Parere su ripresa terapia farmacologica
Gentilissimi,
sono stato in cura con daparox 0,20 e xanax 0,50 quotidie a seguito di un disturbo da panico e ansia causato da eventi traumatici. Dopo 30 mesi di terapia con paroxetina (l'alprazolam l'ho interrotto dopo 6 mesi) i risultati sono stati più che soddisfacenti. Qualità della vita notevolmente migliorata, zero fobie, ripresa di qualsiasi attività. Causa vita sessuale leggermente compromessa (a 29 anni non è concepibile) e ripresa di una vita sociale normale e soddisfacente ho iniziato a scalare la paroxetina. Arrivato a 10 gocce si sono ripresentati fastidiosissimi sintomi da ansia. Agitazione, qualità del sonno peggiorata, continua sensazione di sbandamento alla testa, gambe deboli e pensieri negativi stanno compromettendo di nuovo il mio benessere psicofisico. Ho fatto un controllo dettagliati dei valori di sangue e urine e i risultati sono stati eccellenti. D'accordo col mio medico abbiamo deciso di incrementare la terapia aggiungendo qualche goccia (per ora sono a 13) associandola con xanax (0,25 da prendere in caso di necessità fin quando la paroxetina non r-inizia a dare i frutti sperati). Vorrei gentilmente conoscere opinioni in merito alla ripresa della terapia (credendo che fossero sintomi da sospensione ho sopportato per più di un mese ma ora anche il mio medico mi dice che può essere una semplice ricaduta e necessito una dose terapeutica di paroxetina). Secondo la vostra esperienza di medici è possibile che anche in un range di 13-16 gocce il mio organismo possa reagire positivamente o devo per forza ritornare alla dose minima consigliata? Lo chiedo perché da quando ho iniziato la sospensione (Aprile 2013 fino ad Agosto 2013 arrivando a 11 gocce) non ha avuto nessun fastidio. Inoltre il mio medico mi ha suggerito di poter innalzare la gocce anche più velocemente poiché il mio organismo è già abituato al principio della paroxetina. Gradirei pareri anche su questo.
Grazie in anticipo
sono stato in cura con daparox 0,20 e xanax 0,50 quotidie a seguito di un disturbo da panico e ansia causato da eventi traumatici. Dopo 30 mesi di terapia con paroxetina (l'alprazolam l'ho interrotto dopo 6 mesi) i risultati sono stati più che soddisfacenti. Qualità della vita notevolmente migliorata, zero fobie, ripresa di qualsiasi attività. Causa vita sessuale leggermente compromessa (a 29 anni non è concepibile) e ripresa di una vita sociale normale e soddisfacente ho iniziato a scalare la paroxetina. Arrivato a 10 gocce si sono ripresentati fastidiosissimi sintomi da ansia. Agitazione, qualità del sonno peggiorata, continua sensazione di sbandamento alla testa, gambe deboli e pensieri negativi stanno compromettendo di nuovo il mio benessere psicofisico. Ho fatto un controllo dettagliati dei valori di sangue e urine e i risultati sono stati eccellenti. D'accordo col mio medico abbiamo deciso di incrementare la terapia aggiungendo qualche goccia (per ora sono a 13) associandola con xanax (0,25 da prendere in caso di necessità fin quando la paroxetina non r-inizia a dare i frutti sperati). Vorrei gentilmente conoscere opinioni in merito alla ripresa della terapia (credendo che fossero sintomi da sospensione ho sopportato per più di un mese ma ora anche il mio medico mi dice che può essere una semplice ricaduta e necessito una dose terapeutica di paroxetina). Secondo la vostra esperienza di medici è possibile che anche in un range di 13-16 gocce il mio organismo possa reagire positivamente o devo per forza ritornare alla dose minima consigliata? Lo chiedo perché da quando ho iniziato la sospensione (Aprile 2013 fino ad Agosto 2013 arrivando a 11 gocce) non ha avuto nessun fastidio. Inoltre il mio medico mi ha suggerito di poter innalzare la gocce anche più velocemente poiché il mio organismo è già abituato al principio della paroxetina. Gradirei pareri anche su questo.
Grazie in anticipo
[#1]
"Vorrei gentilmente conoscere opinioni in merito alla ripresa della terapia "
Ha un medico che già sta gestendo questa questione con una decisione che penso abbia capito, cioè un tentativo di "via di mezzo". Le risposte che cerca richiedono l'attesa dell'effetto della cura, non sono risposte che si sanno prima.
Ha un medico che già sta gestendo questa questione con una decisione che penso abbia capito, cioè un tentativo di "via di mezzo". Le risposte che cerca richiedono l'attesa dell'effetto della cura, non sono risposte che si sanno prima.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#2]
Utente
Ho chiesto un'opinione in merito alle scelte delineate insieme al mio psichiatra. Non cerco certezze o risposte definite che mi rendo conto siano impossibili da dare, specie in campo psichiatrico. In questo portale se si è seguiti da un medico la risposta standard è quella di affidarsi completamente a lui, se non lo si è allora si invoglia a farlo.Risposte del genere possiamo darle tutti. A questo punto mi chiedo l'utilità di questi consulti.
