Fobie ed ansia invalidanti
Buongiorno dottore.
Come potrà vedere dal mio profilo ho già abusato più volte della gentilezza dello staff medico e finalmente mi decido a scomodare anche lei (che forse sarebbe dovuto essere stato il primo e l'unico).
Il fatto è che da circa un anno sono letteralmente invalidata dalla mia ansia, dalle mie paure.
Non so se serva, ma in due parole le riassumo la mia storia: infanzia felice, dai 12 ai 18 anni ho sofferto di anoressia nervosa (sono arrivata ad avere un BMI di 11,3) e dai 19 ai 21 di bulimia nervosa. A 22 anni ho avuto un trasloco e una gravidanza, accompagnata da depressione per tutta la durata.
Da allora ho subito un periodo di fortissimo stress: problematiche di varia natura che non credo sia rilevante elencare, mi hanno portato ad avere una profonda sfiducia nel mondo esterno, ipocondria, attacchi di panico, agorafobia, ansia e depressione.
L'indifferenza e l'insofferenza del mio medico curante non ha contribuito a farmi avere miglioramenti.
Da circa due mesi mi è stata diagnosticata sindrome fibromialgica.
Ora sto un po' meglio (con riluttanza, ma riesco ad uscire di casa e stare da sola per più di mezz'ora!) ma ho ancora forti limitazioni.
In particolare, dopo il terrore di morire soffocata che avevo qualche mese addietro, adesso ho il terrore di morire d'infarto.
Ho paura anche solo a nominare la parola... che tuttavia mi rimbomba insistentemente nel cervello ossessivamente, con tutte le varie conseguenze psicologiche, emotive e comportamentale che può immaginarsi.
Ho 25 anni, una vita davanti, un figlio a cui badare e uno in arrivo, ambizioni da realizzare... sono stufa di essere schiava delle mie ossessioni.
Cosa posso fare? Ho fatto e farò (sto per traslocare) al più presto terapia, prendo supporti omeopatici e tutti i giorni lavoro su me stessa cercando anche di sconfiggere le mie paure ma a quanto pare vanamente. Ho fatto passi da gigante, ma sono ancora in alto mare... e a volte mi sento troppo stanca, scoraggiata e sfibrata per continuare a lottare.
Perché sono ipocondriaca?
Perché ho questa paura del cuore? (soffro di tachicardia sinusale inappropriata e ho spesso dolori al petto e al braccio sinistro fino al mignolo, ma che credo di poter attribuire alla fibromialgia o tutt'al più a costocondrite e problemi al nervo ulnare).
Come faccio a convertire la paura paralizzante in energia quotidiana?
Qual è l'atteggiamento mentale che devo imparare a coltivare?
La ringrazio di cuore...
Come potrà vedere dal mio profilo ho già abusato più volte della gentilezza dello staff medico e finalmente mi decido a scomodare anche lei (che forse sarebbe dovuto essere stato il primo e l'unico).
Il fatto è che da circa un anno sono letteralmente invalidata dalla mia ansia, dalle mie paure.
Non so se serva, ma in due parole le riassumo la mia storia: infanzia felice, dai 12 ai 18 anni ho sofferto di anoressia nervosa (sono arrivata ad avere un BMI di 11,3) e dai 19 ai 21 di bulimia nervosa. A 22 anni ho avuto un trasloco e una gravidanza, accompagnata da depressione per tutta la durata.
Da allora ho subito un periodo di fortissimo stress: problematiche di varia natura che non credo sia rilevante elencare, mi hanno portato ad avere una profonda sfiducia nel mondo esterno, ipocondria, attacchi di panico, agorafobia, ansia e depressione.
L'indifferenza e l'insofferenza del mio medico curante non ha contribuito a farmi avere miglioramenti.
Da circa due mesi mi è stata diagnosticata sindrome fibromialgica.
Ora sto un po' meglio (con riluttanza, ma riesco ad uscire di casa e stare da sola per più di mezz'ora!) ma ho ancora forti limitazioni.
In particolare, dopo il terrore di morire soffocata che avevo qualche mese addietro, adesso ho il terrore di morire d'infarto.
