Visita neuropsichiatrica

Buongiorno,
a seguito di disturbi di ansia (di lungo corso ma con nuova sintomatologia), il mio medico di base mi ha prescritto una visita neuropsichistrica.
Vorrei capire bene in cosa consiste.
E' valutativa, per capire bene in quale sfera di competenza può rientrare il mio caso?
E' necessario avere esami diagnostici a disposizione?

Ringrazio per la cortese attenzione.

Saluti
[#1]
Dr. Michele Patat Psichiatra, Psicoterapeuta 640 11
Gentile utente,
la visita consiste generalmente in un colloquio durante il quale esporre allo specialista la sintomatologia avvertita e le circostanze in cui si manifesta.
Sarà poi lo specialista stesso a farle le domande che riterrà più opportune al fine di formulare una diagnosi e quindi prescrivere una terapia, se necessaria.
Rispetto agli esami diagnostici, è sempre bene avere con sé i più recenti e i più significativi (quelli effettuati per il disturbo attuale).
Eventualmente poi lo specialista potrà prescriverne altri se li ritenesse necessari.
Cordiali saluti,

Dr. Michele Patat
https://www.medicitalia.it/michelepatat

[#2]
Utente
Utente
Gent.mo Dott. Patat,
La ringrazio per il celere intervento.
E' la prima volta che mi appresto ad affrontare questa visita specialistica, o comunque in questo ambito, pertanto non ho eseguito alcun esame diagnostico al riguardo.

Distinti saluti.


[#3]
Utente
Utente
Buongiorno,
da stasera intraprenderò un percorso con uno psicologo, ma il mio principale problema resta il sintomo bloccante e invalidante.
Avverto un senso di paura ingiustificata per situazioni del tutto normali, di vita quotidiana (spostamenti urbani, lavoro, pubbliche relazioni, ecc.).
Il tutto ha inizio con un fastidio/solletico nel basso ventre, spostato a sinistra, nausea, tachicardia, attacco vero e proprio.
Può una adeguata terapia di colloqui sconfiggere il sintomo, o va abbinata anche ad una terapia farmacologica?

Il medico di base ha individuato cause di natura psicologica per questo mi ha prescritto 5 gocce di Valpinax. Potrebbe aiutarmi per questo disturbo?
Il Lexotan potrebbe rappresentare una valida alternativa?
Stamattina ho assunto una cp. di Valeriana dispert.

Ringrazio in anticipo per l'attenzione.

Cordiali saluti

[#4]
Dr. Michele Patat Psichiatra, Psicoterapeuta 640 11
Gentile utente,
dal suo ultimo messaggio mi sembra di riscontrare una contraddizione rispetto a quanto scritto precedentemente: il suo medico di base le ha prescritto una visita neuropsichiatrica, ma poi ha individuato cause psicologiche. Ciò è avvenuto prima o dopo aver effettuato la visita?
Di norma terapia psicologica e terapia farmacologica possono coesistere efficacemente.
I farmaci che ha nominato sono "sintomatici", capaci cioè di sedare il sintomo temporaneamente, ma andrebbero utilizzati per brevi periodi.
Ne esistono altri che si dimostrano solitamente più efficaci nel medio-lungo periodo.
Provi a parlarne anche con lo psicologo, ma a mio parere sarebbe utile consultare anche uno psichiatra.
Cordiali saluti,
[#5]
Utente
Utente
Gent.mo Dottore,
mi spiego meglio, espressa la mia sintomatologia al medico di base, ha ritenuto opportuno prescrivermi una visita neuropsichiatrica, ma a quanto mi è stato detto da più fonti mediche, la neuropsichiatria riguarda la sfera infantile, e pertanto non ho potuto sostenere tale visita. Poi, in seconda battuta, informato il mio medico curante della questione, mi ha prescritto una visita valutativa psicologica.
Dopo il primo incontro, da stasera, sto intraprendendo un percorso psicologico.
Lei mi consiglia una visita psichiatrica.
Ma un eventuale intervento di tale figura professionale potrebbe coesistere con il professionista che mi sta già seguendo?
Per intenderci meglio, lo psichiatria affiancherebbe alle competenze mediche (prescrizioni mirate) anche colloqui mirati di psicoterapia?
Ho difficoltà ad individuare le competenze delle varie figure professionali e il loro modus operandi.
La ringrazio nuovamente per la pazienza.

