Ansia generalizzata con dispnea cronica e ossessione
Sono un ragazzo di 26 anni,bancario.Fino ai 16 anni ho avuto una vita stupenda sotto tutti i punti di vista nonostante sia sempre stato un po'perfezionista.Dopo un infortunio al ginocchio(12/2003)smisi di giocare a calcio (ho subito 2interventi 1 dei quali per rimediare ai danni di una fisioterapia fatta male).2 mesi prima del 2°intervento mi si scateno' una forte colite quotidiana(11/ 2004).Stavo male ogni giorno,la mattina mi alzavo col un groppo in gola e andavo in bagno spessissimo con diarrea (7/8 volte al dì),anche al liceo;che imbarazzo!Quando andavo in bagno a scaricare per un po' mi tranquillizzavo.Correlati a questo disturbo funzionale vi erano altri sintomi quali fitte anali e dermatiti.A parte la colite a livello emozionale mi sentivo sempre vivo.Col perdurare dei sintomi inizio a guardare con timore alle uscite per paura di non trovare un wc e far brutte figure,io che mi ero sempre ritenuto leader con gli amici e dongiovanni con le ragazze avevo paura del mio stesso corpo e del giudizio degli altri.Varie relazioni sentimentali si susseguono di cui due importanti fino al 2011;in corrispondenza con le prime uscite insieme all' ultima ragazza(2009)inizia a manifestarsi oltre alla colite una forte ansia anticipatoria,con scariche costanti prima di uscire,ansia che dilaga sempre più profondamente in tutti i contesti della mia vita.In questo periodo ho avuto alcuni attacchi di panico prima di dormire.Da lì ho iniziato a vivere la mia vita malissimo;il senso di ansia e angoscia onnipresente divento' insopportabile e mi prese sempre più il respiro,con paura di rilassarmi per timore di farmela sotto dalla paura.Tensione fisica e psichica cronica.Dal 2009 inizio psicoterapia durata un anno e mezzo con scarsi risultati.Gli unici risultati arrivarono con una cura farmacologica con Cipralex e Gabapentin:la colite si era calmata anche se l' ossessione del bagno era sempre presente;dopo circa 8 mesi sospesi la cura a causa di effetti collterali quali disfunzioni sessuali e aumento di peso.Ora sto facendo psicoterpia corporea,il mio terapeuta crede e in parte anche io,che io mi sforzi di dare un' immagine all' esterno di qualcosa che non sono per compiacere chi mi circonda.A lavoro se sto fermo a sedere mi sento il fiato che mi manca,ho dispercezione del mio corpo,derealizzazione,quando parlo a lavoro con i clienti ho il timore di perdere il controllo del mio intestino (cosa che non capita mai),senso di rabbia.Mi sento scoppiare da un momento all' altro,in piedi sento le gambe molli e vertigini.Solo lo sport mi fa star meglio.Non assumo farmaci,la colite non c' è più, sono regolare ma passo buona parte giornata a pensare a quando andro' in bagno.Il respiro è ipercontrollato e corto,i muscoli tesissimi.Tutti i giorni.Potete darmi dei consigli su come risolvere questa situazione che mi sta distruggendo? Poi non mi spiego il perchè questa ossessione dell' intestino non passi nonostante non soffra più di colite,a cosa mi serve questa forma di controllo?
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Gentile utente,
le domande che pone non sono sicuramente semplici.
La sua storia fa pensare effettivamente ad un problema di immagine di sé (da proporre a se stesso e agli altri) che si manifesta attraverso un'intensa sintomatologia corporea.
Mi sembra che il percorso che sta affrontando (psicoterapia corporea) sia opportuno per potersi conoscere meglio e quindi gestire anche le preoccupazioni che derivano dalla sua situazione.
Ha mai pensato (insieme al suo psichiatra) di provare nuovamente ad affiancare anche una terapia farmacologica? In questo modo potrebbe rendere più agevole il percorso psicoterapeutico.
