Uso degli psico farmaci e controindicazioni

buona sera sono la mamma di un ragazzo di anni 17.
da tre anni, da quando ha terminato la scuola media , mio figlio ha presentato delle manifestazioni di ansia e di grave insicurezza che lo hanno indotto a interrompere la scuola. all'inizio ha reagito nei nostri confronti picchiandoci e distruggendo tutto wquello che era intorno a lui. ha sviluppato un attaccamento ossessivo al computer e ai giochi di guerra. dopo varie esperienze ha accettato di essere seguito da uno psichiatra . ha iniziato a prendxee degli psicofarmaci. tra i vari l'unico che continua a prendere da circa due anni è il seroquel retad da 200 più seroquel da 100 e 30 gocce di trittico. dopo un primo rientro a scuola si è nuovamente rinchiuso in casa. da ottobre ad ora ( era mingherlino) è cresciuto molto in altezza , ma anche in peso. ora pesa 115 kg. sembra un lottatore di Sumo. Si è completamente sformato. Ora, mi chiedo e vi chiedo,a parte i problemi psichiatrici ( che alla fine i medici hanno escluso definendo il suo un difetto del comportamento, mah!) come posso fare per fargli recyuperareil peso inziale? nvedendosi così (mal) formato la sua ansiua e lea sue paaure di non essere accetato e il senso di vergogna è aumentato. di conseguenza vive chiuso in camera cercando di non farsi vedere da nessuno ( nè medici, nè da noi genitori) e ha invertito il giorno con la notte. Vivo a Piacenza, ma non ho trovato nessuno nella mia regione che sia riuscito a darmi una mano. Temo che alla lunga mio figlio possa decidere di farsi del male. in questi anni nessun medico mi ha aiutata a uscire da questo incubo. solo medicinali e niente altro. Cosa posso fare ? se almeno dimagrisse forse riacquisterebbe un pò più di fiducia. chiedo aiuto .- grazie
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Dr. Stefano Garbolino Psichiatra, Psicoterapeuta, Sessuologo 2.5k 36
Gentile utente,

la collateralita' legata all'uso dei farmaci da lei indicati deve essere gestita dal medico che segue suo figlio. Possono esistere diverse strategie anche nel controbilanciare l'effetto di aumento di peso: non ultima l'ipotesi di,una stretta collaborazione tra lo psichiatra ed il nutrizionista.

