Ansia generalizzata, depressione, attacchi di panico
Buonasera dottori,
grazie per lo splendido servizio.
Ho 34 anni, 170 cm di altezza, circa 73kg di peso. Da circa tre anni sono in cura da un neuropsichiatra per una lieve depressione corredata da ansia generalizzata e attacchi di panico. (mia madre 68enne e' parkinsoniana dall'eta' di 40 anni).
Ho iniziato circa tre anni fa col manifestarsi di sintomi, che erano latenti in me da anni come morsa allo stomaco, ansia incontenibile, ipocondria, poca voglia e difficolta' a svolgere la vita quotidiana.
Quando decisi di rivolgermi al neuropsichiatra, lui ha optato immediatamente per un percorso psicoterapico coadiuvato da xanax, iniziando con un dosaggio basso, ma alla fine siamo arrivati ad un dosaggio elevato (3/4mg al giorno se non ricordo male). Durante il trattamento ho avuto alti e bassi, ma dopo circa un anno, non avendo risolto i miei problemi il medico ha optato per una terapia con citalopram 10mg 1 compressa al giorno. Devo dire che e' stata proprio la "pillolina magica", piano piano i sintomi sono spariti, ed avendo escluso anche qualunque tipo di causa organica per vari disturbi come gastrite, alterazioni dell'alvo, ecc. mi sono sentito molto meglio e molto forte, ho ripreso i chili persi, insomma un'altra vita!
Dopo quasi due anni di psicoterapia e citalopram senza ricadute, abbiamo deciso (il mio medico ed io) che era arrivato il momento di provare a sospendere il farmaco gradualmente. (successivamente ho sospeso anche un trattamento con levopraid 25 prescrittomi dal gastroenterologo). Da Agosto scorso non ho piu' preso farmaci e non ne ho mai sentito la necessita'.
Ora pero' ho iniziato gradualmente ad avere ansia generalizzata, prima leggera, ora molto piu' forte, e rivivere i fantasmi del passato mi lascia letteralmente senza fiato. Ovviamente ne ho parlato col mio neuropsichiatra che mi ha detto che in questo particolare momento della mia vita (mi vorrei sposare e dare una svolta all'attivita' lavorativa che svolgo con la mia fidanzata), e' plausibile avere una piccola ricaduta in quanto uno delle mie grandi paure e' quella di non riuscire a farcela "con le mie gambe" (nella vita ho avuto sempre molto aiuto, forse troppo, da parte dei miei genitori). Ovviamente io sono terrorizzato da questo stato ansioso che mi porta a rivivere i momenti difficili passati, ma secondo il mio neuropsichiatra e' arrivato il momento di provare a farcela da solo, senza l'aiuto farmacologico, intensificando la psico terapia. Solo se non ce la dovessi fare tanto da "annullare" la vita quotidiana, potrebbe valutare di iniziare una nuova terapia con il citalopram.
Io sono d'accordo con lui, in quanto so che se dovessi farcela da solo, sarei molto piu' forte di prima e risolverei i miei conflitti interiori. Nel frattempo pero',mi sento poco bene e devo fare un grosso sforzo per contrastare la situazione, spesso con scarsi risultati.
Vorrei anche un vostro parere al riguardo.
Grazie mille.
Cordiali saluti
Fabio
grazie per lo splendido servizio.
Ho 34 anni, 170 cm di altezza, circa 73kg di peso. Da circa tre anni sono in cura da un neuropsichiatra per una lieve depressione corredata da ansia generalizzata e attacchi di panico. (mia madre 68enne e' parkinsoniana dall'eta' di 40 anni).
Ho iniziato circa tre anni fa col manifestarsi di sintomi, che erano latenti in me da anni come morsa allo stomaco, ansia incontenibile, ipocondria, poca voglia e difficolta' a svolgere la vita quotidiana.
Quando decisi di rivolgermi al neuropsichiatra, lui ha optato immediatamente per un percorso psicoterapico coadiuvato da xanax, iniziando con un dosaggio basso, ma alla fine siamo arrivati ad un dosaggio elevato (3/4mg al giorno se non ricordo male). Durante il trattamento ho avuto alti e bassi, ma dopo circa un anno, non avendo risolto i miei problemi il medico ha optato per una terapia con citalopram 10mg 1 compressa al giorno. Devo dire che e' stata proprio la "pillolina magica", piano piano i sintomi sono spariti, ed avendo escluso anche qualunque tipo di causa organica per vari disturbi come gastrite, alterazioni dell'alvo, ecc. mi sono sentito molto meglio e molto forte, ho ripreso i chili persi, insomma un'altra vita!
Dopo quasi due anni di psicoterapia e citalopram senza ricadute, abbiamo deciso (il mio medico ed io) che era arrivato il momento di provare a sospendere il farmaco gradualmente. (successivamente ho sospeso anche un trattamento con levopraid 25 prescrittomi dal gastroenterologo). Da Agosto scorso non ho piu' preso farmaci e non ne ho mai sentito la necessita'.