Da quello che scrive, i farmaci usati in passato hanno dato dei discreti risultati sulla sintomatologia. Il fatto che li abbia dovuti sospendere per gli effetti collaterali segnalati non significa che qualunque farmaco le darebbe disturbi analoghi.
Cordiali saluti,
le domande che pone non sono sicuramente semplici.
La sua storia fa pensare effettivamente ad un problema di immagine di sé (da proporre a se stesso e agli altri) che si manifesta attraverso un'intensa sintomatologia corporea.
Mi sembra che il percorso che sta affrontando (psicoterapia corporea) sia opportuno per potersi conoscere meglio e quindi gestire anche le preoccupazioni che derivano dalla sua situazione.
Ha mai pensato (insieme al suo psichiatra) di provare nuovamente ad affiancare anche una terapia farmacologica? In questo modo potrebbe rendere più agevole il percorso psicoterapeutico.
Da quello che scrive, i farmaci usati in passato hanno dato dei discreti risultati sulla sintomatologia. Il fatto che li abbia dovuti sospendere per gli effetti collaterali segnalati non significa che qualunque farmaco le darebbe disturbi analoghi.
Cordiali saluti,
Dr. Michele Patat
https://www.medicitalia.it/michelepatat
[#2]
Utente
Grazie per la risposta rapida e chiara, in effetti sto pensando di rivolgermi nuovamente anche ad uno psichiatra ma da una parte non vedo di buon occhio i farmaci, non perche' non funzionino, ma avendo presente altre situazioni simili alla mia vedo che non appena la terapia viene interrotta c e' sistematicamente una recidiva dei sintomi! E' pur anche vero che soffrire cosi' non e' possibile... si rischia di isolarsi e di fare anche brutti pensieri; io in dei momenti ho avuto e ho pensieri suicidi ma sono solo pensieri. Nonostante tutto alla vita ci tengo ancora tanto. Volevo sapere se solo con la psicoterapia potrebbe esser possibile uscire del tutto da questo inferno o se nel mio caso e' opportuno ricorrere ad una stampella. La cosa che odio di piu e' il non riuscire a respirare correttamente o meglio...odio questo ipercontrollo! Mi arrabbio con me stesso perche' io so che non mi accadrebbe nulla di male se mi lasciassi andare ma ho dentro come una spia che m fa stare in allerta tutto il giorno e non so come fare a spegnerla. Voglio vivere tranquillo!!!
[#3]
Gentile utente,
certamente le possibilità sono tante e non è escluso che lei possa risolvere il suo problema anche senza l'ausilio di una terapia farmacologica (non sarebbe certo la prima volta che succede).
Il consiglio di valutarla ugualmente nasce dalla convinzione che la psicoterapia possa risultare ancora più efficace se chi la segue è nelle condizioni migliori per poterla sfruttare al massimo. Nel suo caso quindi lo scopo di una farmacoterapia potrebbe essere quello di ridurre la sofferenza (stare allerta tutto il giorno, ad esempio) e permetterle di affrontare la psicoterapia con maggiore libertà.
Tenga presente infine che quanto da lei descritto, rispetto alla recidiva conseguente alla sospensione dei farmaci, solitamente accade quando la sospensione è prematura o accelerata.
Cordiali saluti,
certamente le possibilità sono tante e non è escluso che lei possa risolvere il suo problema anche senza l'ausilio di una terapia farmacologica (non sarebbe certo la prima volta che succede).
Il consiglio di valutarla ugualmente nasce dalla convinzione che la psicoterapia possa risultare ancora più efficace se chi la segue è nelle condizioni migliori per poterla sfruttare al massimo. Nel suo caso quindi lo scopo di una farmacoterapia potrebbe essere quello di ridurre la sofferenza (stare allerta tutto il giorno, ad esempio) e permetterle di affrontare la psicoterapia con maggiore libertà.
Tenga presente infine che quanto da lei descritto, rispetto alla recidiva conseguente alla sospensione dei farmaci, solitamente accade quando la sospensione è prematura o accelerata.
Cordiali saluti,
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 5.1k visite dal 21/11/2013.
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