Crisi di panico e pianto con difficolta' respiratorie

Buonasera,
fin dall'infanzia soffro di attacchi di pianto isterico con difficoltà respiratorie. Sono stata in terapia psicologica per quattro anni: la mia vita è migliorata in tutti i suoi aspetti, tranne questo. E' un fenomeno che si ripresenta a distanza di circa 6 mesi, ma può accadere anche più di frequente in periodi molto stressanti come quello che vivo ora oppure quelli vissuti negli ultimi due anni.
Ad esempio, oggi ho pianto senza ritegno per un esame universitario. Un esame che per giunta ho passato con un voto più che accettabile. Alla seconda frase mi sono sentita mancare, ho iniziato a balbettare idiozie che certo non avevo intenzione di dire considerando che 1-sono una scrittrice e quindi mi esprimo solitamente in italiano corretto, mentre oggi sembravo ubriaca; 2-ho studiato come una disperata per due mesi e quindi sapevo perfettamente gli argomenti richiesti. Dopo la verbalizzazione ho pianto per ore chiusa in bagno, non respiravo, avevo voglia di morire, prendere tutti a pugni e non essere mai nata. Anche adesso che sono le undici di sera piango in silenzio.
Questa cosa mi capita da quando ero all'asilo. E' successa durante colloqui di lavoro, su quattro posti di lavoro diversi, all'esame di maturità, all'esame di scuola guida, alle scuole elementari e medie, e non è successa al liceo solo perchè ho studiato da privatista. Nell'ultimo anno ha iniziato anche a capitarmi anche nei negozi o per strada. Basta una dimostrazione di cattiveria o svalutazione gratuita (es. "idiota levati di mezzo" oppure "guardi che è vietato aprire le confezioni dei prodotti") da uno sconosciuto, che io vado in crisi. Mi vergogno come una criminale, non so nemmeno per cosa, e parte la successione crisi respiratoria-lacrime-morale a terra. Comincio con l'avvertire formicolii ovunque, mal di stomaco, non respiro e mi manca l'ossigeno, quindi mi sento svenire, piango tutte le mie lacrime e ho pensieri tristi e suicidi.
Io dico, ci sarà un modo per uscire da questa storia, per la miseria! Non posso continuare a fare la bambina di tre anni davanti ad esaminatori, datori di lavoro e sconosciuti per la strada.
Pensavo alla terapia cognitivo-comportamentale, in quanto avrei ipotizzato che questo sia uno schema interiorizzato e inconscio: "l'altro è aggressivo-io mi sminuisco e mi rendo oggetto di vergogna e di pietà-l'altro smette di aggredirmi". O forse sarrebbe meglio rivolgersi direttamente a uno psichiatra?
Grazie mille in anticipo per il vostro tempo e la vostra attenzione
[#1]
Dr. Stefano Garbolino Psichiatra, Psicoterapeuta, Sessuologo 2.5k 36
Gentile utente,

quale diagnosi è stata posta?

Perché è stata effettuata una terapia psicologica?

Di quale tipo?

Per quale obiettivo?

Cordialmente
www.psichiatriasessuologia.com

[#2]
Utente
Utente
Gentile dr. Garbolino,
sono stata in terapia dall'età di 13 anni all'età di 17 anni per ansia sociale, problemi familiari e comportamenti autolesivi volti a richiamare l'attenzione sulla mia sofferenza psicologica. Non penso che questa possa essere "una diagnosi", ma rende l'idea dei motivi che mi hanno spinta a cercare aiuto. Ora non metto più in pratica tali comportamenti, vivo da sola e un genitore è mancato due anni fa. Dunque alcuni problemi si sono risolti da soli e la terapia psicologica è stata molto utile per gli altri (sempre eccezion fatta per gli attacchi di panico o qualsiasi cosa siano), dato che riesco ad avere delle relazioni sociali soddisfacenti e per gran parte del tempo mi valuto sotto una luce positiva.
La terapia era di tipo junghiano.
[#3]
Dr. Stefano Garbolino Psichiatra, Psicoterapeuta, Sessuologo 2.5k 36
Gentile utente,

se lo desidera visiti il sito www.EMDRitalia.it.

In tale contesto vengono illustrate le modalità di possibili trattamenti per i disturbi da attacchi di panico.
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