Ansia post ricaduta doc

Gentili Dott.ri,
cerco di essere sintetico.
Quattro mesi fa ho avuto una ricaduta, dopo tanti anni di ottime condizioni, di un disturbo ossessivo che si è ripresentata unitamente a forti ed alternanti stati angosciosi.
Faccio presente che qualche settimana prima della ricomparsa dei suddetti sintomi ho cominciato ad avere strani problemi di insonnia mai avuti prima in situazioni di benessere.
Il mio psochiatra di fiducia mi ha riaumentato il dosaggio della fluvoxamina, che prendevo da anni a dosaggio di 50 mg al giorno, gradualmente fino a 300 mg al giorno. I sintomi ossessivi e i gravi stati di angoscia sono praticamente scomparsi in 3 settimane, ma il giorno immediatamente successivo è comparso uno stato d'ansia continuo con forti capogiri. Tale condizione si è aggravata nei giorni successivi per circa 2 settimane che ho pratocamente trascorso nel letto. Nelle successive 4 settimane la situazione è migliorata lasciando solo una sensazione di aria in gola soprattutto al risveglio. Purtroppo da quasi 2 mesi lo stato d'ansia è aumentato insieme alla ricomparsia di capogiri e l'aumento della sensazione di "aria in gola" e solo un paio di volte si sono intervallati 2-3 giorni migliori.
Attualmente la situazione è abbastanza insopportabile, non riesco a fare praticamente niente, fatico a lavoro e piango spesso.
Le mie domandi sono:
- è normale questo prolungato peggioramento dopo che nei primi 2 mesi la situazione stava progressivamente migliorando (adesso ne sono trascorsi complessivamente 4)?
- dato che sono quasi scomparse le ossessioni, questo stato d'ansia può essere dovuto agli effetti collaterali e alle attivazioni della fluvoxamina?
- in tale ipotesi, perchè non avevo avuto tali effetti in passato quando ne assumevo 300 mg /die?
- e potrebbe essere indicata solamente una diminuzione del dosaggio?
- essendo stato praticamente bene per tanti anni (l'ultima ricaduta risale a molti anni fa), tornerò a tale condizione?
Vi prego datemi consigli perchè voglio guarire.
Faccio anche presente che tra pochi giorni ho la visita dallo specialista per fare il punto della situazione.
Ringrazio in anticipo.
[#1]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.2k 1k 248
Gentile utente,

Potrebbe trattarsi di una dose eccessiva, se questi sintomi non erano compresi tra quelli che aveva in partenza. E' però la dose a cui aveva risposto, quindi come prima mossa è logica, lo specialista valuterà se in questo caso può semplicemente ridurla.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Mi fa piacere che mi abbia risposto Lei, Dott. Pacini e innanzitutto La ringrazio.
So di aver formulato molte domande, ma chiedo se quindi a suo parere è verosimile che questo sintomo ansioso sia un effetto collaterale di attivazione.
Scusi se glielo domando, ma ha mai riscontrato una situazione simile in altri pazienti?Se è un effetto del farmaco, vorrei sapere perchè l'ansia si è aggravata velocemente e per un paio di settimane, ma dopo è calata quasi del tutto per altre 2 settimane, ma sono ormai due mesi che si è assestata su livelli medio-alti.
Grazie.
[#3]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.2k 1k 248
Gentile utente,

Dato il tempo che è passato, tempo entro cui vi è adattamento al farmaco e comparsa dell'effetto terapeutico (prima 12 settimane per un doc) si può ipotizzare semplicemente che alcuni sintomi (non-doc) siano presenti per un fenomeno appunto di iperstimolazione. Se invece sono sintomi che rimangono una volta tolti quelli del doc, il ragionamento è diverso, ovvero il farmaco funziona ma non completamente.
[#4]
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Grazie Dott. Pacini per la risposta.
Questi sintomi non erano presenti alla ricomparsa del doc, ma si sono presentati dopo 3 settimane, il giorno immediatamente successivo alla scomparsa dell'alternante forte senso di angoscia e la quasi totale scomparsa del pensiero ossessivo.
Quindi la comparsa dei sintomi ansioni è avvenuta dopo solo 3 settimane, ma perdura tuttoggi.
Non essendo stata presente dall'inizio, non capisco se è imputabile al farmaco; ed in questo caso non mi spiego il suo perdurare. Se, invece, è un sintomo non dipendente dal farmcao, perchè è comparso successivamente?
Scusi Dottore, ma con le cure adeguate, se ne esce bene tornando alla condizione pre-ricaduta?
Grazie ancora.
[#5]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.2k 1k 248
Gentile utente,

Se è dovuto al farmaco, il suo persistere si spiega perché non sempre si sviluppa adattamento a qualsiadi dose del farmaco, quindi è possibile.

