Farmaci a tutti i costi?!
Salve, sono un genitore separato con un figlio di 21 anni che non vive con me. Mia moglie l' ha accompagnato da uno psicoterapeuta perchè da qualche mese ha problemi nel declutire quando mangia, (a quanto pare da quando si è spaventato mentre mangiava e si è un pò strozzat) provocandogli dell'ansia. La mia domanda è la seguente: è possibile che già dopo una prima seduta (mai visti prima) lo psicoterapeuta abbia già prescritto un farmaco "rilassante" a mio figlio? Dico questo perchè ho la tremenda paura che possa diventare dipendente dall'assunzione di farmaci di questo tipo.
Grazie
Grazie
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Gentile utente,
non è possibile giudicare la scelta del collega (sicuramente medico, se ha prescritto un farmaco), perché questa scelta deriva dalla valutazione diretta, dalla raccolta della storia clinica e dal colloquio con il giovane.
Da quello che lei riferisce, cioè un boccone andato di traverso e la successiva paura di strozzarsi mangiando, posso ipotizzare che suo figlio abbia sviluppato una fobia relativa ai cibi, non so se solidi o liquidi. Questi disturbi vanno curati prima possibile, ovviamente valutando anche la personalità del paziente e la possibilità di intraprendere un percorso psicoterapeutico, che comunque non esclude l'uso di farmaci.
La dipendenza che lei teme si verifica innanzitutto se il farmaco è assunto senza controllo medico, e per controllo intendo visite regolari presso uno specialista, non la semplice prescrizione del medico di base, e soltanto con alcuni tipi di farmaci, come le benzodiazepine (assunte per periodi prolungati e a dosaggio consistente), mentre ad esempio gli antidepressivi non danno assolutamente dipendenza.
Se suo figlio è d'accordo potrebbe chiedere al terapeuta di effettuare un incontro (in presenza di suo figlio) per avere informazioni dirette e per valutare meglio come aiutare il ragazzo, che in questo modo si sentirebbe supportato da entrambi i genitori in un momento difficile della sua vita.
Cordiali saluti
non è possibile giudicare la scelta del collega (sicuramente medico, se ha prescritto un farmaco), perché questa scelta deriva dalla valutazione diretta, dalla raccolta della storia clinica e dal colloquio con il giovane.
Da quello che lei riferisce, cioè un boccone andato di traverso e la successiva paura di strozzarsi mangiando, posso ipotizzare che suo figlio abbia sviluppato una fobia relativa ai cibi, non so se solidi o liquidi. Questi disturbi vanno curati prima possibile, ovviamente valutando anche la personalità del paziente e la possibilità di intraprendere un percorso psicoterapeutico, che comunque non esclude l'uso di farmaci.
La dipendenza che lei teme si verifica innanzitutto se il farmaco è assunto senza controllo medico, e per controllo intendo visite regolari presso uno specialista, non la semplice prescrizione del medico di base, e soltanto con alcuni tipi di farmaci, come le benzodiazepine (assunte per periodi prolungati e a dosaggio consistente), mentre ad esempio gli antidepressivi non danno assolutamente dipendenza.
Se suo figlio è d'accordo potrebbe chiedere al terapeuta di effettuare un incontro (in presenza di suo figlio) per avere informazioni dirette e per valutare meglio come aiutare il ragazzo, che in questo modo si sentirebbe supportato da entrambi i genitori in un momento difficile della sua vita.
Cordiali saluti
Franca Scapellato
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.4k visite dal 19/05/2013.
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