Come fa un medico a dire che c'è una "tendenza alla depressione"?
Salve,
sono ancora io, avrei un paio di domande che per porle allo psichiatra che mi segue dovrei aspettare un bel po' di tempo (ho appuntamenti piuttosto dilazionati).
Io avrei di mio una tendenza alla depressione, quindi con solo una relativa importanza dell'ambiente esterno. Però mi chiedo: come fate ad arrivare ad una tale conclusione? senza analisi chimico-cliniche, genetiche...
ok, l'encefalo è un organo come gli altri, se c'è alla base qualcosa che non funziona, o uno squilibrio insorge una malattia che può essere ereditaria o causata da fattori esterni...però mi piacerebbe capire come si articola la creazione della diagnosi....
Da parte mia non ci sono dubbi sull'operato del medico, è piuttosto una curiosità per capire di più ciò che ho.
Poi mi sorge una domanda di conseguenza: questa tendenza alla depressione potrebbe comportare un uso farmacologico a vita? o particolarmente prolungato? stesso vale per la necessità della terapia?
un'ultima cosa: avete dei sistemi per fa capire a famigliari e amici la condizione? Considerando che lavoro molto e sono efficiente, non sembrerei depressa....ma altre cose (alcune pure di svago) mi fanno crollare....e le continue sollecitazioni mi mettono solo ansia....
Vi ringrazio per l'attenzione.
sono ancora io, avrei un paio di domande che per porle allo psichiatra che mi segue dovrei aspettare un bel po' di tempo (ho appuntamenti piuttosto dilazionati).
Io avrei di mio una tendenza alla depressione, quindi con solo una relativa importanza dell'ambiente esterno. Però mi chiedo: come fate ad arrivare ad una tale conclusione? senza analisi chimico-cliniche, genetiche...
ok, l'encefalo è un organo come gli altri, se c'è alla base qualcosa che non funziona, o uno squilibrio insorge una malattia che può essere ereditaria o causata da fattori esterni...però mi piacerebbe capire come si articola la creazione della diagnosi....
Da parte mia non ci sono dubbi sull'operato del medico, è piuttosto una curiosità per capire di più ciò che ho.
Poi mi sorge una domanda di conseguenza: questa tendenza alla depressione potrebbe comportare un uso farmacologico a vita? o particolarmente prolungato? stesso vale per la necessità della terapia?
un'ultima cosa: avete dei sistemi per fa capire a famigliari e amici la condizione? Considerando che lavoro molto e sono efficiente, non sembrerei depressa....ma altre cose (alcune pure di svago) mi fanno crollare....e le continue sollecitazioni mi mettono solo ansia....
Vi ringrazio per l'attenzione.
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Gentile utente
Le ribadisco che le sue argomentazioni sono l'espressione dei dubbi sulla sua psicoterapia, pertanto è invitata a riportarli tutti all'interno delle sedute senza censure.
Le ribadisco che le sue argomentazioni sono l'espressione dei dubbi sulla sua psicoterapia, pertanto è invitata a riportarli tutti all'interno delle sedute senza censure.
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
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Il servizio si costituisce di risposte di tipo specialistico che non soddisfano curiosità generali su argomentazioni cliniche.
Lei rapporta tali stati a sè stessa riportando sia l'impossibilità a parlarne a breve con il suo terapeuta che nel porre fiducia nello stesso dopo che già le è stato indicato che c'è qualche problema di fiducia, dopodiché la domanda ritorna ad essere attinente alla materia "in generale"
Di fatto, tale atteggiamento andrebbe appropriatamente discusso con il suo terapeuta, in quanto è evidente che lei è confusa e non sa quale decisione prendere.
In ogni caso, informarsi sulla materia ed altre cose di questo genere non la porterà ad una decisione ponderata e l'unico mezzo resta il colloquio clinico.
Lei rapporta tali stati a sè stessa riportando sia l'impossibilità a parlarne a breve con il suo terapeuta che nel porre fiducia nello stesso dopo che già le è stato indicato che c'è qualche problema di fiducia, dopodiché la domanda ritorna ad essere attinente alla materia "in generale"
Di fatto, tale atteggiamento andrebbe appropriatamente discusso con il suo terapeuta, in quanto è evidente che lei è confusa e non sa quale decisione prendere.
In ogni caso, informarsi sulla materia ed altre cose di questo genere non la porterà ad una decisione ponderata e l'unico mezzo resta il colloquio clinico.
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 3.1k visite dal 07/05/2013.
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