Disturbo somatoforme

Gentili dottori, ho 43 anni, da 10 in cura con zyprexa, prozac, control per disturbo somatoforme. La mia storia, seppur lunga, mi auguro vogliate accoglierla. Adolescente timida, a 18 anni comincio ad accusare disturbi come tachicardia, cardiopalmo, difficoltà di deglutizione, ma analisi e accertamenti portano ad escludere qualunque patologia. Solo una visita cardiologica con relativo ecocardiogramma rivela un prolasso della mitrale. Tale patologia, forse allora ancora poco conosciuta, mi viene comunicata dal cardiologo con poco tatto e molta preoccupazione. Da quel momento ho somatizzato ogni piccolo disturbo in maniera abnorme tanto da cadere in uno stato depressivo ansioso di pertinenza psichiatrica. Mi sono dunque rivolta allo psichiatra-analista che dopo un periodo di psicoanalisi, con esito solo in parte positivo, ha fatto una diagnosi di disturbo somatoforme. Da subito la scelta di qualunque farmaco si è rivelata fallimentare. Gli effetti collaterali localizzati soprattutto a livello cardiorespiratorio talmente insopportabili da indurre lo specialista a sospendermi la cura prima ancora di verificarne il risultato. Quanti tentativi andati a vuoto e quante notti insonni! In questa situazione che stava diventando ingestibile, lo psichiatra è dovuto ricorrere ai neurolettici. Avevo l'età di sua figlia e credo gli sia costato molto averlo dovuto comunicare ai miei; io volevo solo star bene e mi sono completamente affidata a lui. Inizio la cura con zyprexa 5mg portati in breve a 2,5 + mezzo Prozac 20 ,mezzo control 1 mg. Detta cura, non priva di effetti collaterali, sono riuscita comunque a portarla avanti fino a trarne giovamento. Tutto bene dunque fino a quando lo scorso anno il mio compagno si è dovuto sottoporre ad un delicato intervento agli occhi con rischio di cecità che mi ha creato un forte stress emotivo con ricaduta. Ho dovuto assumere gradualmente zyprexa 10 mg, Prozac 20, control 1mg aggiungendo cardicor 1,25 per ricomparsa di disturbi cardiorespiratori. Purtroppo zyprexa 10mg ha inciso sia sul peso (12 kg in meno di un anno) che sulla sfera sessuale. Nonostante il relativo benessere (relativo perché con 2,5 mg ricordo di essere stata meglio e di avere avuto solo un leggero incremento di peso), non vorrei che la situazione continuasse a peggiorare. Vedo anche crescere i valori del colesterolo Col.261 Hdl 46 Ldl 186 e temo in un rialzo della glicemia per il momento nei limiti. Ne ho parlato con lo psich. che sta valutando la possibilità di una riduzione del dosaggio ma non prima dell'estate. Vorrei rivolgermi al nutrizionista ma per lo psich. sarebbe sufficiente limitare il consumo di dolci e carboidrati per vedere peso e valori rientrare nella norma. Confesso il mio scetticismo al riguardo e chiedo a voi se sia meglio affidarsi da subito al dietologo per dieta e stile di vita corretti. Mi scuso per essermi dilungata oltre l'accettabile. Buon lavoro e grazie di cuore per quanto vorrete consigliarmi. Gloria
[#1]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.2k 1k 63
Gentile utente

Una dieta equilibrata può contrastare l'aumento di peso e consentirne la riduzione.

Ad essa va associata attività fisica costante.

https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/

[#2]
Attivo dal 2013 al 2019
Ex utente
Molte grazie.
Dieta

Tutto su dieta e benessere: educazione alimentare, buone e cattive abitudini, alimenti e integratori, diete per dimagrire, stare meglio e vivere più a lungo.

Leggi tutto