Cordiali saluti
[#6]
Dr. Michele Patat Psichiatra, Psicoterapeuta 640 11
Gentile utente,
non è poi così raro confondere le varie figure professionali. A quanto scrive è capitato anche al suo medico di base (faccio fatica onestamente a comprendere il ragionamento dietro alle due prescrizioni che le ha fatto).
Cercherò di aiutarla in questo compito.
Il neurologo si occupa dei disturbi organici del sistema nervoso (epilessia, ictus, sclerosi...).
Lo psichiatra si occupa delle malattie mentali (schizofrenia, depressione, ansia...) con un taglio medico (infatti è laureato in medicina e chirurgia), potendo cioè prescrivere farmaci oltre a praticare la psicoterapia.
Lo psicologo è laureato in psicologia e, dopo una scuola di specializzazione, può praticare la psicoterapia ma non prescrivere farmaci.
Il neuropsichiatra infantile si occupa sia di psichiatria che di neurologia per bambini e adolescenti.
La collaborazione tra le varie figure è possibile ed in alcuni casi consigliata. Si tratta di verificare se il problema riguarda solo un'area specifica oppure se può giovarsi di interventi integrati.
In particolare accade spesso che si trovino a collaborare psichiatra e psicologo (sia in ambito privato che pubblico), come potrebbe capitare anche nella sua situazione.
Visto l'iter che sta seguendo, io proverei a consultare lo psicologo (che c'è già) sull'opportunità di affiancare anche uno psichiatra (che al momento non c'è).
Spero di essere stato sufficientemente chiaro.
Cordiali saluti,
[#7]
Utente
Utente
Gent.mo Dott. Patat,
è stato molto chiaro e La ringrazio.
Anche stamattina il sintomo si è riaffacciato e il timore è quello di peggiorare.
Esporrò il problema allo psicologo, facendogli presente quanto da Lei suggeritomi.
Nel frattempo proverò nuovamente a recarmi dal mio medico curante per aggiornarlo anche sulla scelta intrapresa.
Ho massima fiducia nel mio medico di base, e il Suo orientamento era quello di farmi valutare sia dal punto di vista psicologico che clinico.
Poi tutto è maturato in fretta, nella mia confusione e esigenza di accelerare i tempi, sono andato in "confusione", e tramite ASL mi è stata presentata la figura dello psicologo (quello attuale a cui mi sono affidato).
La mia scelta è giustificata anche dal fatto che sono restio a sottopormi a cure farmacologiche a base di benzodiazepine.
Però capisco bene, a questo punto, che è sicuramente peggio cadere in una spirale di fobie.
La terrò informata sui futuri sviluppi.
La ringrazio tanto, l'ausilio che fornite in questa sede, è preziosissimo.

Cordiali saluti.
[#8]
Utente
Utente
Gent.mo Dottore,
ho seguito il Suo consiglio, recandomi da una psichiatra che mi ha visitato riscontrandomi, dietro l'ansia, una depressione mascherata (si è espressa in questi termini).
Ho iniziato oggi stesso una terapia prescrittami da questo specialista, che consiste in:

1. Samyr 400 fiale - una puntura al giorno.
2. Sereupin cp. - 1/4 per i primi 4 giorni, poi metà, e poi intera.
3. Tranquirit gocce - 3 dopo ogni pasto principale

Anche il medico di base si è espresso favorevolmente per il tipo di cura prescritta.
In più sosterrò degli esami clinici ed ecografia per la tiroide.

Cosa ne pensa della prescrizione e dei dosaggi?
La psichiatra mi ha detto che prima di 20 giorni non noterò particolari benefici. Ci vuole così tanto tempo?

Continuerò anche con i colloqui psicologici.

La ringrazio davvero per la Sua insistenza, mi ritengo soddisfatto della visita di stamattina. Dare un nome e una collocazione al mio disagio mi fa sentire più sollevato.

Cordiali saluti.
[#9]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.4k 1k
Gentile utente

I risultati terapeutici potranno essere visibili dopo circa 4 settimane a dose piena.

Nel frattempo segua le indicazioni che le sono state fornite.

