Come aiutare l'ipocondriaco

Salve,
il mio ragazzo ha 30 anni ed è sempre stato particolarmente ansioso riguardo il suo stato di salute, nel senso che ha sempre cercato conferme anche per banali febbri o comunque per qualsiasi sintomo che lo facesse sentire male. Diverse volte si è sottoposto ad esami che hanno sempre dato riscontro negativo, non ha mai riscontrato nessuna patologia.
Adesso la situazione sta peggiorando.
Non vuole rimanere solo a casa perchè ha il terrore di stare male e di non farcela da sè, senza il mio aiuto o quello dei genitori.
In particolare lui mi riferisce di svegliarsi la notte o la mattina presto e di stare bene, ma gradualmente comincia a sentire crescere l'ansia, sente tensioni muscolari alle braccia e sulla schiena e lo assale la paura di stare male con lo stomaco, tanto da avvertire effettivamente dei dolori allo stomaco.
Lui stesso mi confida di essere consapevole del suo ottimo stato di salute ed è cosciente del fatto che è la sua ansia a procurargli quei disturbi, ma non sa come controllarsi.
Io vorrei tanto aiutarlo, ma non so come reagire in questi casi... non so se dovrei essere dura e scuoterlo un pò, oppure se dovrei essere comprensiva.
Ne abbiamo parlato diverse volte perchè vorrei cercare di capire a cosa sono dovuti questi suoi sintomi.
Il lavoro gli comporta molto stress ultimamente ma non so se effettivamente potrebbe essere questa la causa dei suoi disturbi.

Vorrei, quindi, sapere come comportarmi nei suoi confronti per cercare di aiutarlo perchè lui comunque vorrebbe affrontare tutto con le sue forze e senza ricorrere ad uno specialista.

Vi ringrazio e spero mi possiate indicare qualche consiglio per aiutarlo!
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Sta affrontando tutto con le sue forze, e il risultato è quello che descrive. La cosa più utile è quella di convincerlo che se vuole risolvere la situazione è opportuno rivolgersi a uno specialista.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Attivo dal 2008 al 2010
Ex utente
La ringrazio Dr. Pacini per la sua risposta, e capisco che sarebbe la migliore cosa, ma i suoi sintomi non sono poi così gravi... almeno io così li interpreto e lui stesso mi dice che il fatto si esserne consapevole gli da il coraggio di andare avanti e di cercare di reagire.
Se insisto per convincerlo ad andare da un medico lui si preoccupa ancora di più, mentre sembra più tranquillo quando decide di volercela fare da solo... sono così confusa!
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
"cercare di reagire" significa che i sintomi per fortuna non sono così gravi. Ma anche, purtroppo, che ci si illude di reagire applicando chissà quali risorse razionali o spirituali: di fatto, più i sintomi sono gravi, più la reazione è qualcosa dettato e guidato dai sintomi stessi, cioè va in senso ipocondriaco. Cercare di rassicurarsi o di darsi spiegazioni razionali uscendo da una preoccupazione ipocondriaca è semplicemente un tentativo di controllare, di avere la certezza, di risolvere il dubbio con una risposta temporaneamente soddisfacente. Questo è appunto un meccanismo iponcondriaco. Esempio: se penso di avere un tumore e la cosa mi ossessiona, la soluzione non è compiere tutti i possibili accertamenti o quelli che mi sembrano più sensati o trovare le ragioni di pensare perché non è probabile che lo abbia; la soluzione anti-ipocondriaca è sapere che posso in teoria avere un tumore ma non mettermi a verificare, se la ragione della verifica è la "preoccupazione". E' difficile che un ipocondriaco accetti questa strategia, ma è quella che funziona.
[#4]
Attivo dal 2008 al 2010
Ex utente
Mi scusi Dr. Pacini se le rispondo solo adesso.
Ho capito benissimo qual'è il meccanismo che si instaura grazie all'esempio che mi ha fornito. Effettivamente è proprio questo il comportamento che lui assume.
Cercherò di fargli capire che un aiuto esterno potrebbe indirizzarlo nel modo migliore alla risoluzione del suo problema.
La ringrazio ancora!
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