Un medico psichiatra è tenuto a riferirti la diagnosi (2)?
Buongiorno,
ho già chiesto un consulto con tale argomento e il Dr. Preve e il Dr. Martiadis mi hanno gentilmente risposto. Però ho riscontrato problemi nell'inviare la mia replica, già l'altro giorno non riuscivo a visualizzarla e ieri non risultava, tanto che pensavo di non aver inviato correttamente. Però anche con la mia seguente risposta è successa la stessa cosa. Non capisco se il problema sia nel sito o provenga dalla mia rete.
per correttezza anche nei confronti dei medici che mi hanno già risposto, copio ed incollo tutto così com'è:
il mio post iniziale:
"Salve,
ho già scritto altre volte esprimendo dei dubbi sul mio medico, sebbene abbia riscontrato un miglioramento del benessere e dell''umore.
In effetti sono un po' turbata dalla sua mancanza di chiarezza, pur ponendo anche domande dirette, non ho mai ottenuto chiare risposte, nemmeno su ciò che io possa avere.
A questo punto io mi chiedo: il medico è tenuto a riferirmi la diagnosi? E possibile che non l'abbia formulata (considerando che seguo una terapia farmacologica)?
vi ringrazio e vi auguro un buon pomeriggio"
La risposta del dottor Preve:
"Gentile Utente,
diagnosi, terapia e prognosi sono tre cardini della professione medica. In generale si stabilisce in base alle informazioni che si ricevono dall'anamnesi una diagnosi ed una terapia adeguata. Perciò se il suo medico le ha dato una terapia avrà chiara anche la diagnosi.
Cordiali saluti."
la risposta del Dr. Martiadis
"Gentile utente,
La chiarezza nella diagnosi deve essere una prerogativa di ogni medico, non solo dello psichiatra.
Cordiali saluti"
Vi rispondo qui, anche perché non sono sicura che riuscirò ad entrare di nuovo:
Innanzitutto vi ringrazio entrambi per le risposte.
Però io mi chiedo: se la diagnosi è stata fatta ed è giusto che mi venga riferita, ma considerando che io non ne sono a conoscenza è possibile che il medico possa decidere di non farlo, ritenendo che non sia il caso (questo sarebbe anche possibile)?
So che per un amico di famiglia, in altro ambito, non è stata comunicata la diagnosi, poiché una tale preoccupazione gli avrebbe potuto causare uno scompenso, però i famigliari ne erano a conoscenza.
Sono maggiorenne e vivo fuori casa, quindi non è possibile che ci sia stato un colloquio con altri componenti della mia famiglia (non informati della situazione peraltro) e nemmeno con il mio medico di base. Pertanto la persona da informare sono io.
Mi scuso per l'inconveniente e spero di non aver sbagliato a rispondere in questo modo.
Buon pomeriggio.
ho già chiesto un consulto con tale argomento e il Dr. Preve e il Dr. Martiadis mi hanno gentilmente risposto. Però ho riscontrato problemi nell'inviare la mia replica, già l'altro giorno non riuscivo a visualizzarla e ieri non risultava, tanto che pensavo di non aver inviato correttamente. Però anche con la mia seguente risposta è successa la stessa cosa. Non capisco se il problema sia nel sito o provenga dalla mia rete.
per correttezza anche nei confronti dei medici che mi hanno già risposto, copio ed incollo tutto così com'è:
il mio post iniziale:
"Salve,
ho già scritto altre volte esprimendo dei dubbi sul mio medico, sebbene abbia riscontrato un miglioramento del benessere e dell''umore.
In effetti sono un po' turbata dalla sua mancanza di chiarezza, pur ponendo anche domande dirette, non ho mai ottenuto chiare risposte, nemmeno su ciò che io possa avere.
A questo punto io mi chiedo: il medico è tenuto a riferirmi la diagnosi? E possibile che non l'abbia formulata (considerando che seguo una terapia farmacologica)?
vi ringrazio e vi auguro un buon pomeriggio"
La risposta del dottor Preve:
"Gentile Utente,
diagnosi, terapia e prognosi sono tre cardini della professione medica. In generale si stabilisce in base alle informazioni che si ricevono dall'anamnesi una diagnosi ed una terapia adeguata. Perciò se il suo medico le ha dato una terapia avrà chiara anche la diagnosi.
Cordiali saluti."
la risposta del Dr. Martiadis
"Gentile utente,
La chiarezza nella diagnosi deve essere una prerogativa di ogni medico, non solo dello psichiatra.
Cordiali saluti"
Vi rispondo qui, anche perché non sono sicura che riuscirò ad entrare di nuovo:
Innanzitutto vi ringrazio entrambi per le risposte.
Però io mi chiedo: se la diagnosi è stata fatta ed è giusto che mi venga riferita, ma considerando che io non ne sono a conoscenza è possibile che il medico possa decidere di non farlo, ritenendo che non sia il caso (questo sarebbe anche possibile)?
