La morte di un figlio

Salve a tutti.
Espongo più concisamente possibile il mio caso.
Si tratta di una forma depressiva di mia mamma, che è venuta fuori da circa 3 anni a questa parte, a seguito della scomparsa di un figlio, ovvero l'unico mio fratello, deceduto 27enne per improvviso arresto cardiaco.
Premetto che è una storia molto lunga, e che la morte di mio fratello ci è stata annunciata telefonicamente, visto che si trovava sul posto di lavoro, quindi non abbiamo visto nulla di nulla e qualsiasi dubbio su cosa sia successo esattamente rimane.
Sta di fatto che mia mamma, distrutta psicologicamente dall'evento, è stata ricoverata più volte, 6 in 3 anni per l'esattezza, a causa del manifestarsi di sintomi depressivi, che normalmente sono: aggressività, pensieri negativi, paura di tutti, odio verso tutti, comportamenti e frasi senza senso, sogni ad occhi aperti, delirio.
Mia mamma non è mai riuscita, dopo essersi ripresa grazie alle cure psichiatriche, a convincersi di questa malattia, e rifiuta qualsiasi cura a base di psicofarmaci.
E' accaduto che nel 2007, intorno a febbraio/marzo, a seguito di due ricoveri consecutivi, uno presso reparto ospedaliero, il successivo presso clinica privata, si sia decisa a seguire una terapia costantemente.
Questo è durato per un anno intero, e mia mamma stava BENISSIMO, la vedevo tutti i giorni in perfetta forma.
La terapia, basata sugli antidepressivi Citalopram e Remeron, è stata via via ridotta, ovviamente dal medico, ma ad un bel momento mia mamma, insofferente sia al pensiero di prendere farmaci quotidianamente, sia alle visite mediche stesse (che non ci sono più state!), ha smesso tutte le cure.
Inutile dire che non c'è stato mai verso di convincerla a prendere o riprendere i farmaci, nè di somministrarli di nascosto, cosa per altro molto rischiosa a mio parere.
Mia mamma è uscita pochi giorni fa dall'ospedale e sta molto meglio, ma sta già rifiutando ogni psicofarmaco.
Io non so' più cosa fare, sono certo che prima o poi ricadrà nuovamente, ma purtroppo non posso COSTRINGERE con la forza una persona, pur essendo mia mamma, in quanto sarei passibile di reato.
Chiedo consiglio a voi.
Distinti saluti e mille grazie.
[#1]
Dr. Vito Fabio Paternò Psichiatra, Psicoterapeuta 586 22
Gentile utente,
visto questa resistenza da parte di mamma verso l'assunzione dei farmaci, si potrebbe tentare di convincerla ad iniziare una psicoterapia che la supporti emotivamente in questa fase e che miri anche a farle accettare la terapia farmacologica stessa (data l'importanza e l'efficacia che ha già avuto).

Cordialmente
Dott. Vito Fabio Paternò

www.cesidea.it
info@cesidea.it

[#2]
Attivo dal 2008 al 2011
Ex utente
La ringrazio per il consiglio.
Vorrei sottolineare altresi che il rifiuto di mia mamma è totale sia verso i farmaci che verso i medici psichiatri o similari.
Mi risulta impossibile in questo periodo convincerla a farsi seguire da uno specialista.
Temo pertanto in una nuova ricaduta nel breve.
Ultimamente a casa mia non si "vive" più.
Buona giornata.