Ginko biloba e entact
Buona Sera,
Ho un quesito da porre.
Sto assumendo da una settimana circa Entact 10mg per una leggera distimia e ansia.
Non ho effetti collaterali significativi.
Sto altresì preparando esami universitari. Nella fase di ripasso solitamente assumo un pillola di ginko biloba la mattina di 40mg. Mi aiuta molto soprattutto a fissare i concetti. Lo uso da anni.
E' possibile associare il ginko biloba all'entact visto che stimola la circolazione anche celebrale o è fortemente controindicato?
Grazie per la risposta .. Mattia
(la visita da mio psichiatra ce l ho il 17 giugno per cui non vorrei avere effetti indesiderati)
Ho un quesito da porre.
Sto assumendo da una settimana circa Entact 10mg per una leggera distimia e ansia.
Non ho effetti collaterali significativi.
Sto altresì preparando esami universitari. Nella fase di ripasso solitamente assumo un pillola di ginko biloba la mattina di 40mg. Mi aiuta molto soprattutto a fissare i concetti. Lo uso da anni.
E' possibile associare il ginko biloba all'entact visto che stimola la circolazione anche celebrale o è fortemente controindicato?
Grazie per la risposta .. Mattia
(la visita da mio psichiatra ce l ho il 17 giugno per cui non vorrei avere effetti indesiderati)
[#1]
Non è possibile l'associazione dei prodotti in quanto non si conoscono le possibili interazioni.
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#2]
Ex utente
Interazioni tra erbe e farmaci
Ginkgo biloba. Interazioni farmacologiche
(a cura di Alessandro Oteri, Dipartimento Clinico e Sperimentale di Medicina e Farmacologia, Università degli Studi di Messina)
Aggiornato al 30/06/2007
Il ginkgo biloba viene utilizzato per il trattamento della malattia di Alzheimer, della claudicatio intermittens (1), per migliorare le funzioni cognitive nell'insufficienza cerebrovascolare (2,3) e la circolazione ematica periferica (4). Tra le numerose sostanze contenute nel ginkgo biloba le più importanti dal punto di vista farmacologico sono i flavonoidi e i lattoni tripertenici (gingkolidi e bilobalidi) (5,6). Le dosi di estratto secco di foglie di ginkgo biloba utilizzate in terapia oscillano tra 112 e 200 mg al giorno di solito suddivise in 3 dosi (7).
Per effetto del ginkgolide B, il ginkgo biloba è in grado di ridurre l’aggregazione piastrinica (8). In letteratura sono descritti diversi casi di emorragia derivante dall’interazione degli estratti della pianta con farmaci che inibiscono l’aggregazione piastrinica. In un case report, riferito ad un paziente di 70 anni, già in trattamento con aspirina, viene riportata un’emorragia spontanea in seguito all’uso concomitante di un estratto di ginkgo biloba (8). In un altro caso, è stata riportata un'emorragia cerebrale fatale in un paziente di 71 anni sottoposto alla somministrazione concomitante di ginkgo e ibuprofene (9).
In un ulteriore caso clinico il ginkgo biloba è stata la causa di un'emorragia cerebrale in una paziente in terapia cronica con warfarin da cinque anni (10). In questo caso, l’interazione sembra avere una base sia farmacodinamica che farmacocinetica. Infatti, gli estratti di Ginkgo biloba sono in grado di inibire il metabolismo microsomiale del warfarin, per azione sugli isoenzimi CPY2C9 e CYP3A4 del citocromo P450 (11,12).
Infine, sono stati segnalati casi di ematoma subdurale, emorragia subaracnoidea ed emorragia spontanea dell'iride in pazienti già in cura con aspirina o ergotamina, sottoposti all’assunzione concomitante di gingko biloba (13-17).
Sulla base di tali dati, la combinazione di ginkgo e farmaci anticoagulanti o farmaci che inibiscono l'aggregazione piastrinica dovrebbe essere evitata.