https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/

[#10]
Dr. Michele Patat Psichiatra, Psicoterapeuta 640 11
Gentile utente,
la terapia che le hanno prescritto è valida sia dal punto di vista dei farmaci scelti che del loro dosaggio.
I tempi necessari per verificarne l'efficacia sono differenti per le diverse tipologie di farmaci:
- Tranquirit, come tutte le benzodiazepine, non è curativo ma riesce ad offrire sollievo in tempi abbastanza rapidi (entro pochi giorni)
- Sereupin richiede normalmente un tempo che può variare tra le 3 e le 6 settimane dal raggiungimento del pieno dosaggio
- Samyr ha tempi ed efficacia piuttosto variabili da individuo ad individuo, almeno secondo la mia esperienza clinica.
Mi sembrano opportuni anche gli esami che sono stati prescritti.
Cordiali saluti,
[#11]
Utente
Utente
Buongiorno,
a 5 giorni dall'inizio del trattamento farmacologico sopra descritto, i sintomi dell'ansia, legati al disturbo indicato in qulache mio intervento fa, non tendono a scomparire. E in più quando mi prende l'attacco trovo sollievo soltanto attraverso il pianto ingiustificato.
Quanto descritto è riconducibile alla terapia farmacologica, nel senso, può dare questo tipo di effetti, di sconforto. Premetto che non ho letto il bugiardino di nessun farmaco e non ho intenzione di farlo per il momento.
Ringrazio in anticipo in vista di un Vostro intervento.
[#12]
Dr. Michele Patat Psichiatra, Psicoterapeuta 640 11
Gentile utente,
5 giorni sono sicuramente troppo pochi per valutare l'efficacia della terapia.
Il fatto che le venga da piangere nei momenti peggiori, a mio parere, è riconducibile più alla sintomatologia che non ad un effetto farmacologico.
L'unico intervento che si potrebbe immaginare al momento sarebbe quello di valutare il dosaggio di tranquirit con il suo psichiatra o con il medico di base.
In ogni caso anche questo avrebbe solo lo scopo di fornirle un sollievo nell'attesa che la terapia inizi a dimostrare i propri effetti.
Cordiali saluti,
[#13]
Utente
Utente
Gent.mo Dott. Patat,
La ringrazio per il celere intervento.
La mia psichiatra in effetti mi aveva preavvisato circa la possibilità di aumentare gradualmente il dosaggio, fino al max. di 15 per giorno.
Attualmente ne assumo 3+3+3 dopo i pasti principali.
La psicosomatologia può venirci in aiuto per uno specifico sintomo?
Per spiegarmi meglio: avvertire un disagio che parte dal basso ventre spostato verso sinistra, può tradursi in paura, oppure in espressioni non esternate?
La mi acondizione è di interminabile allerta, in attesa del sintomo.
Mi scuso per le pressanti richieste e domande, però sto cercando di capire alla base il mio disagio in modo da metabolizzare la mia condizione.
La ringrazio nuovamente per la pazienza dimostrata.

Cordiali saluti
[#14]
Dr. Michele Patat Psichiatra, Psicoterapeuta 640 11
L'ansia è definita in alcuni casi proprio come uno stato di allerta (esattamente le parole usate da lei), che diventa patologico quando perdurante e non motivato.
Non sempre, ma molto frequentemente, la manifestazione dell'ansia patologica coinvolge pesantemente le funzioni organiche e quindi può simulare diversi disturbi fisici (palpitazioni, difficoltà respiratorie, ipersudorazione, tensione muscolare, disturbi gastro-intestinali...).
Ovviamente, vista la stretta connessione mente-corpo, ciò che accade all'uno influenza anche l'altra (il sintomo fisico può generare paura e viceversa).
Valuti i suggerimenti del suo psichiatra rispetto al dosaggio di tranquirit, in attesa di poter finalmente verificare l'efficacia di sereupin.
Cordiali saluti,
[#15]
Utente
Utente
Sempre cortese Dottore.
In questo momento, e ormai da una buona mezz'ora ho un addolcimento del sintomo, che quando si placa mi dà modo di ragionare e vedere le cose in modo diverso, più positivo, e anche un approccio più positivo nel rapportarmi con le persone, con discorsi più fluenti. Diminuisce il senso di nausea, il fastidio intestinale e anche i movimenti muscolari diventano più armonici.
Non occorre che risponda, ha già ampiamente chiarito i miei vari dubbi.
Quanto qui riportato, potrebbe servirmi in futuro come testimonianza per fare anche un'autovalutazione circa i miei miglioramenti.

Continuerò ad intervenire per segnalare sviluppi futuri.

Grazie ancora.

Cordiali saluti
[#16]
Utente
Utente
Buongiorno,
è il 12° giorno di terapia farmacologica, e da un paio di giorni sto notando un miglioramento, almeno per quel che riguarda la riduzione del sintomo ossessionante.

Vorrei porre delle domande su Samyr 400 fiale:
Solitamente per quanto tempo viene prescritta la terapia con questo farmaco?
Fino ad ora la somministrazione per via intramuscolare mi è stata praticata la mattina, domani si creerebbe la necessità di farla la sera. Potrebbero sorgere dei problemi per la mancata regolarità?

