Tanatofobia

Salve, io da 3 anni soffro di Tanatofobia (paura della morte).
il mia paura non è relativa al modo della morte, che si vecchiaia o incidente stradale, è relativo al fatto che prima o dopo si muore, e mi fa vivere male l'idea che dopo c'è il nulla. Ho provato ad approcciarmi a qualche religione, nella speranza di avere "fede" in qualcosa, ma mentalmente sono troppo realista.
La mia fobia è iniziata appunto 3 anni fa, in seguito ad un attacco di panico da spinello, che mi ha provocato un battito molto accellerato, e da allora ho preso coscienza della mia condizione limitata di esistenza.
Fino ad allora ricordo che il mio pensiero della morte era abbastanza normale, come quello degli altri, pensavo "la morte è una cosa normalissima ed essenziale per la vita sulla terra", non mi spaventava prima.
Ora ho due opzioni , imbottirmi di ansiolitici e psicofarmaci in modo da non pensarci, e sinceramente quest'idea non mi attira proprio. Oppure seguire un percorso da uno specialista.
Che percorsi potete consigliarmi?
Io personalmente ho sempre detto che secondo me per me ci vuole un ipnoterapeuta, che mi rimuove questa paura della morte gradualmente attraverso l'ipnosi, che mi aiuti a spedirla giù in fondo al mio incoscio. Però ovviamente è solo una mia idea, consigiliatemi voi..
Il percorso dovrei seguirlo in un asl, essendo neo studente di infermieristica non ho il denaro per permettermi un privato, purtroppo.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.4k 1k
Gentile utente

Un trattamento farmacologico non vuol dire "imbottirsi" per dimenticare ma il disturbo viene trattato con presidi adeguati.

Ovviamente, è necessaria una appropriata valutazione specialistica per l'inquadramento diagnostico dei suoi sintomi.

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Utente
Utente
Salve Dottore, grazie per aver risposto!
Io attualmente prendo Paroxetina da Marzo lo Psichiatra mi riscontro disturbo d'ansia generalizzato.
Gli accennai dei miei problemi generali, e si in effetti la situazione dal punto di vista ansioso è migliorata.
Per imbottirmi di farmaci intendo due cose, la prima è che non vorrei fare come l'alcolizzato che copre i problemi bevendo, perchè dopotutto prendere farmaci nasconde il problema ma non lo risolve come una buona analisi che scopre da dove nasce questa paura, e aiuta ad affrontarla (o sono in errore?).
Le confesso che a dire il vero a 23 anni prendere giá 2 farmaci (paroxetina e Micardis 80 MG) è abbastanza frustrante a livello psicologico, considerando che vedo sempre i miei amici in perfetta salute che non hanno queste limitazioni, aggiugerne un terzo di farmaco non so se mi puo far avere un crollo emotivo.
Mi dica lei, mi affido ai suoi consigli.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.4k 1k
È in errore i farmaci sono curativi.

Nessuno afferma che deve aggiungere un terzo farmaco.

Se avesse il diabete prenderebbe la terapia per salvare la sua vita oppure eviterebbe di prenderlo.

Credo che primariamente debba avere un diverso atteggiamento verso la malattia e le cure.
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