So che per un amico di famiglia, in altro ambito, non è stata comunicata la diagnosi, poiché una tale preoccupazione gli avrebbe potuto causare uno scompenso, però i famigliari ne erano a conoscenza.
Sono maggiorenne e vivo fuori casa, quindi non è possibile che ci sia stato un colloquio con altri componenti della mia famiglia (non informati della situazione peraltro) e nemmeno con il mio medico di base. Pertanto la persona da informare sono io.
Mi scuso per l'inconveniente e spero di non aver sbagliato a rispondere in questo modo.
Buon pomeriggio.
[#1]
Gentile utente
Considerando i suoi consulti precedenti, lei ha una certa tendenza ad attribuire ad altri responsabilità che, di fatto, possono non essere tali.
Se chiede la diagnosi la risposta non può essere evasiva, quindi la richieda.
Considerando i suoi consulti precedenti, lei ha una certa tendenza ad attribuire ad altri responsabilità che, di fatto, possono non essere tali.
Se chiede la diagnosi la risposta non può essere evasiva, quindi la richieda.
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#3]
Utente
facciamo un altro tentativo....nemmeno io la visualizzo, è quello che dicevo!!
copio e incollo quello che ho scritto:
"Buongiorno Dr Ruggiero,
penso di non aver capito la sua risposta: che cosa devo richiedere?
non ho chiesto a voi la diagnosi, considerando che non vi ho nemmeno parlato né dei miei sintomi, né dei miei stati d''animo, bensì in questa domanda chiedevo se potessi "pretendere" una risposta dal mio medico.
per quanto riguarda la questione di responsabilità non capisco a cosa Lei si riferisca: io so bene di essere ansiosa di mio e di preoccuparmi se non ho ben chiare le cose, non do la colpa a nessuno di questo. Ma non sono nemmeno scema, quindi se mi avesse dato una chiara diagnosi non sarei in dubbio, pertanto, questa non mi è stata riferita."
copio e incollo quello che ho scritto:
"Buongiorno Dr Ruggiero,
penso di non aver capito la sua risposta: che cosa devo richiedere?
non ho chiesto a voi la diagnosi, considerando che non vi ho nemmeno parlato né dei miei sintomi, né dei miei stati d''animo, bensì in questa domanda chiedevo se potessi "pretendere" una risposta dal mio medico.
per quanto riguarda la questione di responsabilità non capisco a cosa Lei si riferisca: io so bene di essere ansiosa di mio e di preoccuparmi se non ho ben chiare le cose, non do la colpa a nessuno di questo. Ma non sono nemmeno scema, quindi se mi avesse dato una chiara diagnosi non sarei in dubbio, pertanto, questa non mi è stata riferita."
[#4]
Le vorrei ricordare uno dei suoi consulti che risulta essere il preambolo di questo attuale:
https://www.medicitalia.it/consulti/psichiatria/352144-come-fa-un-medico-a-dire-che-c-e-una-tendenza-alla-depressione.html
Tendenzialmente lei esprime sfiducia per i suoi curanti trovando una motivazione più o meno plausibile anche agli occhi di altri.
Prima le viene data una diagnosi e lei la contesta poi non le viene data risposta e lei contesta ugualmente.
Dovrebbe rapportarsi ai suoi curanti in modo più sereno.
https://www.medicitalia.it/consulti/psichiatria/352144-come-fa-un-medico-a-dire-che-c-e-una-tendenza-alla-depressione.html
Tendenzialmente lei esprime sfiducia per i suoi curanti trovando una motivazione più o meno plausibile anche agli occhi di altri.
Prima le viene data una diagnosi e lei la contesta poi non le viene data risposta e lei contesta ugualmente.
Dovrebbe rapportarsi ai suoi curanti in modo più sereno.
[#9]
Utente
beh, questo è vero!
non tanto per il discorso intorno all'appellativo di scema,
piuttosto il "lasciar cadere", era volutamente provocatorio...anche perché sembra che qualunque cosa io possa dire, lei la interpreterà sempre con la stessa chiave.
..e creare dissidio in una condizione passiva è piuttosto masochistico (mi passi il termine, pur non essendo del vostro campo).
la ringrazio per aver definito il mio modo "sottile".
non tanto per il discorso intorno all'appellativo di scema,
piuttosto il "lasciar cadere", era volutamente provocatorio...anche perché sembra che qualunque cosa io possa dire, lei la interpreterà sempre con la stessa chiave.
..e creare dissidio in una condizione passiva è piuttosto masochistico (mi passi il termine, pur non essendo del vostro campo).
la ringrazio per aver definito il mio modo "sottile".
Questo consulto ha ricevuto 12 risposte e 2.3k visite dal 20/05/2013.
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