Ringrazio in anticipo e porgo cordiali saluti.
[#17]
Dr. Michele Patat Psichiatra, Psicoterapeuta 640 11
Gentile utente,
Samyr 400 esiste in fiale ed in compresse.
In genere si effettua un ciclo di circa 1 mese (di solito si inizia con le fiale e si prosegue con le compresse) dopo il quale si può valutare se proseguire con il dosaggio invariato, ridurre il dosaggio a 200 mg o sospendere la terapia.
La decisione ovviamente viene presa in base alla risposta clinica e quindi non può essere prevista (tantomeno a distanza).
La migliore efficacia del farmaco si ottiene mantenendo un orario di assunzione costante in modo da evitare fluttuazioni della concentrazione del farmaco nel sangue. In situazioni particolari però è possibile modificare l'orario.
Valuti quindi se tale variazione è strettamente necessaria e lo segnali al suo curante.
Cordiali saluti,
[#18]
Utente
Utente
Gent.mo Dott. Patat,
giunto a 18 giorni di terapia farmacologica, la mia psichiatra mi ha detto che il trattamento col Samyr 400 deve protrarsi fino a raggiungere un mese circa (quindi come da Lei segnalatomi in precedenza).
Dopo il Natale, e giunti ad un mese e più di terapia, dovrò incontrare nuovamente la Dottoressa per una valutazione complessiva.
Devo dire che il disturbo non è così invasivo come prima probabilmente l'ansiolitico sta facendo effetto.
Il Tranquirit che sto assumendo specifica "per brevi trattamenti", esattamente cosa si intende? Non vorrei abusarne.
Per ora telefonicamente mi è stato consigliato di ridurre la dose gradualmente da 9 gocce complessive, ad 8. Le sembra corretta la riduzione indicatami?

La ringrazio per la cortese attenzione.

Cordiali saluti
[#19]
Dr. Michele Patat Psichiatra, Psicoterapeuta 640 11
Gentile utente,
dalle sue parole mi sembra di poter affermare che l'evoluzione della sua situazione complessiva stia seguendo un andamento nella media, sia per tempi di attesa che per effetti terapeutici.
Quando si dice "brevi trattamenti" per tranquirit, generalmente si intende un periodo non superiore ai 3 mesi.
Per quanto riguarda la riduzione del dosaggio le consiglio di seguire le indicazioni della sua curante, in quanto si tratta di decisioni che vanno calibrate sul singolo individuo.
Cordiali saluti,
[#20]
Utente
Utente
Gent.mo Dott. Patat,
volevo segnalarLe che a distanza di 25 giorni dall'inizio del trattamento farmacologico con i 3 farmaci già menzionati, da ieri avverto una sensazione persistente di pesantezza alla testa e intontimento, che mi causano poi sonnolenza, e anche la bocca è più amara del solito. Può essere una fase legata alla cura farmacologica? O è bene prestarci attenzione?
Con questo nuovo disagio riesco comunque ad affrontare la quotidianità, anche se questa sensazione di "imbambolamento" mi rende meno reattivo, più pigro e più svogliato proprio anche a causa della sonnolenza.

Nel ringraziarLa per un Suo eventuale intervento, Le auguro un Felice Natale.

Cordiali saluti.
[#21]
Dr. Michele Patat Psichiatra, Psicoterapeuta 640 11
Gentile utente,
l'effetto sedativo (sonnolenza, "imbambolamento") potrebbe essere una fase temporanea, quindi il consiglio è quello di attendere un po' e in seguito, se dovessero persistere, consultare il suo psichiatra per una variazione dei dosaggi (soprattutto tranquirit).
Il sapore amaro in bocca invece è un possibile effetto collaterale di sereupin. Non si tratta di nulla di pericoloso, anche se può risultare fastidioso. Anche in questo caso valuti insieme al suo curante se vale la pena modificare qualcosa oppure se si tratta di un problema di minore entità (dipende sostanzialmente dalla sua sensazione soggettiva).
Ricambio gli auguri per un felice Natale.
Cordiali saluti,
[#22]
Utente
Utente
Gent.mo Dott. Patat,
proprio stamattina ho preso contatto con il mio Specialista, poichè giunto a 29 giorni di trattamento, ho ritenuto opportuno chiedere informazioni per i dosaggi successivi.

Mi è stato sospeso il Samyr 400 fiale.
Continuare col Sereupin cp.
Ridurre il Tranquirit a 2 + 2 + 3, in seguito ad una mia segnalazione circa l'"imbambolamento" e il riaffacciarsi di stati ansiosi verso l'orario di cena.

E' corretta l'indicazione di sospendere il Samyr 400 così da un giorno all'altro?

Tutte le indicazioni via telefono, l'appuntamento di persona è per la settimana successiva al Capodanno.

Il mio Specialista ha avuto modo di incontrarmi di persona (non per mia indisponibilità, ma per Sua prassi) una sola volta in un mese, fino ad oggi.

Cordiali saluti.
[#23]
Dr. Michele Patat Psichiatra, Psicoterapeuta 640 11
Gentile utente,
le indicazioni che le sono state fornite mi sembrano corrette.
Samyr si utilizza per cicli di cura (di solito 1-2 mesi) e non è prevista una riduzione graduale del dosaggio al momento della sospensione.
Anche rispetto agli altri farmaci non ravviso indicazioni "anomale" rispetto alla prassi comune.
Per quanto riguarda la frequenza degli appuntamenti, tenga presente che 1 mese in genere è necessario prima di poter valutare l'efficacia della terapia che sta assumendo e quindi suppongo che il suo curante si sia attenuto a tale ragionamento.
Cordiali saluti,
[#24]
Utente
Utente
Gent.mo Dottore,
La ringrazio ancora una volta per tutte le risposte fin qui fornite.
Per quanto riguarda le tempistiche comprendo benissimo l'esigenza da parte del curante di dettare i tempi, al fine di poter valutare meglio i miglioramenti terapeutici.
Oggi stesso mi è stato confermato un appuntamento in settimana.