Ora pero' ho iniziato gradualmente ad avere ansia generalizzata, prima leggera, ora molto piu' forte, e rivivere i fantasmi del passato mi lascia letteralmente senza fiato. Ovviamente ne ho parlato col mio neuropsichiatra che mi ha detto che in questo particolare momento della mia vita (mi vorrei sposare e dare una svolta all'attivita' lavorativa che svolgo con la mia fidanzata), e' plausibile avere una piccola ricaduta in quanto uno delle mie grandi paure e' quella di non riuscire a farcela "con le mie gambe" (nella vita ho avuto sempre molto aiuto, forse troppo, da parte dei miei genitori). Ovviamente io sono terrorizzato da questo stato ansioso che mi porta a rivivere i momenti difficili passati, ma secondo il mio neuropsichiatra e' arrivato il momento di provare a farcela da solo, senza l'aiuto farmacologico, intensificando la psico terapia. Solo se non ce la dovessi fare tanto da "annullare" la vita quotidiana, potrebbe valutare di iniziare una nuova terapia con il citalopram.
Io sono d'accordo con lui, in quanto so che se dovessi farcela da solo, sarei molto piu' forte di prima e risolverei i miei conflitti interiori. Nel frattempo pero',mi sento poco bene e devo fare un grosso sforzo per contrastare la situazione, spesso con scarsi risultati.
Vorrei anche un vostro parere al riguardo.
Grazie mille.
Cordiali saluti
Fabio
[#1]
Gentile Utente,
mi trovo in accordo con quanto avete deciso, lei ed il suo psicoterapeuta (provare a farcela senza farmaci), Ma non dovrebbe, a mio parere, non dovrebbe trasformarsi in una prova "biblica". Non è necessario soffrire troppo per diventare più consapevoli del funzionamento della propria mente o per mettere alla prova ciò che si è acquisito, che, anche se dispiace, potrebbe non essere abbastanza, e funzionare da stimolo per incrementare la propria conoscenza.
Cordialità,
mi trovo in accordo con quanto avete deciso, lei ed il suo psicoterapeuta (provare a farcela senza farmaci), Ma non dovrebbe, a mio parere, non dovrebbe trasformarsi in una prova "biblica". Non è necessario soffrire troppo per diventare più consapevoli del funzionamento della propria mente o per mettere alla prova ciò che si è acquisito, che, anche se dispiace, potrebbe non essere abbastanza, e funzionare da stimolo per incrementare la propria conoscenza.
Cordialità,
Dr. Roberto Di Rubbo
[#2]
Gentile utente
La decisione di utilizzare dei farmaci secondo prescrizione non è motivo di credere che si possa accettare una "sconfitta".
Il "provare a farcela senza farmaci" e "con le proprie gambe" è un non-senso terapeutico.
I trattamenti farmacologici sono curativi nella misura in cui si acquisiscono nuove modalità di interazione con l'ambiente durante il trattamento e non cancellano alcuno stato emotivo o razionale.
Il punto è che nel trattamento combinato psicoterapia-farmaci lei avrebbe dovuto acquisire meglio le modalità di cui sopra, ed ora la proposta è di 'intensificare" la psicoterapia, credo con l'aumento del numero di sedute. E comunque non c'è comunque un modo di non "camminare con le proprie gambe"?
Sinceramente, mi porrei interrogativi sul trattamento ricevuto ed i risultati praticamente nulli.
La decisione di utilizzare dei farmaci secondo prescrizione non è motivo di credere che si possa accettare una "sconfitta".
Il "provare a farcela senza farmaci" e "con le proprie gambe" è un non-senso terapeutico.
I trattamenti farmacologici sono curativi nella misura in cui si acquisiscono nuove modalità di interazione con l'ambiente durante il trattamento e non cancellano alcuno stato emotivo o razionale.
Il punto è che nel trattamento combinato psicoterapia-farmaci lei avrebbe dovuto acquisire meglio le modalità di cui sopra, ed ora la proposta è di 'intensificare" la psicoterapia, credo con l'aumento del numero di sedute. E comunque non c'è comunque un modo di non "camminare con le proprie gambe"?
Sinceramente, mi porrei interrogativi sul trattamento ricevuto ed i risultati praticamente nulli.
https://wa.me/3908251881139
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[#3]
Utente
Gentili Dottori,
grazie per le pronte risposte.
Ho avuto un nuovo incontro con il mio neuropsichiatra in seguito all'accentuarsi della sintomatologia, il quale dopo avermi visitato e fatto il punto della situazione, ha optato per riprendere la terapia farmacologica, questa volta con la paroxetina, e momentaneamente xanax, che mi permettera' di svolgere una vita normale, per poter affrontare un nuovo percorso psicoterapico che dovrebbe portarmi finalmente alla risoluzione del problema.
grazie per le pronte risposte.
Ho avuto un nuovo incontro con il mio neuropsichiatra in seguito all'accentuarsi della sintomatologia, il quale dopo avermi visitato e fatto il punto della situazione, ha optato per riprendere la terapia farmacologica, questa volta con la paroxetina, e momentaneamente xanax, che mi permettera' di svolgere una vita normale, per poter affrontare un nuovo percorso psicoterapico che dovrebbe portarmi finalmente alla risoluzione del problema.
[#4]
Gentile utente,
chieda sempre che tipo di psicoterapia le viene proposto, se vi sono evidenza scientifiche in merito all'utilizzo nel suo disturbo e se lo desidera ci tenga aggiornati.
chieda sempre che tipo di psicoterapia le viene proposto, se vi sono evidenza scientifiche in merito all'utilizzo nel suo disturbo e se lo desidera ci tenga aggiornati.
Cordialmente
www.psichiatriasessuologia.com
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 2.4k visite dal 10/10/2013.
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