Eritrofobia

Gent.mi,
cerco di essere sintetica:
prime manifestazioni all'età di 18 anni, poi quasi un'ossessione;
stupide speranze che si risolvesse semplicemente con il tempo.....nessuno era al corrente della mia fobia!
a 35 anni altre problematiche.........separazione, gravi problemi economici, arriva anche la voglia di chiudere gli occhi e non svegliarsi più.
due figli, ancora piccoli, mi danno la forza di recarmi da un neurologo-psichiatra, che mi prescrive una cura farmacologica aggressiva ma molto efficace...ansiolitici, antidepressivi.
poi , purtroppo per brevi periodi (avvisavo che le mie ridotte condizioni economiche non mi consentivano lunche terapie) mi rivolgo a : psicologo, psicologo ipnotista (pessima esperienza...ne ha approfittato!) , agopuntore, psicologo terapia rilassamento, (tutto questo aiutata dai suggerimenti ascoltati in televisione e su riviste specializzate).
risultati: piccoli miglioramenti ..in percentuale 0.5%
mi tuffo poi solo sui farmaci (comincio di nuovo a lavorare ...ufficio...colleghi..datore di lavoro...clienti...tutto un ripresentarsi di problemi) e quindi da 20 anni antidepressivi ..gli ultimi seroxat e paroxetina che riducono la fobia e quindi il continuo ripresentarsi degli eventi.
Il problema adesso è che da alcuni anni, ed ora sempre peggio, avverto scarsa concentrazione, linguaggio scorrevole difficoltoso (è come se dovessi reimparare molti vocaboli perchè mi sfuggono, scarsissima memoria (sono costretta ad annotare tutto e per il lavoro che svolgo è importantissimo ricordare scadenze e adempimenti).
Mi dice il medico di famiglia che sicuramente il farmaco assunto per tanto tempo ha provocato il presentarsi di effetti collaterali riducendo anche l'efficacia originaria , quindi bisognerebbe cambiare.
mi aiutate?????????
[#1]
Dr. Marco Paolemili Psichiatra, Medico delle dipendenze, Psicoterapeuta 233 6
Non è vero che questi effetti collaterali, quando si presentano, sono dovuti ad un uso prolungato del farmaco. Non è neanche vero che l'efficacia originaria di un farmaco si riduce nel corso, anche lungo, di una terapia. Molto più probabilmente attraversa un momento difficile e alcuni sintomi, come la difficoltà di concentrazione, si possono riprensentare. Cambiano le situazioni di vita, cambiano i nostri pensieri e cambia il nostro cervello. Sicuramente può rivedere i dosaggi della terapia o provare un farmaco diverso che risulti più efficace per la situazione psichica che vive adesso. Consulti il suo Psichiatra di riferimento, troverà una soluzione.

Dott. Marco Paolemili
Specialista in Psichiatria e Psicoterapia Cognitivo Comportamentale
www.mens-sana.biz

[#2]
Utente
Utente
grazie per la cortese risposta.
un'altra domanda in merito alle cause di tutto questo........considerato che anche in famiglia esiste un caso analogo (sorella) , anche se con personalità diversa, si tratta di deficit di serotonina e predisposizione familiare?
ringrazio anticipatamente
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