La terapia farmacologica

Parente depresso da 20 anni circa, età 45 anni, in seguito alla malattia posto in congedo, percepisce una pensione, non ha problemi economici, vive da solo in un condominio di un paese diverso da quello dove è cresciuto, in altra zona d'Italia. Vicina di casa sua sorella scapola, che cerca di accudirlo e di fargli da "mamma". Non effettua assiduamente la terapia farmacologica. Ha subito negli ultimi mesi due TSO a causa di aggressione alla sorella e ultimamente per aver importunato una vicina. La paura più forte è che dopo la dimissione dall'ospedale torni ad essere violento e fare del male a se stesso o altri (ha già tentato il suicidio anni addietro). Esiste il modo di ricoverarlo presso una struttura adeguata alle sue esigenze anche contro la sua volontà? Da soli noi parenti non sappiamo proprio come aiutarlo, non è per niente collaborativo quando non assume i farmaci. Grazie anticipatamente!
[#1]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.4k 1k
Lei in quale grado di parentela è con il signore?

https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/

[#2]
Utente
Utente
nipote, ma mio padre, fratello come gli altri fratelli, vivono al Sud, il paziente e la sorella in Emilia Romagna. Grazie.
[#3]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.4k 1k
La possibilità di inserimento in una struttura residenziale è valutabile sulla base dei servizi offerti dal Centro di Salute Mentale competente per residenza.
Suicidio

I dati del suicidio in Italia e nel mondo, i soggetti a rischio, i fattori che spingono a comportamenti suicidari, cosa fare e come prevenire il gesto estremo.

Leggi tutto