L’effetto degli estratti di ginkgo biloba sugli enzimi del citocromo P450 sembra essere responsabile di ulteriori interazioni farmacocinetiche descritte in letteratura. In uno studio di farmacocinetica condotto su volontari sani è stato osservato che l’assunzione concomitante di nifedipina e ginkgo incrementa i livelli plasmatici del calcio antagonista attraverso l’inibizione dell’isoenzima CYP3A4 (18). In un ulteriore studio è stata evidenziata la capacità degli estratti di ginkgo di incrementare i livelli ematici di omeprazolo con un meccanismo coinvolgente il CYP2C19 (19).
I flavonoidi del ginkgo sembrano essere degli agonisti del GABA, in quanto capaci di legarsi ai recettori per le benzodiazepine (20). Sebbene tale legame non produca una sedazione significativa, in letteratura viene riportato un caso di coma manifestatosi in una donna con morbo di Alzheimer, in trattamento con trazodone, sottoposta alla somministrazione di un estratto di ginkgo biloba. La risoluzione dei sintomi in seguito alla somministrazione di flumazenil ha permesso di imputare l’effetto ad un’eccessiva stimolazione dei recettori GABA ergici (21).
Negli animali da esperimento il ginkgo biloba ha evidenziato un’attività serotoninergica (22). Sulla base di tale effetto, gli estratti di ginkgo biloba possono interagire con gli SSRI. In letteratura viene riportato un caso clinico riferito ad una donna di 42 anni che ha manifestato un episodio ipomaniaco in seguito all’uso concomitante di fluoxetina, buspirone, ginkgo biloba ed Erba di S. Giovanni. La sospensione dei rimedi erboristici ha favorito la risoluzione dei sintomi (23).
Le foglie ed i semi di ginkgo contengono la 4-O-metilpiridossina, una neurotossina capace di indurre convulsioni. In letteratura vengono descritti due casi clinici riferiti a due pazienti epilettici, ben controllati con valproato sodico, che hanno manifestato convulsioni in seguito all’assunzione di un estratto di ginkgo biloba. In entrambi i casi l’effetto è stato imputato alla 4-O-metilpiridossina presente in elevate quantità nell’estratto (24).
Teoricamente, il ginkgo biloba può alterare l’efficacia clinica dell’insulina. Alla base di tale effetto sembra esserci un incremento della funzionalità delle cellule beta delle isole di Langerhans, indotta dalla pianta (25). Nei pazienti diabetici trattati con insulina, l’uso del ginkgo deve essere associato ad un controllo frequente della glicemia.
In letteratura viene infine riportato un unico caso clinico riferito ad una donna anziana che ha manifestato un aumento della pressione sanguigna in seguito all’assunzione concomitante di un diuretico tiazidico (tipo e dose non specificati) ed un estratto di ginkgo biloba. La sospensione del farmaco e del prodotto erboristico ha permesso la risoluzione dei sintomi (26).
Ginkgo biloba. Interazioni farmacologiche
(a cura di Alessandro Oteri, Dipartimento Clinico e Sperimentale di Medicina e Farmacologia, Università degli Studi di Messina)
Aggiornato al 30/06/2007
Il ginkgo biloba viene utilizzato per il trattamento della malattia di Alzheimer, della claudicatio intermittens (1), per migliorare le funzioni cognitive nell'insufficienza cerebrovascolare (2,3) e la circolazione ematica periferica (4). Tra le numerose sostanze contenute nel ginkgo biloba le più importanti dal punto di vista farmacologico sono i flavonoidi e i lattoni tripertenici (gingkolidi e bilobalidi) (5,6). Le dosi di estratto secco di foglie di ginkgo biloba utilizzate in terapia oscillano tra 112 e 200 mg al giorno di solito suddivise in 3 dosi (7).
Per effetto del ginkgolide B, il ginkgo biloba è in grado di ridurre l’aggregazione piastrinica (8). In letteratura sono descritti diversi casi di emorragia derivante dall’interazione degli estratti della pianta con farmaci che inibiscono l’aggregazione piastrinica. In un case report, riferito ad un paziente di 70 anni, già in trattamento con aspirina, viene riportata un’emorragia spontanea in seguito all’uso concomitante di un estratto di ginkgo biloba (8). In un altro caso, è stata riportata un'emorragia cerebrale fatale in un paziente di 71 anni sottoposto alla somministrazione concomitante di ginkgo e ibuprofene (9).
