Vomito indotto, depressione, fibromialgia

Buon giorno,
Vi scrivo per la mia compagna.
Questa ragazza ha una sintomatologia complessa e facciamo fatica a comprendere come curarla al meglio.
La ragazza ha 36 anni, ha sempre avuto un carattere difficile da gestire, in fase adolescenziale ha subito la perdita della madre. All'età di 25 anni si è sposata ma ha scoperto da subito di essere tradita. Il matrimonio è continuato con una figlia ma soprattutto con violenze subite dal coniuge.
Attualmente, nonostante la qualità della sua vita sia migliorata, questa ragazza non ha mai superato le crisi relative alla violenza ed è passata dalla depressione, un depressione strana che la porta ad essere sempre negativa e che lo psichiatra ha definito di tipo post traumatico, alla fibromialgia diagnostica dal reumatologo. Inoltre quando ci sono dei problemi reagisce con vomito indotto (mani in gola) che non riesce a controllare. Tutto questo nonostante da 1 anno assuma un calmante (control) ed un antidepressivo (elopran) e sia in cura da una psicologa. Infine nei momenti in cui noi cerchiamo di farle comprendere determinati aspetti della realtà, lei nega l'evidenza in modo convinto come se al suo interno modificasse la realtà stessa.
Quello che vi chiedo è di farmi sapere se esiste un centro in Italia dove questa patologia che riguarda sicuramente più specialisti possa essere trattata in modo organico
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 4k 201 21
Gentile utente,
innanzitutto andrebbe diagnosticata con precisione la patologia di cui soffre la sua compagna. Alla base potrebbe esserci un disturbo di personalità sul quale si sono sviluppati disturbi dell'umore e comportamentali. Mi ha colpito il termine "ragazza" che usa più volte nei confronti di una donna già madre, che è stata anche sposata: forse dipende dall'atteggiamento di questa donna, che si comporta come se fosse più giovane della sua età?
Da quel che ho capito è seguita da uno psichiatra, da uno psicologo e dal reumatologo. Direi che se c'è collaborazione tra gli specialisti e se la sua compagna segue le terapie e le indicazioni che le danno non c'è bisogno di andare a cercare "centri" magari lontani e quindi poco accessibili, perché il lavoro fondamentale lo fa il paziente coi terapeuti, ed è un lavoro lungo.
Il lorazepam (control) dopo poche settimane dà assuefazione e non dovrebbe essere continuato per tempi prolungati , mentre per l'antidepressivo (che va invece proseguito per mesi) bisognerebbe vedere se il dosaggio è adeguato, se funziona poco va aumentato o sostituito.
Quando parla di "negatività" cosa intende? Che è pessimista, si lascia andare, oppure che è oppositiva e polemica?
Cordiali saluti

Franca Scapellato

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