Possibile eredità?
Salve Dottori volevo sapere se possibile circa la possibilità di ereditare alcuni disturbi che hanno condizionato il periodo post partum di mia madre (io sono suo figlio ho 25 anni ed ho una ddiagnosi di DAG/DOC in cura da uno psicoterapeuta).ho visto un po le cartelle cliniche sue:Sindrome ansioso depressiva con disturbo della personalità non specifico ed episodi di eccitamento maniacale; Psicosi cronica (affettività bipolare); Depressione del tono dell' umore; Episodo disforico; Eccitamento maniacale; Riferisce di essere posseduta dal demonio; Fobia generalizzata; Idee persecutorie/maniaco depressiva... non sono in ordine cronologico ma sono datate appena dopo la nascita di mia sorella piu piccola...
.quale è la differenza tra i PENSIERI INTRUSIVI e IMPULSI???
Cordiali Saluti
.quale è la differenza tra i PENSIERI INTRUSIVI e IMPULSI???
Cordiali Saluti
[#1]
Gentile Utente,
oramai vi sono molte evidenze scientifiche che documentano l'ereditarietà per la maggior parte dei disturbi psichiatrici maggiori, anche se siamo ancora un po' lontani da una definizione precisa del problema. Diciamo che si eredita una vulnerabilità neurobiologica per i disturbi psichici che può essere influenzata anche talora anche pesantemente da fattori non genetici come eventi vitali stressanti, altre malattie (soprattutto neurologiche ed encocrinologiche), condizioni fisiologiche particolari (es. postpartum), uso di alcuni farmaci, abuso di alcool e uso di stupefacenti. Ciò spiegherebbe per esempio il fatto che un paziente con DOC/DAG abbia un parente stretto con Disturbo Bipolare. Anche altri fattori genetici non strettamente correlati alla vulnerabilità di cui sopra possono condizionare l'insorgenza di determinati disturbi psichici: alludo al temperamento di base e qalla personalità che può indurre nella persona dei comportamenti a rischio per lo sviluppo di disturbi psichici.
Un pensiero intrusivo è in pratica un pensiero ossessivo: le ossessioni sono dei pensieri, degli impulsi, delle rappresentazioni mentali, che si presentano insistentemente e senza una motivazione alla coscienza dell’individuo mentre le compulsioni sono delle azioni ripetitive, dei rituali, a carattere esplicito (come lavarsi di continuo le mani, controllare più volte se si è compiuta adeguatamente un'azione) oppure implicito (come azioni mentali quali pregare, contare, ripetere continuamente senza alcun nesso logico alcune parole). Come vede in questa definizione è compreso anche il termine "impulso". Tale termine si ritrova tuttavia anche in altri ambiti della psichiatria collegato al termine discontrollo (degli impulsi, appunto): si tratta di una condizione patologica riscontrabile in certe patologie in qualche modo "imparentate" col DOC, quali la cleptomania, il gioco d'azzardo patologico, la tricotillomania, l'onicofagia ma anche in altre condizioni molto diverse come il Disturbo Borderline di Personalità, il Disturbo Bipolare, ecc.
Cordiali saluti,
oramai vi sono molte evidenze scientifiche che documentano l'ereditarietà per la maggior parte dei disturbi psichiatrici maggiori, anche se siamo ancora un po' lontani da una definizione precisa del problema. Diciamo che si eredita una vulnerabilità neurobiologica per i disturbi psichici che può essere influenzata anche talora anche pesantemente da fattori non genetici come eventi vitali stressanti, altre malattie (soprattutto neurologiche ed encocrinologiche), condizioni fisiologiche particolari (es. postpartum), uso di alcuni farmaci, abuso di alcool e uso di stupefacenti. Ciò spiegherebbe per esempio il fatto che un paziente con DOC/DAG abbia un parente stretto con Disturbo Bipolare. Anche altri fattori genetici non strettamente correlati alla vulnerabilità di cui sopra possono condizionare l'insorgenza di determinati disturbi psichici: alludo al temperamento di base e qalla personalità che può indurre nella persona dei comportamenti a rischio per lo sviluppo di disturbi psichici.
