Psicosi e difficoltà di comprensione

Salve. Da due anni sono affetto da psicosi nas. Per circa un anno, finno all'anno scorso, ho assunto abilify poi, per il fatto che non riuscivo più a capire i libri universitari, ho interrotto la terapia. Per 3 mesi avevo ancora difficoltà, poi all'improvviso sono riuscito di nuovo a studiare con profitto e ho provato a fare 2 esami, di cui uno l'ho passato con 26. Dopo altri 3 mesi, quindi all'inizio di aprile scorso, sono ricaduto nelle allucinazioni ed ho avuto un secondo e terzo ricovero in ospedale. Da allora prendo un depot di 25 mg di aloperidolo; all'inizio sembrava che il farmaco non mi facesse alcun effetto sullo studio, poi dopo un po' ho riscontrato gli stessi problemi che avevo con abilify: non riesco a capire quello che leggo e faccio fatica pure a leggere dei semplici romanzi. Che faccio? Interompo la terapia con il rischio di ricadere? Così non posso certo andare avanti, dato che questa condizione mi fa stare molto male. Grazie.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.5k 1k
Gentile utente,

solitamente un antipsicotico non sortisce effetti negativi sulla comprensione, anzi può accadere che essa possa migliorare con il trattamento.

Nel suo caso lei attribuisce tale problema alla terapia che forse può dare una maggiore sonnolenza e minore capacità di concentrazione relativamente alle sue attività.

Piuttosto che interrompere la terapia e rischiare una ricaduta sarebbe opportuno parlare francamente con i suoi curanti per avere un supporto necessario anche al suo bisogno di voler continuare i suoi studi.

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Utente
Utente
Lo psichiatra del cps dice che è un problema che mi invento io. Anche la psicoterapeuta da cui vado dice che non è il farmaco... Allora come si spiega che da quando ho avuto la psicosi e da quando uso questi farmaci ho riscontrato un problema di studio che non ho mai avuto prima nella mia vita? Tutto ciò è molto strano, dato che quando l'ho tolto ho ripreso lo studio di esami che ora non riuscirei minimamente a fare. Saluti.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.5k 1k
Probabilmente la malattia è fasica ed in alcuni periodi sente di stare meglio e poter studiare.

Capisco che è complicato convivere con una patologia però i farmaci sono utili per evitare le ricadute e la cronicizzazione, meno ricedute ha e più la prognosi può essere favorevole nel lungo termine.

Comunque il suo dosaggio è piuttosto basso e non penso che la riduzione attenti a possa essere attribuibile al farmaco.