In un ulteriore caso clinico il ginkgo biloba è stata la causa di un'emorragia cerebrale in una paziente in terapia cronica con warfarin da cinque anni (10). In questo caso, l’interazione sembra avere una base sia farmacodinamica che farmacocinetica. Infatti, gli estratti di Ginkgo biloba sono in grado di inibire il metabolismo microsomiale del warfarin, per azione sugli isoenzimi CPY2C9 e CYP3A4 del citocromo P450 (11,12).
Infine, sono stati segnalati casi di ematoma subdurale, emorragia subaracnoidea ed emorragia spontanea dell'iride in pazienti già in cura con aspirina o ergotamina, sottoposti all’assunzione concomitante di gingko biloba (13-17).
Sulla base di tali dati, la combinazione di ginkgo e farmaci anticoagulanti o farmaci che inibiscono l'aggregazione piastrinica dovrebbe essere evitata.
L’effetto degli estratti di ginkgo biloba sugli enzimi del citocromo P450 sembra essere responsabile di ulteriori interazioni farmacocinetiche descritte in letteratura. In uno studio di farmacocinetica condotto su volontari sani è stato osservato che l’assunzione concomitante di nifedipina e ginkgo incrementa i livelli plasmatici del calcio antagonista attraverso l’inibizione dell’isoenzima CYP3A4 (18). In un ulteriore studio è stata evidenziata la capacità degli estratti di ginkgo di incrementare i livelli ematici di omeprazolo con un meccanismo coinvolgente il CYP2C19 (19).
I flavonoidi del ginkgo sembrano essere degli agonisti del GABA, in quanto capaci di legarsi ai recettori per le benzodiazepine (20). Sebbene tale legame non produca una sedazione significativa, in letteratura viene riportato un caso di coma manifestatosi in una donna con morbo di Alzheimer, in trattamento con trazodone, sottoposta alla somministrazione di un estratto di ginkgo biloba. La risoluzione dei sintomi in seguito alla somministrazione di flumazenil ha permesso di imputare l’effetto ad un’eccessiva stimolazione dei recettori GABA ergici (21).
Negli animali da esperimento il ginkgo biloba ha evidenziato un’attività serotoninergica (22). Sulla base di tale effetto, gli estratti di ginkgo biloba possono interagire con gli SSRI. In letteratura viene riportato un caso clinico riferito ad una donna di 42 anni che ha manifestato un episodio ipomaniaco in seguito all’uso concomitante di fluoxetina, buspirone, ginkgo biloba ed Erba di S. Giovanni. La sospensione dei rimedi erboristici ha favorito la risoluzione dei sintomi (23).
Le foglie ed i semi di ginkgo contengono la 4-O-metilpiridossina, una neurotossina capace di indurre convulsioni. In letteratura vengono descritti due casi clinici riferiti a due pazienti epilettici, ben controllati con valproato sodico, che hanno manifestato convulsioni in seguito all’assunzione di un estratto di ginkgo biloba. In entrambi i casi l’effetto è stato imputato alla 4-O-metilpiridossina presente in elevate quantità nell’estratto (24).
Teoricamente, il ginkgo biloba può alterare l’efficacia clinica dell’insulina. Alla base di tale effetto sembra esserci un incremento della funzionalità delle cellule beta delle isole di Langerhans, indotta dalla pianta (25). Nei pazienti diabetici trattati con insulina, l’uso del ginkgo deve essere associato ad un controllo frequente della glicemia.
In letteratura viene infine riportato un unico caso clinico riferito ad una donna anziana che ha manifestato un aumento della pressione sanguigna in seguito all’assunzione concomitante di un diuretico tiazidico (tipo e dose non specificati) ed un estratto di ginkgo biloba. La sospensione del farmaco e del prodotto erboristico ha permesso la risoluzione dei sintomi (26).
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 5.2k visite dal 30/05/2013.
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