Un pensiero intrusivo è in pratica un pensiero ossessivo: le ossessioni sono dei pensieri, degli impulsi, delle rappresentazioni mentali, che si presentano insistentemente e senza una motivazione alla coscienza dell’individuo mentre le compulsioni sono delle azioni ripetitive, dei rituali, a carattere esplicito (come lavarsi di continuo le mani, controllare più volte se si è compiuta adeguatamente un'azione) oppure implicito (come azioni mentali quali pregare, contare, ripetere continuamente senza alcun nesso logico alcune parole). Come vede in questa definizione è compreso anche il termine "impulso". Tale termine si ritrova tuttavia anche in altri ambiti della psichiatria collegato al termine discontrollo (degli impulsi, appunto): si tratta di una condizione patologica riscontrabile in certe patologie in qualche modo "imparentate" col DOC, quali la cleptomania, il gioco d'azzardo patologico, la tricotillomania, l'onicofagia ma anche in altre condizioni molto diverse come il Disturbo Borderline di Personalità, il Disturbo Bipolare, ecc.
Cordiali saluti,
Dr. Claudio Lorenzetti
[#2]
Utente
Grazie Dottore, cerco di riassumere la mia condizione:- ho sempre avuto paura di qualsiasi malattia (facevo sempre analisi del sangue mi ricordo e quando mi usciva il sangue dal naso avevo paura che era la leucemia);-Quando sono andato dal neurologo avevo sviluppato la paura di avere qualche malattia grave perché pensavo che non era normale avere quei forti mal di testa ogni giorno ecco perché il mio medico di base mi consigliò di andare dal neurologo per una sospetta cefalea (la diagnosi fu DAG/DISTURBO SOMATOFORME (le vertigini erano dovute allo stato d' ansia) cura con citalopram (20mg per la prima settimana poi 40mg SENZA nessun ansiolitico;- i primi 15/20 giorni in cui ho assunto il citalopram sono stati terribili: attacchi di panico (o comunque stati d' ansia incredibili) improvvisi! Iniziao ad avere paura di uscire pazzo (fu in quei giorni che vedendo sia sul foglietto illustrativo del farmaco e le innumerevoli discussioni sui farmaci SSRI e la loro potenziale capacità di poter indurre il suicidio in persone che mai avevano avuto tali pensieri prima dell'inizio della cura sviluppai tale paura- continuai ad assumere il citalopram per 5/6 mesi cosi come mi aveva detto il neurologo con la speranza che una volta sospesi tempo 2 mesi se ne andavano anche questi assurdi pensieri ma purtroppp no!- visto che tali pensieri si sono sviluppati durante la cura farmacologia e la stessa cura poteva aiutarmi nel risolvere tale problematica ho deciso di iniziare la psicoterapia (ho consultato 2 psicoterapeuti con entrambi diagnosi DISTURBI D' ANSIA/DAP ed entrambi hanno detto che non c' é bisogno della cura farmacologia e semmai ci fosse il bisogno me lo direbbe..LA MIA DOMANDA È QUESTA: io il suicidio lo collego alla depressione quindi se lo penso sono depresso!? Gli psicologi mi hanno detto che non sono depresso (esco con amici, vado in palestra, ho una ragazza che l' anno prossimo sposerò)...ma allora se il suicidio non é collegato a depressione. ..CHE É STO CIRCOLO VIZIOSO??
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Gentile Utente,
il citalopram se usato correttamente è un ottimo farmaco sia in fatto di tollerabilità che in fatto di efficacia. Certo è che se si comincia subito con 20 mg al giorno è altamente probabile che dia un ansia paradossa ed anche una riduzione paradossa dell'umore. Di solito si comincia con dosi inferiori utilizzando anche il prodotto in gocce che agevola la titolazione (cioè l'aumento graduale della dose). La dose in ogni caso deve essere aumentata progressivamente sino ad entrare in un range compreso tra i 20 e i 40 mg/die.