Ho paura anche solo a nominare la parola... che tuttavia mi rimbomba insistentemente nel cervello ossessivamente, con tutte le varie conseguenze psicologiche, emotive e comportamentale che può immaginarsi.
Ho 25 anni, una vita davanti, un figlio a cui badare e uno in arrivo, ambizioni da realizzare... sono stufa di essere schiava delle mie ossessioni.
Cosa posso fare? Ho fatto e farò (sto per traslocare) al più presto terapia, prendo supporti omeopatici e tutti i giorni lavoro su me stessa cercando anche di sconfiggere le mie paure ma a quanto pare vanamente. Ho fatto passi da gigante, ma sono ancora in alto mare... e a volte mi sento troppo stanca, scoraggiata e sfibrata per continuare a lottare.
Perché sono ipocondriaca?
Perché ho questa paura del cuore? (soffro di tachicardia sinusale inappropriata e ho spesso dolori al petto e al braccio sinistro fino al mignolo, ma che credo di poter attribuire alla fibromialgia o tutt'al più a costocondrite e problemi al nervo ulnare).
Come faccio a convertire la paura paralizzante in energia quotidiana?
Qual è l'atteggiamento mentale che devo imparare a coltivare?
La ringrazio di cuore...
[#1]
Gentile utente
Il primo passo da dover fare è quello di rivolgersi ad uno psichiatra che potrà ipotizzare i motivi dei suoi malesseri ma che vanno comunque inquadrati e trattati correttamente.
Il primo passo da dover fare è quello di rivolgersi ad uno psichiatra che potrà ipotizzare i motivi dei suoi malesseri ma che vanno comunque inquadrati e trattati correttamente.
https://wa.me/3908251881139
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[#2]
Utente
La ringrazio per la risposta così celere.
Di recente sono già stata vista da uno psichiatra (anzi, tre: due di pronto soccorso e uno che affiancava la psicologa durante la terapia che ho seguito per circa due anni fino a tre mesi fa) ma nessuno ha fatto molto di più che dirmi di prendere questo o quel farmaco (che ora, tra l'altro, non potrei neanche più prendere!).
Come accennato, appena sarà concluso il trasloco tornerò in terapia al CIM del futuro comune di residenza.
Nel frattempo speravo di avere un suggerimento che mi aiutasse a riflettere sul perché la mia attenzione fosse incanalata (in maniera assolutamente insana) in questo modo... insomma, speravo in una "pillola di sopravvivenza" in attesa di potermi rivolgere di nuovo a degli specialisti in carne ed ossa!
Ad ogni modo la ringrazio per l'intervento e anche per l'incedibile velocità con cui me lo ha concesso.
Arrivederci.
Di recente sono già stata vista da uno psichiatra (anzi, tre: due di pronto soccorso e uno che affiancava la psicologa durante la terapia che ho seguito per circa due anni fino a tre mesi fa) ma nessuno ha fatto molto di più che dirmi di prendere questo o quel farmaco (che ora, tra l'altro, non potrei neanche più prendere!).
Come accennato, appena sarà concluso il trasloco tornerò in terapia al CIM del futuro comune di residenza.
Nel frattempo speravo di avere un suggerimento che mi aiutasse a riflettere sul perché la mia attenzione fosse incanalata (in maniera assolutamente insana) in questo modo... insomma, speravo in una "pillola di sopravvivenza" in attesa di potermi rivolgere di nuovo a degli specialisti in carne ed ossa!
Ad ogni modo la ringrazio per l'intervento e anche per l'incedibile velocità con cui me lo ha concesso.
Arrivederci.
[#3]
Se si pone ancora queste domande dopo una tearapia psicologica di due anni, probabilmete c'è qualcosa che non è andato bene nei suoi trattamenti.
La stessa sindrome fibromialgica richiederebbe un trattamento farmacologico con antidepressivi specifici.
La stessa sindrome fibromialgica richiederebbe un trattamento farmacologico con antidepressivi specifici.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.6k visite dal 29/07/2013.
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