Cordiali saluti

[#25]
Utente
Utente
Buongiorno Dott. Patat,
questa mattina ho sostenuto la visita con la psichiatra che mi ha in cura.
Per quanto rigurda il Tranquirit mi ha confermato la dose di 7 gocce complessive nella giornata, però distribuite in maniera diversa per ridurre la mia ansia in un particolare orario.
Dal colloquio di quest'oggi è emerso però una comparazione fra tecniche di terapia psicologica che mi hanno portato a riflettere.
Attualmente il mio psicologo adotta la "libera espressione" per approfondire ciò che mi turba.
La psichiatra mi ha parlato della pratica di tipo "cognitivo comportamentale", che tra l'altro fu la prima che seguii agli inizi del mio disturbo d'ansia (6 mesi nel 2005).
Fra queste due vie quale la più indicata per il mio disturbo? Una è più risolutiva dell'altra? Quali le sostanziali differenze?

La ringrazio per l'attenzione.

Cordiali saluti
[#26]
Dr. Michele Patat Psichiatra, Psicoterapeuta 640 11
Gentile utente,
le tecniche psicoterapeutiche sono molte e non sempre confrontabili.
L'efficacia può essere dimostrata da studi scientifici, che al momento esistono in maggiore misura per la terapia cognitivo-comportamentale (ciò però non significa necessariamente che funzioni meglio di altre).
A mio parere per il successo di una terapia psicologica è fondamentale la sintonia con il terapeuta, a prescindere dalla tecnica utilizzata.
Quindi il mio consiglio è di valutare la sua soddisfazione per la terapia attuale e, se non rispondesse alle sue esigenze, valutare un cambiamento.
Cordiali saluti,
[#27]
Utente
Utente
Salve Dott. Patat,
stavo leggendo questo interessante articolo

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1930-la-paura-di-guidare-amaxofobia-quando-l-ansia-afferra-il-volante.html

proprio perchè questo tipo di ansia è stato un campanello fondamentale che mi ha spinto a ricorrere all'aiuto della medicina.
Non sapevo che questo tipo di disturbo fosse identificato con un nome specifico (patologia?).

E' qualcosa legato al disturbo d'ansia, ma è curabile sia con i farmaci che sto assumendo che con la terapia psicologica a cui mi sottopongo?
E' un disturbo che può presentarsi anche quando si è in auto come passeggero, quindi senza porsi alla guida del veicolo?

La ringrazio per la cortese attenzione.

Cordiali saluti
[#28]
Dr. Michele Patat Psichiatra, Psicoterapeuta 640 11
Gentile utente,
le fobie specifiche (come la paura di guidare) sono considerate da alcuni specialisti patologie a sé stanti, mentre da altri come sintomi di disturbi ansiosi.
Ovviamente in quest'ottica anche il modo di affrontarle può cambiare a seconda delle teorie di base.
In realtà, come per tutte le terapie psicologiche, non esistono studi che dimostrino la maggiore efficacia di una tecnica rispetto alle altre (o meglio esistono studi completamente contrastanti sui risultati).
In base alla mia esperienza, comunque, la terapia farmacologica solitamente si dimostra fondamentale per ridurre il sintomo (e talvolta è sufficiente a guarirlo) e permettere di usufruire meglio delle opportunità psicoterapeutiche.
Sulla scelta dello psicoterapeuta, invece, ritengo che l'aspetto fondamentale sia la sintonia che si crea con il paziente, a prescindere dalla tecnica utilizzata.
Quindi se lei si ritiene soddisfatto del suo attuale percorso è molto probabile che con i dovuti tempi la situazione migliori sensibilmente fino alla risoluzione.
Cordiali saluti,
[#29]
Utente
Utente
Salve,
in risposta a quanto sopra riportato, credo proprio che nel mio caso sia un episodio isolato e legato proprio al disturbo d'ansia, poichè ne ho rilevato la comparsa proprio in seguito al riaffacciarsi del mio disagio. Precedentemente non mi era mai accaduto, anzi ho considerato l'automezzo come un "guscio", qualcosa che mi trasmetteva sicurezza, e anche la velocità non l'ho mai temuta. Nel week-end appena passato, in auto, di notte, non ho riscontrato questa fobia.
Pertanto sono convinto che a breve beneficerò di un deciso miglioramento in tal senso.

La ringrazio, come sempre, per le cortesi risposte.