Avevo semplicemente richiesto un PARERE dettato dall'esperienza di voi medici che vi confrontate con situazioni del genere tutti i giorni. Un parere che di certo non avrebbe condizionato posologie o rapporti con la cura, che definirò sempre e solo con il mio psichiatra verso il quale nutro piena e totale fiducia.
Spero che qualche altro dottore possa soddisfare questa mia richiesta.
Ringrazio anticipatamente
Avevo semplicemente richiesto un PARERE dettato dall'esperienza di voi medici che vi confrontate con situazioni del genere tutti i giorni. Un parere che di certo non avrebbe condizionato posologie o rapporti con la cura, che definirò sempre e solo con il mio psichiatra verso il quale nutro piena e totale fiducia.
Spero che qualche altro dottore possa soddisfare questa mia richiesta.
Ringrazio anticipatamente
[#3]
"In questo portale se si è seguiti da un medico la risposta standard è quella di affidarsi completamente a lui, se non lo si è allora si invoglia a farlo.Risposte del genere possiamo darle tutti. "
Appunto, allora perché pone una domanda in questo spazio che disprezza ?
Non è che scrivendolo maiuscolo il PARERE diventi qualcosa di diverso da una ripetizione dell'ovvio. Ha chiesto al suo medico cosa fare, ne sta seguendo le indicazioni, dopo di che genericamente chiede un parere di livello minore, cioè di persone che non la conoscono.
Se c'è una questione specifica è un conto, e infatti c'è (quella degli effetti collaterali), e per questo il suo medico ha adottato una soluzione dall'ovvio significato, che è chiaro anche a Lei. A questo punto si pone l'altrettanto ovvio problema sul fatto che a queste dosi la cura funzioni ancora bene oppure no. E la risposta la vedrà in base a come starà, non c'è una previsione da fare. Non credo la voglia in termini statistici, altrimenti la risposta l'ha già ed è ovvia, poiché sa che la dose è più bassa di quella abituale.
Appunto, allora perché pone una domanda in questo spazio che disprezza ?
Non è che scrivendolo maiuscolo il PARERE diventi qualcosa di diverso da una ripetizione dell'ovvio. Ha chiesto al suo medico cosa fare, ne sta seguendo le indicazioni, dopo di che genericamente chiede un parere di livello minore, cioè di persone che non la conoscono.
Se c'è una questione specifica è un conto, e infatti c'è (quella degli effetti collaterali), e per questo il suo medico ha adottato una soluzione dall'ovvio significato, che è chiaro anche a Lei. A questo punto si pone l'altrettanto ovvio problema sul fatto che a queste dosi la cura funzioni ancora bene oppure no. E la risposta la vedrà in base a come starà, non c'è una previsione da fare. Non credo la voglia in termini statistici, altrimenti la risposta l'ha già ed è ovvia, poiché sa che la dose è più bassa di quella abituale.
[#4]
Utente
La ringrazio lo stesso Dottor Pacini per la sua cortese e squisita disponibilità nonostante abbia usato la parola disprezzo quando in realtà mi sono limitato a sottolineare altro, senza voler certo denigrare questo spazio, che, le assicuro, con qualche minima rassicurazione in più, può (anche una propensione maggiore verso il semplice dialogo) regalare un po' di benessere a chi vive situazioni di disagio.
"Attenda qualche giorno e veda il suo organismo come risponde alla dose concordata. Oltretutto associando l'alprazolam, che le consiglio di non utilizzare in un lasso di tempo eccessivo, può tenere a bada i sintomi degli stati ansiosi in attesa che la paroxetina dia i suoi effetti". Credo che in nelle sue due risposte intendesse questo.
Rinnovandole i ringraziamenti la saluto cordialmente
"Attenda qualche giorno e veda il suo organismo come risponde alla dose concordata. Oltretutto associando l'alprazolam, che le consiglio di non utilizzare in un lasso di tempo eccessivo, può tenere a bada i sintomi degli stati ansiosi in attesa che la paroxetina dia i suoi effetti". Credo che in nelle sue due risposte intendesse questo.
Rinnovandole i ringraziamenti la saluto cordialmente
[#5]
Non so da dove abbia preso quelle frasi, non è la risposta che le ho dato.
Sembra una versione in risposta della sua stessa domanda delle sue stesse parole. E' il concetto che cerco di comunicarLe ma che non ha capito, preferisce far polemica ma è altrettanto inutile.
Sembra una versione in risposta della sua stessa domanda delle sue stesse parole. E' il concetto che cerco di comunicarLe ma che non ha capito, preferisce far polemica ma è altrettanto inutile.
[#7]
Non si permetta di usare espressioni diffamanti.
Questo spazio serve anche a far interagire in maniera più logica le persone con medici che stanno lavorando correttamente, senza perdersi in pareri virtuali su situazioni che sono gestite senza particolari punti oscuri.
Questo spazio serve anche a far interagire in maniera più logica le persone con medici che stanno lavorando correttamente, senza perdersi in pareri virtuali su situazioni che sono gestite senza particolari punti oscuri.
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 1.9k visite dal 28/10/2013.
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