Depressione - come aiutare chi si rifiuta?

Gentili medici,
mi rivolgo a voi dopo una lettura di mesi e mesi per trovare una soluzione adeguata. Mia madre, ormai 50 enne soffre di una grave depressione scatenata dalla sua infanzia difficile e dalla recente perdita del fratello dopo una lotta contro una malattia.

Nonostante sia in cura con un medico specializzato le medicine che prende, cymbalta, gocce quando ha crisi etc, non bastano anzi la sua vita e quella di chi è intorno è difficile a volte impossibile.

Non esce da casa da mesi, non fa vita sociale se non quando esce per visite ospedaliere per una malattia che gli è stata diagnosticata.

E' impossibile parlaci: non ascolta le persone che ha intorno, non gli interessa nessun discorso. Passa tutta la giornata a pulire casa in modo ossessivo. Si agita per qualsiasi cosa che accade: una dimenticanza nella spesa, una mattonella sporcata involontariamente. Ogni minima cosa può scatenare crisi di pianto, urla, gesti a volta al limite e pericolosi per lei e per chi è intorno.

Spesso ha poi svenimenti post attacco nervoso, ansia. La notte piange anche per ore e niente e nessuno riesce a calmarla. Il medico diciamo che si è "arreso" alzando le mani, inoltre mia madre si rifiuta di continuare a curarsi, prendendo 'soltanto' le medicine che le sono state assegnate l'ultima volta. La cosa più drammatica sono i suoi sbalzi d'umore, un momento è normale (mai felice, mai col sorriso), un momento è in crisi con pianti, urla e frasi sconnesse. A volte è capitato di aver tentato gesti estremi.

In passato durante i suoi attacchi abbiamo chiamato il pronto soccorso che le ha poi diagnosticato pressione oltre i 200 con palpitazioni fuori controllo, ma ogni volta ce l'hanno rimandata a casa con qualche calmante.

Ho bisogno di voi per chiedere cosa possiamo fare? Esistono centri dove rivolgersi? Sapendo che però la persona in questione si rifiuta di farsi curare perchè lei si sente praticamente nella norma ed ignora il suo stato depressivo. Vorrei risolvere il problema definitivamente perchè sono al limite delle mie forze.


grazie in anticipo e buon ferragosto a tutti voi, sperando in un po' di tranquillità per tutti.
[#1]
Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 4k 202
Gentile utente,
probabilmente il recente (quanto recente?) lutto ha peggiorato una situazione già precaria. Riferisce che la mamma si reca ai controlli per una patologia di cui soffre, di cosa si tratta?
Mi rendo conto che la situazione è pesante, ma se continuate a camminare in punta di piedi per evitare scenate e crisi di nervi non arriverete a niente, praticamente sua mamma ha il controllo (patologico) della situazione. Il primo passo è essere TUTTI d'accordo su questo, se no non se ne esce. La signora ha bisogno di essere contenuta nella sua angoscia, probabilmente anche cambiando terapia, o almeno aggiungendo farmaci tranquillanti, l'antidepressivo e qualche goccia al bisogno non bastano. Altro che alzare le mani e lasciarla fare, così sta solo peggio.
Se la signora perde il controllo, si chiama l'ambulanza e si porta in ospedale. Se si rifiuta di farsi accompagnare in ospedale e si calma, ok (ma la volta successiva si chiama ancora), se invece continua si chiede un ricovero sanitario obbligatorio: lo deve chiedere un medico del SSN, controfirmato da un secondo medico. La richiesta, in base alla legge 833, va motivata dal fatto che la paziente richiede un intervento terapeutico urgente, che lo rifiuta perché non si rende conto delle sue condizioni e che non può essere curata a domicilio (per esempio perché c'è un serio rischio di autolesionismo). Da sottolineare che non si tratta di una richiesta dei familiari, ma di un atto medico; l'ordinanza viene firmata dal sindaco e il paziente viene ricoverato per 7 giorni rinnovabili.
Mi rendo conto che questo procedimento può spaventare, che forse è eccessivo per la situazione (che non conosco direttamente), ma il messaggio che deve passare per essere efficace è: tu non stai bene, stai soffrendo molto (perché è la verità) e noi familiari, psichiatra ecc ti aiutiamo, però collabori.
Consiglierei di consultare il Servizio di salute mentale della vostra zona, per riferire la situazione e cercare aiuto. A volte si trovano persone disponibili e preparate anche se sepolte da notevole una mole di lavoro.
Cordiali saluti

Franca Scapellato

[#2]
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Grazie dottoressa,
riguardo il lutto risale ad alcuni anni fa, non ricordo con precisione. Riguardo la patologia è una sospetta malattia autoimmune. L'ultima volta all'ospedale gli hanno scritto un referto con diagnosi: grave stato depressivo e l'hanno rimandata a casa. Tempo fine effetto dei calmanti ed è ricominciato tutto da capo. Fino ad oggi dove ha avuto l'ultimo attacco che è durato più di due ore tra pianti, frasi sconnesse, agitazione, tentativi di autolesionismo che ogni bisogna "sventare". E' una situazione più che difficile, di sopravvivenza.


Conosce qualche centro a Roma dove posso chiedere aiuto? Grazie mille

[#3]
Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 4k 202
Un lutto di anni fa non giustifica la depressione di adesso.
Sua madre ha bisogno di una diagnosi precisa, e probabilmente di assumere anche antipsicotici. "Grave stato depressivo" è una descrizione (non adeguata oltretutto) e non una diagnosi. In ospedale il medico di guardia deve chiedere la consulenza psichiatrica; se non viene effettuata, è il medico del PS che si assume la responsabilità delle conseguenze. Idem per lo psichiatra che la visita e la dimette: devono firmare con nome, cognome e timbro. Se non lo fanno, si chiamano i carabinieri. La famiglia non può essere abbandonata con i suoi problemi. Non siete dei rompiscatole, ma persone con una malata grave che chiedono aiuto.
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