"Scusi Dottore, ma con le cure adeguate, se ne esce bene tornando alla condizione pre-ricaduta?"

Mai porsi domande sul futuro: hanno risposte scontate che non possono che essere del tipo "forse" "in genere" etc.
[#6]
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Salve Dottore,
ho effettuato la visita dallo psichiatra. Lui afferma che mi ristabilirò completamente come ho sempre fatto.
Purtroppo ieri, il giorno della visita, il capogiro era diminuito di intensità, ma dalla sera è aumentato enormemente come nella prima fase avvenuta a febbraio.
Faccio fatica a parlare con le persone e mi sento distaccato da tutto mentre mi sento logorare dentro. Sto soffrendo molto e, come le ho detto, non capisco il perchè di questi peggioramenti dell'ultimo mese, dopo essere migliorato nelleprime settimane.
Lo psichiatra mi ha riprescritto il surmontil 25 mg da assumere 1/2 al mattino, 1/2 al pomeriggio e 1 la sera, naturalmente unitamente alla fluvoxamina.
La prego Dottore mi aiuti anche Lei perchè così sto davvero malissimo. Il momento è davvero duro.
Grazie davvero e spero mi risponda presto perchè in questo momento la mia esistenza è diventata sofferenza e comincio ad aver paura di non uscirne.
[#7]
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Salve Dottore,
spero di non crearLe troppo fastidio con i miei post, ma avrei davvero piacere, nonchè bisogno, di ricevere le sue risposte che a volte mi aiutano ad affrontare la fase più difficile in attesa che i farmaci facciano pieno effetto.
La ringrazio nuovamente.
[#8]
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Gentili Dott.ri,
non voglio disturbare troppo, ma ci terrei davvero a ricevere i Vs. pareri in merito alla mia condizione descritta nei post precedenti.
Ringrazio vivamente.
[#9]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.2k 1k 248
Gentile utente,

Premessa tecnica: se sollecita la risposta non ottiene risposte più rapide, non esiste tecnicamente alcun meccanismo di sollecito.

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Detto questo, non ha bisogno di porsi domande. Attendere che i farmaci facciano effetto è più facile senza porsi domande, perché le domande che si pone come avrà notato sono nient'altro che espressione di ansia e angoscia, quindi non sono da prendere alla lettera con risposte tranquilizzanti o di dettaglio. Il suo cervello è intuivamente in grado di capire che quelle tranquillizzanti sono tranquillizzanti (e quindi funzionano ma per poco), mentre quelle che danno dettagli per tranquillizzarla in maniera razionale finiscono per creare più confusione nella sua testa.
[#10]
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Ringrazio innanzitutto per le risposte.
Vorrei avere una risposta riguardo alla spiegazione del seguente sintomo.
Dato che quando aumenta la condizione ansiosa con le vertigini, mi sento per molte ore ed avolte per giorni in uno stato come di triste chiusura mentale (come un velo triste che ingabbia la mia mente), questo sintomo è da considerarsi ansioso o invece un'attivazione depressiva?
Grazie
[#11]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.2k 1k 248
Gentile utente,

Questo mi sembra appunto il genere di domande che in sé non hanno un gran significato, rispondono più a categorie che ha posto Lei, oppure per definizione la risposta c'è già. L'uso dell'interazione con gli specialisti per porre domande come queste peggiora la capacità di evitare le ossessioni e moltiplica il numero dei dubbi, oltretutto aumentandone la complicazione e confondendo i termini.
Lei comunichi al medico quel che sente e come sta, non ragionamenti su cosa potrebbe o non potrebbe avere, o chiarimenti su dettagli tecnici o termini tecnici che poi Lei interpreta secondo sue immagini o concetti, e non per quello che realmente significano.
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