Cordiali saluti
[#30]
Utente
Utente
Gent.mo Dott. Patat,
innanzitutto volevo farLe sapere che ho trovato una stabilità con l'attuale cura di una cp di sereupin e 6 gocce di tranquirit nell'arco della giornata. Mi trovo bene sia con la psichiatra che con lo psicologo.
Questa volta mi rivolgo a Lei per chiarimenti medico-scientifici.
Per agevolarla nelle risposte metto dei punti.

1. Il soggetto affetto da disturbo d'ansia, in qualsiasi forma, può, per cause al di fuori della biochimica di ogni essere unmano, subire influenza negativa dal proprio disagio e risultare meno fertile per la procreazione?
2. L'eventuale cura del disturbo con farmaci comuni, tipo quelli a me somministrati, può aiutare favorendo la fertilità maschile e aumentare le possibilità di fecondazione?
3. Il tipo di farmaci che sto assumendo, creano complicazioni o interazioni al feto una volta fecondato? Per intenderci, è sconsigliato "provarci" in piena fase farmacologica, oppure l'assunzione di tali farmaci non porta a nessuna conseguenza e quindi si possono dormire sonni tranquilli?

La ringrazio per l'attenzione

Cordiali saluti
[#31]
Dr. Michele Patat Psichiatra, Psicoterapeuta 640 11
Gentile utente,
mi fa piacere sapere che la sua situazione si è finalmente stabilizzata con soddisfazione.
Rispondo in modo generale alle sue 3 domande, poiché si tratta di argomenti strettamente correlati.
L'ansia non è in grado di determinare alterazioni del normale funzionamento riproduttivo di un individuo e allo stesso modo i farmaci per l'ansia non possono favorire la fecondazione.
L'uso dei farmaci richiede alcune cautele solo nella donna in gravidanza, quindi può stare tranquillo.
Cordiali saluti,
[#32]
Utente
Utente
Gent.mo Dott. Patat,
La ringrazio per la celerità dell'intervento e per le rassicurazioni.
Vorrei però chiarire un'ulteriore dinamica, riprendendo questa Sua frase:
"i farmaci per l'ansia non possono favorire la fecondazione"

Lei mi ha fornito una spiegazione scientifica - però in considerazione del fatto che negli anni ho constatato che l'ansia pesa come un macigno impedendo il completo rilassamento psico-fisico, coinvolgendo quindi la circolazione sanguigna ed impedendone magari un'erezione soddisfacente in alcuni momenti - può la cura farmacologica che sto seguendo in qualche modo influire, non direttamente sul seme o sulla mia bio-chimica, ma concedermi quella rilassatezza utile affinchè la penetrazione e l'espulsione acquisiscano maggiori possibilità di successo per la fecondazione dell'utero?
In sostanza, esiste correlazione tra erezione "convincente" (ansiolitico in azione), espulsione e successiva fecondazione, e tra ansia-tensione (soggetto con disturbo d'ansia), scarsa erezione e riduzione di possibilità di fecondazione.

Spero di esser stato chiaro e che soprattutto non colga delle note paranoiche in quanto da me espresso. Ho soltanto bisogno di aumentare la mia conoscenza sull'argomento.

In attesa di un Suo cortese riscontro in merito, La saluto cordialmente.
[#33]
Dr. Michele Patat Psichiatra, Psicoterapeuta 640 11
Gentile utente,
l'ansia è sicuramente nemica del rilassamento e della serenità. In questo senso allora la terapia ansiolitica può avere effetti benefici su molti aspetti della vita di una persona (inclusa la sessualità).
Rispetto agli effetti sulla fertilità maschile suppongo si possa fare un discorso analogo, tuttavia per una risposta più specifica dovrebbe forse consultare un andrologo.
Cordiali saluti,
[#34]
Utente
Utente
Buonasera,
La ringrazio ancora una volta per la Sua cortese disponibilità.

Cordiali saluti
[#35]
Utente
Utente
Gent.mo Dott. Patat,
ho bisogno di un consulto medico riguardo le possibili interazioni che può determinare l'assunzione di un antistaminico, quali ad esempio Zirtec, Xyzal, Formistin, con la cura farmacologica alla quale attualmente sono sottoposto.

Questo è il periodo in cui soffro di rinite allergica, con prurito al naso, starnuti e forti irritazioni alla gola.

Vorrei delle rassicurazioni in merito, visto che particolarmente oggi avrei bisogno di assumere una cp di antistaminico.
In via alternativa un cp effervescente di Bentelan potrebbe aiutarmi riducendo i fastidi ed il gonfiore alla gola?

In via del tutto eccezionale mi avvalgo di questo strumento per il consulto, in settimana mi recherò dal medico di base.

La ringrazio in anticipo.