Cordialmente
www.psichiatriasessuologia.com

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Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Buongiorno dottore e buona domenica.
Grazie per la risposta. Mio figlio è già stato da un nutrizionista ( circa un anno fa) . Aveva tratto qualche beneficio, ma il suo peso era accettabile: allora pesava 68 kg , oggi 110. E' alto un 1,70 cm . Ha presente i lottari di sumo? E' diventato così: curvo su se stesso, grosso nel viso , nelle braccia, con una gran pancia : sformato. porta la taglia 56. Era un ragazzo bellissimo. Oggettivamente bellissimo. Il problema è che lui (ora) non esce più di casa e se arriva qualcuno, anche solo per le pulizie, si innervosisce e si nasconde in camera sua per non non essere visto. Per due anni è stato seguito da un medico psichiatra ( in modo davvero saltuario) , andava in una struttura semiresidenziale per dei colloqui; così , grazie ai medici di allora, si era convinto e aveva deciso di ritornare a studiare , sia pure privatamente. ha superato un esame di ammissione alla terza liceo ( facendo con uno sforzo disumano, due anni in uno) e così sono riuscita a reinserirlo a scuola . Dopo un mese di frequentazione , non ce l'ha fatta; si è ritirato perchè - ha detto- si sentiva a disagio e perchè non riusciva a sociualizzare con i compagni di classe. E' tornato a rinchiudersi in casa. non è stato più aggressivo con noi, anche perchè gli abbiamo fatto fare quiello che voleva, un pò per paura l'ammetto, e un pò per rassicurarlo che non eravamo li a giudicare , ma lo volevamo auiutare cercando di capire la fonte del suo disagio. E' in casa dal mese di ottobre 2012. Da allora non ha più incontrato medici perchè non ha voluto più vederli. ha voluto chiudere con il passato: amici, medici, genitori, tutti. A questo punto ho cambiato medici e, d'intesa con il primo psichiatra, l'ho convinto dopo molti mesi ad accogliere in casa, solo un mese fa, i nuovi dottori per un colloquio finalizzato ( l'ho dovuto motivare, cosa peraltro vera) a redigere una relazione sul suo stato di salute. Si è convinto "obtorto collo"perchè è consapevole di essere minorenne, e ha accolto i nuovi medici accompagnati da un educatore. Ha parlato con loro educatamente, tranquillo, per due ore . E' stato collaborativo; ha sostenuto ( quasi con le lacrime agli occhi) di essere "normale", e di non volere l'aiuto di nessuno perchè vuole farcerla da solo. parlando dei suoi disagi e della terapia , ha detto che assume i famaci solo perchè ha problemi di sonno. Lamenta il fatto che non riesce a dormire bene e che è sempre stanco e che passa la notte sveglio. Questo è uno dei suoi tormenti. Ha ribadito che,alla sua età, la scuola non è più obbligatoria, e che è consapevole che senza titolo di studio è destinato a non avere grosse changes di lavoro. Ritiene che le sue lacune siano tali da non consentirgli il rientro a scuola. Questo è vero solo in parte: in matematica era bravissimo! I medici sono andati via entusiasti. Anche noi lo eravamo. Per la prima volta ci aveva parlato e aveva espresso i suoi pensieri. Sono anni che non comunica neppure con noi genitori. Dopo, tutto è degerenato. E' tornato a rinchiudersi in camera sua . Ha iniziato a mangiare di tutto in modo ossessivo. Ha ricominciato a scambiare il giorno con la notte ( volutamente) ed è ingrassato moltissimo. Noi non sappiamo più cosa fare. Le abbiamo pensate tutte. Mi dicono che in Italia non esistono centri specializzati per adolescenti . Mi dicono che ci sono, solo, case famiglia per ragazzi con problemi di dipendenza o ragazzi con problemi sociali gravi che provengono da situazioni familiari difficili. Questo non è il nostro caso. Posto che i medici interpellati non intendono fare un TSO perchè non ne ravvisano gli estremi , ( anche se io temo che senza un intervento coattivo non riusciremo a tirarlo fuori di casa) ho , nell'immediato, tre problemi : 1) verificare se davvero non esistono cure e centri dove farlo seguire per un riordino della formulazione del pensiero; 2) quale conseguenza, come posso indurlo ad uscire di casa visto che non ne vuole sapere e che è quasi un anno e mezzo che non esce. che noi non abbiamo più autorevolezza, che non abbiamo parenti, nè amici che abbiano influenza positiva su di lui; 3) come aiutarlo a dimagrire posto che è sempre seduto davanti ad un computer e mangia di tutto.
Domani , lunedì, farà le analisi del sangue e vedremo se i valorti , come è probabile, sono alterati.
Dopo di che, in mancanza di indicazioni utili, non mi resta che pregare, visto che la medicina non è stata almeno fino ad ora, di aiuto. Grazie a Lei e a chi vorrà rispondere per orientarci.
Firmato: Mamma alle soglie della disperazione.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Gentile utente,

"ha detto che è "normale", che vuole farcerla da solo , ha detto che assume i famaci solo perchè ha problemi di sonno"

I medici sono andati via entusiasti dopo aver sentito questo tipo di discorsi ? In verità sono i tipici discorsi di chi non si rende conto del problema.

Non sarei così sicuro che non sussista un problema psichiatrico, anche perché il seroquel è un antipsicotico, fu messo per comportamenti che più che legati all'insicurezza erano comportamenti aggressivi e distruttivi.

La disponibilità di cibo è qualcosa che voi in primo luogo avete sotto controllo. L'isolamento può essere conseguenza di uno stato mentale. Manca però una diagnosi, e andrebbe fatta.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Certo. Ma se non riesco a farlo visitare, se si nasconde , come faccio?
E poi ,è vero che non esistono centri adeguati per ragazzi che presentano problemi simili a quelli di mio figlio, posto che non si droga e che ha una famiglia che non presenta problemi sociali ? Non intendo sollevarmi e addossare ad altri le nostre responsabilità di genitori, solo che non vedo come rimanendo in casa possa essere curato ( o comunque aiutato) . la diagnosi fatta lo scorso anno è : disturbo del comportamento. che significa? Essendo adolescente non possono fare e dire di più. ma lasciato in assoluto abbandono , a mio avviso, può solo peggiorare.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
"disturbo del comportamento. che significa?"

Niente.