Quanto alla possibile induzione in ogni caso di comportamenti suicidari ho delle grossissime riserve: è ovvio che se questo farmaco viene utilizzato da solo senza un regolatore dell'umore in un paziente con una forma bipolare il rischio suicidario è elevato, in particolare in persone che hanno avuto già spontaneamente questi comportamenti o hanno manifestato dei propositi. La diagnosi di bipolarità è cosa molto complessa che deve essere eseguita da uno specialista, per cui questi deve valutare il rapporto rischio/beneficio della prescrizione e soprattutto se è necessario accompagnarla ad altri trattamenti. Questo spiega anche il fatto che la letteratura scientifica al riguardo documenta un tasso più elevato di eventi avversi di questo tipo nella popolazione infantile/adolescenziale, dove la diagnosi di bipolarità è più difficile sia per la diversa presentazione del quadro clinico (un po' come accade nella terza-quarta età) sia per la mancanza di una storia clinica prolungata nella quale è possibile esaminare il decorso. Anche la familiarità per un disturbo bipolare, specie se di primo grado, deve far riflettere sulla prescrizione, che quindi può essere condizionata e preceduta da un anamnesi più approfondita per valutare la necessità o meno di utilizzare questo farmaco da solo o in associazione con un regolatore del tono dell'umore. Se uno ha un disturbo d'ansia e basta, invece, non si suiciderà mai, in alcuni casi l'ansia può indurre la fobia di perdere il controllo e di poter compiere un gesto insano, ma si tratta appunto di una fobia, non di un proposito.
Cordiali saluti,
il citalopram se usato correttamente è un ottimo farmaco sia in fatto di tollerabilità che in fatto di efficacia. Certo è che se si comincia subito con 20 mg al giorno è altamente probabile che dia un ansia paradossa ed anche una riduzione paradossa dell'umore. Di solito si comincia con dosi inferiori utilizzando anche il prodotto in gocce che agevola la titolazione (cioè l'aumento graduale della dose). La dose in ogni caso deve essere aumentata progressivamente sino ad entrare in un range compreso tra i 20 e i 40 mg/die.
Quanto alla possibile induzione in ogni caso di comportamenti suicidari ho delle grossissime riserve: è ovvio che se questo farmaco viene utilizzato da solo senza un regolatore dell'umore in un paziente con una forma bipolare il rischio suicidario è elevato, in particolare in persone che hanno avuto già spontaneamente questi comportamenti o hanno manifestato dei propositi. La diagnosi di bipolarità è cosa molto complessa che deve essere eseguita da uno specialista, per cui questi deve valutare il rapporto rischio/beneficio della prescrizione e soprattutto se è necessario accompagnarla ad altri trattamenti. Questo spiega anche il fatto che la letteratura scientifica al riguardo documenta un tasso più elevato di eventi avversi di questo tipo nella popolazione infantile/adolescenziale, dove la diagnosi di bipolarità è più difficile sia per la diversa presentazione del quadro clinico (un po' come accade nella terza-quarta età) sia per la mancanza di una storia clinica prolungata nella quale è possibile esaminare il decorso. Anche la familiarità per un disturbo bipolare, specie se di primo grado, deve far riflettere sulla prescrizione, che quindi può essere condizionata e preceduta da un anamnesi più approfondita per valutare la necessità o meno di utilizzare questo farmaco da solo o in associazione con un regolatore del tono dell'umore. Se uno ha un disturbo d'ansia e basta, invece, non si suiciderà mai, in alcuni casi l'ansia può indurre la fobia di perdere il controllo e di poter compiere un gesto insano, ma si tratta appunto di una fobia, non di un proposito.
Cordiali saluti,
[#4]
Utente
Dottore veramente ho consultato 3 psicoligi/psicoterapeuti (cognitivo comportamentale e breve strategica insieme) e le loro diagnosi sono state sempre DAG/DOC...devo quindi convincermi che ho a che fare con persone qualificate e non pensare sempre "ma lo psicologo ha effettivamente capito quale e ' il mio problema? E se invece di ansia fossi depresso e loro non lo hanno capito? Io il suicidio lo accosto solo alle persone depresse, io dalla vita ho praticamente tutto quello che si può chiedere, ma per cadere in depressione deve per forza succedere qualche episodio negativo???"
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Utente
Dottore un ultima domanda. ..finora ho consultato 3 psicoligi che mi hanno fatto sempre una diagnosi di ansia (DAG e DOC) a causa della mia paura (???) del suicidio. ..lo so che gli psicologi psicoterapeuti non hanno, a differenza di voi psichiatri, la competenza nel prescrivere farmaci, ma vorrei almeno sapere se sono comunque bravi e competenti nel capire realmente il disturbo e formulare la diagnosi??? Buona domenica!
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 4.9k visite dal 08/06/2013.
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Approfondimento su Disturbo bipolare
Il disturbo bipolare è una patologia che si manifesta in più fasi: depressiva, maniacale o mista. Scopriamo i sintomi, la diagnosi e le possibili terapie.