Disturbo d'ansia o depressione

Buonasera,
vorrei chiedere un consulto. Cerco di descrivere la situazione in breve.
Sono sempre stata una persona simpatica, allegra e anche molto apprensiva.
Nel 2008 dopo una serie di attacchi di panico mi è scaturita l'ansia, paura di impazzire, tremore,mancanza di concentrazione e mille pensieri paurosi. Sono andato dal neurologo che segue mio padre (anche lui soffre di ansia e panico) e mi ha dato paroxetina e detto, hai la stessa cosa di tuo padre. Passano circa 6/7 mesi e comincio a tornare a stare veramente bene. Ogni tanto qualche episodio di ansia che nel giro di un mesetto si risolveva. Poi l'anno scorso, sentendomi bene bene, ho cominciato a scalare il farmaco di mia iniziativa, fino ad arrivare da 20 a 8 gocce. Dopo un paio di mesi,circa 10 mesi fa, ho avuto due episodi di leggera sonnolenza pomeridiana (avevo da poco più di 15 giorni iniziato un lavoro stressante di aiutante in amministrazione condominiale) la sera della seconda volta che mi ha preso ho cominciato a pensare al perchè mi era successo così e ad avere paura di avere qualche malattia del sonno.
Già dalla mattina seguente appena mi sono svegliato ho cominciato a monitorarmi e sembravo avere un senso di sonnolenza e ho cominciato ad avere paura anche di arrivare in università. Ho trascorso un bel pò di giorni a cercare i sintomi dei disturbi del sonno in internet, continuamente in ansia. Un giorno ho letto che poteva trattarsi di depressione. Da lì ho cominciato a fare test e ricerche su internet dei sintomi, ogni giorno a monitorarmi se avevo quei sintomi o se non mi andava di fare qualcosa allora mi allarmavo dicendomi ecco, è depressione, e ansia.Oppure se mi sentivo un pò irritato, via con l'ansia. Ricompare così dopo qualche tempo la paura di impazzire, mancanza di concentrazione ecc...in più a volte un senso di stanchezza come se avessi la febbre, fascicolazioni...
Quando mi capita di stare tranquillo scherzo, faccio battute e sono propositivo nel stare con gli amici, invece a volte mi sento ansioso, agitato, come se ci fosse qualcosa di grave che deve succedere, negativo. Sono tornato dal neurolgo, il quale mi ha detto di prendere efexor 75 e sono già circa 6 mesi che lo prendo, e ho alti e bassi, non riesco a tornare a sentirmi bene come prima e questo mi ricrea panico, ansia e negatività. Se devo svolgere qualche compito penso sempre di evitare di stancarmi per paura di poter avere poi sonnolenza.
Allora ho paura di avere qualche altra malattia mentale, si innalza la paura di impazzire, di soffrire di depressione, a volte penso al significato della vita, perchè altre persone svolgono la loro vita con tranquillità e io non ci riesco più, cosa devo fare per stare risentirmi bene. Poi molto spesso la mattina appena apro gli occhi sento un senso di pesantezza di ansia, di angoscia, mentre la sera sembra non abbia niente.
Secondo voi di cosa soffro??
Scusate per la lunghezza del testo
Grazie

[#1]
Dr. Roberto Di Rubbo Psichiatra, Psicoterapeuta 1.1k 25
Gentile Utente,
nei sintomi che descrive sembrano prevalere quelli di ansia fobica/ipocondria. La terapia che sta seguendo è costituita da un ottimo farmaco, che, se dopo sei mesi circa non ha dato i risultati sperati, forse è usato ad un dosaggio un po' basso. ne parli con il suo curante.
Cordialità,

Dr. Roberto Di Rubbo

[#2]
Utente
Utente
Grazie per la sua veloce risposta,
volevo chiedere un 'altro parere, ho fatto psicoterapia e volevo sapere se per questo disturbo ansioso/fobico è più indicata una cognitivo - comportamentale, perchè, le spiego se mi capita di ferirmi con qualcosa e vedo uscire il sangue, mi parte ansia a mille, se ho un fastidio fisico, vado sempre a pensare al peggio, invece ad altre persone e ad esempio alla mia ragazza, tutto questo non avviene.
Descrivo questo perchè magari tendo ad avere la cognizione delle malattie "anormale"
Non so se mi sono spiegato bene
[#3]
Dr. Roberto Di Rubbo Psichiatra, Psicoterapeuta 1.1k 25
Gentile Utente,
si è spiegato bene, ma credo che la valutazione di che tipo di psicoterapia sia più utile va riservata a chi può visitare il paziente, perchè va fatta valutando una serie di parametri ( fra cui il livello di consapevolezza che egli vuole/può raggiungere, la sua capacità di insight, la durata e i costi, etc.) e non uno solo.
Cordialità,
Ansia

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