Si può però chiedere un ASO, ovvero una visita obbligatoria. Anche perché se non è definita una diagnosi è anche difficile stabilire se esistano o meno i criteri per il TSO. L'ASO non necessariamente è seguito da TSO, ed è un modo per poter visitare persone che non tendono a farsi visitare, anche per rendersi conto che tipo di problema c'è.
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Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Ancora una volta , La ringrazio.
valuterò la possibilità di richiedere un ASO. Magari, per non traumatizzarlo, prendendo come spunto all'esito degli esami del sangue, che dovrebbe arrivare tra poco. Tuttavia , ribadisco la mia richiesta circa la possibilità di centri specializzati a cui appoggiarsi per ragazzi adolescenti che non hanno problemi sociali familiari e che non usano droghe.
Poichè da quando è a casa , per distrarsi usa, per la verità per molte ore al giorno (,10/12 ) anche tutta la notte ( le ho detto che ha scambiato la notte con il giorno) i giochi di guerra; avevo pensato -e chiesto- notizie sul centro di Brusson (val d'Aosta ) aperto inizialmente da Vittorino Andreoli . I medici però, lo scorso anno, mi hanno detto che -a loro parere - , la sua ( allora , forse ora è diverso , visto che non esce più da un anno) non era una dipendenza da internet.
Per tirare le somme: a)procedo con la visita obbligatoria o con altra soluzione che lo metta in condizione di incontrare ancora i medici . b) ricerca della diagnosi e cura.
Tuttavia, tenuto conto che farlo visitare sarà difficile e che , se visitato coattivamente , non potrà più continuare a restare da solo in casa ( noi possiamo entrare solo quando dorme e per farlo mangiare) per il resto siamo nell'appartamento attiguo, comunicante , ma diverso. fatto dunque il passo della visita obbligatoria, esiste una struttura che, almeno per un certo periodo, lo riabitui ad una vita"normale".
Perchè a questa domanda, fino ad ora nessuno non trovo risposte? C' è : una struttura adatta per adolescenti? Devo andare fuori regione? Devo andare all'estero ? Non vorrei pensare ad un ospedale. spero che mi aiuti a capire.
grazie
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Gentile utente,

La dipendenza da internet è un'entità poco definita, nel senso che teoricamente è stata definita sul modello delle altre dipendenze, ma non è chiaro se sia l'espressione collaterale di un disturbo altrimenti definibile, o un problema a se stante generato dall'uso di internet (anche perché internet significa tutto e nulla, dipende cosa uno ci fa).
I giochi di guerra, i siti porno, le chat, la musica sono le cose che la maggioranza dei soggetti maschi cerca usando internet, a parte l'uso non ricreativo.
Spesso a monte di queste situazioni ci sono delle barriere alla vita reale che possono corrispondere ad una depressione, ad una psicosi (cioè convinzioni errate su pericoli o situazioni esterne o rapporti con gli altri che spingono a isolarsi), o una estrema difficoltà a relazionarsi al mondo esterno, di solito evidente fin dalla prima infanzia però.
Non necessariamente l'uso di internet è l'aspetto da cui ha origine il tutto né ciò che debba essere "aggredito" primariamente.
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Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
buona sera,
caro dottore, confermo che i disagi di mio figlio si sono manifestati sin dalle scuole elementari, solo che allora era iperattivo. Con la fine delle elementari ha perso i suoi amici del cuore e ha cambiato , su consiglio dei maestri, scuola; dalla scuola pubblica è passato a quella privata. si pensava fosse più protetta e che sarebbe stato seguito meglio. Così non è stato. le sue lacune scolastiche sono aumentate , di pari passo sono aumentate le sue insicurezze e in terza media , prima degli esami , ha iniziato ad isolarsi. poi l'ingresso al liceo , poi il ritiro dopo un mese, poi il periodo "no", poi i due anni in uno per recuperare l'anno perso, poi il rientro a scuola e poi , nuovamente, la chiusura in casa. il prossimo settembre i suoi compagni si iscriveranno al 4 anno e lui è destinato all'ospedale psichioatrico !!. Oggi siamo stati dai medici che dovrebbero seguire nostro figlio. uso il condizionale perchè , in realtà, lui non si fa visitare. si nasconde a tutto e tutti. I dottori hanno proposto un ASO e poi il ricovero in ospedale psichiatrico della città, reparto adulti. Mio marito è rimasto scioccato io me lo aspettavo .Mio marito tenderebbe a tergiversare, io penso che comunque una decisione vada presa. Entrambi, però siamo perplessi sulla possibilità di ricovero in ospedale per adulti. Ed ecco che ritorna la mia domanda: possibile che in Italia non ci sia una struttura di eccellenza per i ragazzi? E se c'è perchè nessuno ne parla? Credo che affidarlo ad una struttura sbagliata o comunque non eccellente e avanzata potrebbe segnare definitivamente e in negativo la sua vita. Qualcuno che mi legge potrebbe darmi un indicazione , un suggerimento? Aiutatemi ad aiutarlo.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.5k 1k
Fino a 18 anni di età lo specialista di riferimento dovrebbe essere il neuropsichiatra infantile, le strutture sanitarie dovrebbero avere a disposizione anche posti letto.

https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/

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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Gentile utente,

ci sono strutture per minori, sono i centri di neuropsichiatria infantile. Nella mia zona esiste ad esempio l'Istituto IRCSS Stella Maris, che è la neuropsichiatria universitaria, che è considerato un centro di eccellenza nel senso della ricerca e dell'avanguardia, ma per un ricovero ci sono reparti di neuropsichiatria infantile sul territorio.