Cordialità


MS
[#4]
Utente
Utente
Gentile Dr. Savino,
pur parzialmente d'accordo con lei, molte linee guida pongono i triciclici come terze o quarte scelte tra i trattamenti da impiegare per le depressioni resistenti ai trattamenti, ponendoli quasi al pari dei MAO-inibitori, mentre supportano maggiormente l'implementazione con altri farmaci quali antipsicotici atipici, anticonvulsivanti e dopaminergici. Se ne deduce che in quanto ad efficacia e rapporto rischi/benefici, tali trattamenti risultino superiori.
La mia non vuole essere una critica al suo consiglio, anzi. Piuttosto vorrei sapere perchè se questi farmaci sono efficaci nessuno li usa in Italia e se qualcuno ha esperienza nel loro utilizzo in clinica.
Giusto un'altra domanda da non "addetta ai lavori": i tremori a quale neurotrasmettitore potrebbero essere maggiormente imputati? Nella pratica: se introduco la per esempio la nortriptilina, mi aumenta la noradrenalina, vado meglio o peggio rispetto all'introduzione di un dopaminergico o serotoninergico?
Grazie dell'attenzione.
Cordiali saluti
[#5]
Dr. Mario Savino Psichiatra 1.3k 75
"Contatto dunque psichiatra e medico di famiglia che mi dicono che di più non si può... Ma come? Aripiprazolo, amisulpride, pramipexolo, ropinirolo, bupropione... Tutti usati!

Allora non ho capito io, quando lei scrive "tutti usati!" intende che questo tipo di augmentation è stata utilizzata o no?
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