Cordiali saluti
[#36]
Dr. Michele Patat Psichiatra, Psicoterapeuta 640 11
Gentile utente,
come sa sicuramente, non è possibile fare prescrizioni attraverso questo sito.
Come potrei suggerirle un farmaco senza conoscerla e senza poter valutare gli effetti di tale farmaco su di lei?
In linea generale i farmaci antistaminici possono provocare sonnolenza ed interagire con i farmaci utilizzati per l'ansia e la depressione.
Il mio consiglio è quello di consultare il suo medico di base prima di assumere terapie.
Cordiali saluti,
[#37]
Utente
Utente
Gent.mo Dottore,
capisco benissimo che non può fare prescrizioni e non era mia intenzione spingerLa a farlo.
L'eccezionalità della mia richiesta era costituita dal fatto che non avevo l'opportunità di rivolgermi direttamente al medico di base quest'oggi.
Non ho assunto alcun antistaminico (anche se i primi due menzionati in precedenza, in situazioni fuori da cure, non mi hanno mai procurato fastidi) in via precauzionale e comunque ha risposto a ciò che volevo sapere, ovvero le possibili interazioni di questi con farmaci che ora abitualmente assumo.
Pertanto La ringrazio e Le auguro un buon inizio di settimana.

Cordiali saluti
[#38]
Utente
Utente
Buongiorno Dott. Patat,
Le vorrei rivolgere le seguenti domande:

Da un paio di settimane ho ripreso attività sportiva agonistica, dopo 10 anni di assoluto stop da qualsiasi tipo di sport.
Ho sostenuto la visita medica sportiva, che ha dato esiti positivi per l'idoneità alle arti marziali.
Uno sforzo fisico intenso (allenamento di circa h. 1,5), se non allenati, come nel mio caso, può provocare nel giorno/i successivo/i una leggera aritmia cardiaca da sforzo? (percepita da me direttamente - non solo extrasistolie).
In concomitanza con l'inizio dell'attività sportiva, questa settimana ho avvertito anche un riaffacciarsi di sintomi di origine ansiosa (nodo alla gola), ma niente a che vedere con quelli originariamente citati. Però questa ansia, che in certi momenti torna prepotente per poter ritrovare nella mia mente il suo spazio, nonostante la cura farmacologica che sta rispondendo bene, mi sta destando preoccupazione e fa riaffiorare paure come quella di relazionarsi e mi impedisce anche di affrontare le cose quotidiane con maggior serenità, cosa che invece mi stava riuscendo da un po' di tempo.
Dunque, quanto sopra espresso può far pensare ad una leggera ricaduta? Magari diviene qualcosa di fisiologico, seppur in cura, dovuto alla fine dell'effetto placebo? Oppure ancora, l'attività fisica intensa permette al mio organismo di carburare così tanto che smaltisco l'effetto del Sereupin o del Tranquirit con maggior velocità e quindi la quantità somministrata non risulta sufficiente a coprire tutto l'arco della giornata?
Le ho espresso quanto mi è venuto in mente per provare a capire a dare una spiegazione a quanto mi si sta ripresentando, cercando delle possibili correlazioni tra la ripresa dell'attività sportiva e il disturbo d'ansia.

P.S. Le aritmie possono anche esser causate da cali di potassio e magnesio, vero? Il che, potrebbe in parte spiegare questo avvertire la fibrillazione soprattutto il giorno dopo l'allenamento.

Mi scusi ma vorrei aggiungere un'altra considerazione.
Essendo il Tranquirit di tipo "sintomatico", ed essendo consigliato per brevi periodi di trattamento (se non erro, 3 mesi), e considerando che lo sto assumendo in piccole quantità dal 28 novembre (sono partito da 9 gt. in totale e ora ne assumo 6), quindi da 3 mesi, posso subirne un effetto "rebound"?
Questo discorso l'avevo già affrontato con la psichiatra ad inizio febbraio per ricordarle da quanto tempo assumenvo l'ansiolitico, ma si è espressa in modo favorevole per la continuazione del trattamento poichè la dose somministrata era di gran lunga inferiore rispetto a quanto riportato nel bugiardino.

La ringrazio in anticipo per la pazienza e per la cortese attenzione.

Cordiali saluti
[#39]
Dr. Michele Patat Psichiatra, Psicoterapeuta 640 11
Gentile utente,
quelle che esprime mi sembrano preoccupazioni eccessive.
Il percorso di cura non è mai lineare e momenti di ansia possono presentarsi senza necessariamente essere segnali di un peggioramento.
Se la visita medica sportiva ha dato esito positivo, continui a praticare sport tranquillamente.
Per quanto riguarda tranquirit, mi sembra che la sua psichiatra abbia già dato una risposta esaustiva.
Cordiali saluti,
[#40]
Utente
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Gent.mo Dott. Patat,
da tempo non fornivo aggiornamenti sulla mia situazione medica.
Sto seguitando, sotto controllo specialistico, con la terapia farmacologica inizialmente prescritta (Sereupin 1 cp. al dì e Tranquirit).
Per il Tranquirit è stato superato abbondantemente il periodo di assunzione consigliato nel bugiardino.
Ad inizio marzo un riacuttizzarsi di sintomatologia ansiosa ha indotto la mia Psichiatra a continuare con l'assunzione dell'ansiolitico passando quindi da 6 gocce complessive a 7. Pertanto dal 6 di marzo ne assumo 2 gt. dopo colazione e pranzo e 3 prima di coricarmi.

