Depressione, terrore del futuro, confusione, depersonalizzazione

Buongiorno,ho31anni e da quando ne ho25soffro di depressione.Tutto è cominciato con1attacco di panico,ma io lo definirei terrore,fortissimo.Mi ero laureata da poco.Ero felicissima.Ero finalmente riuscita a dimagrire molto,mi sembrava di poter realizzare tutto.Ho avuto1infanzia difficile a causa della malattia e morte di mio padre quando avevo9anni, sono stata1bambina ipersensibile,chiusa in1mondo di fantasia,con una madre affettuosa ma con la quale parlavo poco d come mi sentivo.Ho sviluppato molte paure.Son sempre stata comunque solare,e gli anni dell'università sono stati sereni.Mi sono contornata di molti amici,ma ad oggi non ho mai avuto1relazione perchè l'idea mi terrorizza.Nel 2008 ho iniziato1percorso di psicoter.analitica con una brava dott.,che mi ha aiutata.Sono entrata nel mondo del lavoro e in pochi mesi mi son scoperta capace e molto apprezzata,son riuscita a domare le mie ansie.Nn ho preso farmaci fino al 2010-11,quando sono ricaduta in una crisi depressiva fortissima.per quanto avessi sviscerato il mio passato,il punto dei miei problemi restava il terrore per la morte(di mia madre soprattutto),per il futuro,la paura di affrontare la vita.gli attacchi di panico e l'ansia mi erano spariti velocemente,forse in1anno dall'esordio del primo...ma la depressione restava.E le ossessioni.Paura di far male agli altri,a mia madre,paura di fare pensieri impuri, peccati,paura d impazzire,derealizzazione,ossessione omosessuale.Nel2010il mio medico di base mi ha prescritto Cipralex,10mg.Avevo la sensazione di essere rinata.Verso la fine dell'anno scorso mi sentivo piena di voglia di rivoluzionare la mia vita.Mi sono operata agli occhi (ero miope),ho ricominciato la dieta e ho perso quasi 20 chili.Quest'anno,in primavera,l'annuncio che avrei dovuto cambiare sede di lavoro,e poi il trasferirmi nella mia nuova casa.Decisione che ho continuato a rimandare per il terrore che mi faceva,e che avevo/avevamo preso per mettermi alla prova,anche su consiglio della mia dottoressa.Da qualche sett. son ricaduta in1depressione fortissima,la mattina mi sveglio e non so chi sono,non mi riconosco allo specchio,pensieri di morte,diarrea,pianti continui,pensieri circolari ossessivi negativi,senso di non integrazione con me stessa,di non riuscire a diventare una persona adulta...soche devo evolvere,ma il terrore m paralizza,m sembra di non avere via d'uscita.Penso a domani e non vedo futuro.Nn riesco a visualizzarmi diversa da come sono,nn riesco ad accettare il cambiamento.Provo1sofferenza psicologica inaudita.Il mio medico m ha detto di passare a20mg di Cipralex,e ieri ho fissato una visita specialistica psichiatrica.Mi chiedo se in questi anni non abbia sbagliato a a nn andare subito da uno specialista.Per voi la mia depressione è data solo da questa crisi di passaggio che non riesco ad attuare?E' giusta la diagnosi?E' possibile alleviare la mia sofferenza mentale con un'adeguata cura farmac.?E la psicoterapia che ho finora seguito è la più adatta? Vi ringrazio.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

La depressione non ha spiegazioni esterne, può avere fattori esterni che la sollecitano, ma sostanzialmente si cura per come si sviluppa dentro il cervello. Se ha avuto una ricaduta grave nonostante la cura, sarebbe il caso di considerare il passaggio ad un diverso medicinale. Sulla diagnosi, non abbiamo elementi per poter dire qui se sia o meno corretta e completa. L'analisi non ha i caratteri di una terapia scientificamente comprensibile, poiché non si basa su concetti biologici. Nella depressione grave il supporto psicoterapico può essere utile, ma le terapie fisiche e quelle chimiche sono la prima linea.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
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Utente
Utente
Capisco, la ringrazio. Non sono riuscita ad aggiungere che, non so bene per quale motivo, la mia psicoterapeuta non è mai stata molto incline all'uso dei farmaci. Prima della pausa estiva, al nostro ultimo incontro, quando già stavo parecchio male, le chiesi se non era il caso che vedessi uno psichiatra per rivedere la cura col Cipralex. Lei mi disse: 'basta farmaci, la sua è solo paura di crescere, qui non c'è dolore ma solo paura, deve avere coraggio'. Penso che me l'avesse detto solo per scuotermi, non è mai così aggressiva, ma se possibile la sua risposta mi ha buttato ancora più giù.
Lei comunque, dicendo che il supporto psicoterapico può essere utile, intende che per prima cosa bisogna intervenire coi farmaci e poi con la psicoterapia, naturalmente?
In ogni caso... ormai penso spesso che l'orientamento psicanalitico per me non vada bene. Come faccio a sapere se è il caso di cambiare terapista, e a quale orientamento rivolgermi?
La ringrazio ancora. Vedrò lo psichiatra intorno al 12 settembre.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

Se la psicoterapeuta in questione non è medico, non ha alcuna conoscenza sull'uso e sul funzionamento delle medicine. Queste indicazioni quindi le può dare il medico. Non saprei a cosa possono corrispondere espressioni come "paura di crescere" o sollecitazioni tipo "avere coraggio"; peraltro colpevolizzanti sul piano del messaggio immediato. Non è questione si contrapporre farmaci e psicoterapia, o di metterli in una sequenza fissa, è questione di scegliere strumenti dal funzionamento studiato e in riferimento a elementi che si possono quantificare e che lei stesso può verificare (i suoi sintomi).