La figura dello psichiatra viene confusa
Salve, sono un ragazzo di 26 anni. Qualche giorno fa ho richiesto un consulto psicologico descrivendo sommariamente la mia situazione. In passato sono stato da uno psicologo, ma più andavo avanti nelle sedute e più mi rendevo conto che le parole e i consigli della dottoressa non riuscivano a darmi quella scossa necessaria, quella spinta affinchè io cominciassi ad essere finalmente me stesso.
Ho letto che spesso la figura dello psichiatra viene confusa con quella del neurologo ed io non vorrei fare questo sbaglio
La situazione in cui mi trovo e questa:
ho vissuto la mia vita nell'insicurezza avendo sempre paura del giudizio altrui, ho permesso alla società di condizionarmi l'esistenza. Questo mi ha portato ad essere la persona che sono oggi, un ragazzo di 26 anni timido, insicuro, asociale e moto riservato. Una parte della responsabilità del mio essere così diverso credo sia dovuto a come ho vissuto le esperienze negative e gli sbagli che la vita mi ha riservato, ho sempre "incassato" senza mai reagire generando in me una rabbia che non riesco a buttare fuori. Una buona dose di responsabilità credo vada alla mia famiglia: mio padre con i suoi modi burberi, il suo essere cosi severo, freddo e distaccato nei miei confronti e nei confronti della famiglia, Mia madre con la sua ansia, il suo preoccuparsi di cosa possano pensare gli altri. Io non mi fido della mia famiglia non chiederò mai più aiuto a loro sono sempre pronti a giudicare e spettegolare, non fraintendete sono bravissime persone.
Mi sto rendendo conto che l'unica cosa che devo fare è mandare a quel paese tutte le paure, le ansie che fino ad oggi mi hanno condizionato, ma non riesco ad "esplodere" è come se ci fosse in lucchetto che mi impedisce di aprirmi e liberare tutta la rabbia che ho dentro, non so come fare.
Grazie
Ho letto che spesso la figura dello psichiatra viene confusa con quella del neurologo ed io non vorrei fare questo sbaglio
La situazione in cui mi trovo e questa:
ho vissuto la mia vita nell'insicurezza avendo sempre paura del giudizio altrui, ho permesso alla società di condizionarmi l'esistenza. Questo mi ha portato ad essere la persona che sono oggi, un ragazzo di 26 anni timido, insicuro, asociale e moto riservato. Una parte della responsabilità del mio essere così diverso credo sia dovuto a come ho vissuto le esperienze negative e gli sbagli che la vita mi ha riservato, ho sempre "incassato" senza mai reagire generando in me una rabbia che non riesco a buttare fuori. Una buona dose di responsabilità credo vada alla mia famiglia: mio padre con i suoi modi burberi, il suo essere cosi severo, freddo e distaccato nei miei confronti e nei confronti della famiglia, Mia madre con la sua ansia, il suo preoccuparsi di cosa possano pensare gli altri. Io non mi fido della mia famiglia non chiederò mai più aiuto a loro sono sempre pronti a giudicare e spettegolare, non fraintendete sono bravissime persone.
Mi sto rendendo conto che l'unica cosa che devo fare è mandare a quel paese tutte le paure, le ansie che fino ad oggi mi hanno condizionato, ma non riesco ad "esplodere" è come se ci fosse in lucchetto che mi impedisce di aprirmi e liberare tutta la rabbia che ho dentro, non so come fare.
Grazie
[#1]
Gentile utente.
in effetti la figura dello Psichiatra non va confusa con quella del Neurologo che si occupa strettamente delle patologie organiche del sistema nervoso centrale e periferico.
Penso comunque che una consulenza Psichiatrica possa esserle utile,sia dal punto di vista diagnostico,sia eventualmente,se necessario,da quello terapeutico.
Cordiali saluti
Piergiorgio Biondani.
in effetti la figura dello Psichiatra non va confusa con quella del Neurologo che si occupa strettamente delle patologie organiche del sistema nervoso centrale e periferico.
Penso comunque che una consulenza Psichiatrica possa esserle utile,sia dal punto di vista diagnostico,sia eventualmente,se necessario,da quello terapeutico.
Cordiali saluti
Piergiorgio Biondani.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.2k visite dal 26/06/2013.
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