Nell'ultimo incontro personale avuto con la Dottoressa, mi ha consigliato di cominciare a scalare gradualmente il quantitativo del T. a partire da inizio maggio fino a sospenderlo completamente in concomitanza con quelle che saranno le mie ferie estive nel periodo di agosto.

Per quanto riguarda invece il Sereupin, la mia curante si è sempre raccomandata di non saltare nemmeno un giorno, questa cosa però mi è capitata per la prima volta ieri, in una giornata molto particolare che mi ha portato a scordarmene. Ora stamattina, come ogni mattina, ho assunto la mia solita cp.
Rivolgo a Lei questa domanda vista l'impossibilità di contattare direttamente la Dottoressa.
Questo fatto mi sta comportando delle preoccupazioni e vorrei delle rassicurazioni in merito. Francamente la Dottoressa non me ne ha mai spiegato il motivo e io non ho mai chiesto.

Mi scuso se l'esposizione risulta un po' confusionaria.

La ringrazio ancora una volta per la cortesia fin qui mostrata.

Cordiali saluti.
[#41]
Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119
Gentile utente,
i farmaci antidepressivi vanno assunti in modo continuativo, perché loro effetto è il risultante non di una singola dose, ma di un periodo di assunzione regolare. Un giorno solo di dimenticanza non deve avere ripercussioni drammatiche, ma non deve risuccedere. In altre parole bisogna seguire le indicazioni della Sua Dottoressa.

Vorrei chiarire che questo servizio non è l'alternativa al contatto con il Suo specialista, non è inteso e non può colmare le lacune (anche dal punto di vista dei tempi) nel rapporto con lui, anzi, è inteso a favorire il rappoorto con il professionista curante. Per cui, quando la vede, Le consiglio di fare a lei le domande che a Lei interessano, perché le risposte nel Suo caso specifico non sono reccuperabili dalle altre fonti.

Spero che Le siamo stati d'aiuto (mi riferisco al mio collega che Le risponde in questo consulto) e soprattutto all'inizio, ma ora Lei è già seguito da uno specialista in carne e ossa.

Se avesse bisogno di un consulto informativo, è meglio aprire una richiesta di consulto nuova, perché altrimenti, proseguendo un consulto per più mesi, come questo, può crearsi una illusione di poter essere seguiti in modo parallelo al rapporto con il Suo specialista, e lo eviterei.

mi scusi per l'intromissione

un saluto
[#42]
Utente
Utente
Gent.mi Dottori,
mi riallaccio a quanto da me espresso da un paio di anni a questa parte.
Sto seguendo ancora terapia psicologica (psicologo) e terapia farmacologica (psichiatra), sto nutrendo dubbi però sull'efficacia di due situazioni parallele con due figure professionali diverse, anche perchè non agevolo sicuramente così il compito di chi deve prescrivermi farmaci, anche se finora sono risultati soddisfacenti.
Ora sto "bene" da parecchio tempo, da quando la terapia ha iniziato a fare effetto, non ho più avuto disturbi invasivi allarmanti. Ogni tanto qualche leggera flessione umorale, riscontrata dalla mia Psichiatra, che infatti ha ritenuto opportuno l'assunzione di un cp. alla sera di Depakin Chrono rp 300mg. da quasi due mesi ad oggi, e da 15gg. ho sospeso l'assunzione del Sereupin (ne assumenvo 1/4 al mattino dopo colazione), sempre sotto indicazioni mediche. Devo aspettarmi effetti collaterali o altro dovuti dalla sospensione del farmaco?

Nonostante il miglioramento delle mie condizioni psico-fisiche, permangono i disturbi da somatizzazione causati da ansia-depressione, uno su tutti quello sessuale.
Avverto mancanza di desiderio sessuale generalizzato accompagnato da erezione poco convincente e di breve durata. Il continuo confronto con il passato, quando ero più spensierato e più "eccitato" nell'affrontare le belle cose della vita, mi pone continuamente in svantaggio. Come posso conciliare questa cosa per proiettarmi in avanti senza continui confronti con il passato zavorra?
Sono più tranquillo ma in sostanza il disturbo d'ansia non mi ha abbandonato e forse non mi abbandonerà mai. Vorrei ritrovare il gusto di fare le cose per come appaiono.

Ringraziando per la cortese attenzione, saluto cordialmente.
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