Una continua deambulazione
Mio padre – 80 anni – da tanti anni soffre di pesanti problemi digestivi, gestiti con domperidone e - frequentemente - con assunzione di digestivo a base di acido acetilsalicilico e bicarbonato, il tutto a dosi crescenti nel corso del tempo; circa 2 mesi fa tali farmaci hanno cessato di essere efficaci. Al senso di oppressione allo stomaco causato dalla digestione difficoltosa (6-8 ore) si è improvvisamente unito un continuo forte senso di agitazione interna (stomaco/basso ventre/gambe) che durava tutto il giorno – più acutamente durante le ore successive all’assunzione di cibo.
Tale agitazione non gli consentiva di stare fermo, costringendolo ad una continua deambulazione per avvertire meno questa sensazione insopportabile (impossibile anche dormire).
Abbiamo avviato somministrazione di metoclopramide e bromazepam ed effettuato i seguenti esami:
Gastroscopia: (negativa - solo evidenziata infiammazione duodenale ritenuta ininfluente sul problema); ecoaddome: (negativo); esami sangue: (sostanzialmente regolari - unica anomalia nota da anni una modesta insufficienza renale); esami valori tiroide (regolari), esame sangue occulto feci (negativo), siamo in attesa di esito Tac senza contrasto (risonanza non praticabile in quanto portatore di pace maker)
Lo stato di agitazione permaneva: ci siamo quindi rivolti al neurologo che ha individuato una causa ansiogena del problema e ha prescritto una terapia mirata innanzitutto ad eliminare il problema urgente dell'agitazione: (dosi giornaliere)
paroxetina 30 ml 10 mg(15 gocce) alzaprolam (3 pastiglie da 0,50 mg) flurazepam (1 pastiglia)
La cura nelle dosi indicate ha eliminato l’agitazione; il senso di oppressione riveniente dalla digestione difficoltosa è più tollerabile, ma mio padre è nel frattempo sprofondato in uno stato di totale depressione (non mostra alcun interesse per il mondo circostante),di profonda stanchezza (vuole stare coricato a letto tutto il giorno in stato di dormiveglia - si alza solo per i bisogni e per mangiare – anche se con poco appetito) con passaggi a vuoto mentali (frequentemente mostra di non rendersi conto degli accadimenti intorno a sé, sbaglia i nomi delle persone etc). A seguito consiglio di riduzione del dosaggio (alla sera mezza pastiglia alzaprolam anziché una) l’agitazione ha fatto sporadica ricomparsa.
A questo punto ci è stato prospettato avviare una terapia più specificamente psichiatrica.
Cio' premesso, le domande che pongo sono:
a) gli esami finora svolti possono ritenersi abbastanza esaurienti per ritenere che l’origine dello stato di agitazione che ha colpito mio padre sia di natura psichiatrica?
b) Se il malessere fosse effettivamente di natura psichiatrica è possibile ipotizzare l'esistenza di una terapia che consenta un sia pur parziale recupero della vita attiva?
Grazie infinite per il Vs cortese seguito
Tale agitazione non gli consentiva di stare fermo, costringendolo ad una continua deambulazione per avvertire meno questa sensazione insopportabile (impossibile anche dormire).
Abbiamo avviato somministrazione di metoclopramide e bromazepam ed effettuato i seguenti esami:
Gastroscopia: (negativa - solo evidenziata infiammazione duodenale ritenuta ininfluente sul problema); ecoaddome: (negativo); esami sangue: (sostanzialmente regolari - unica anomalia nota da anni una modesta insufficienza renale); esami valori tiroide (regolari), esame sangue occulto feci (negativo), siamo in attesa di esito Tac senza contrasto (risonanza non praticabile in quanto portatore di pace maker)
Lo stato di agitazione permaneva: ci siamo quindi rivolti al neurologo che ha individuato una causa ansiogena del problema e ha prescritto una terapia mirata innanzitutto ad eliminare il problema urgente dell'agitazione: (dosi giornaliere)
paroxetina 30 ml 10 mg(15 gocce) alzaprolam (3 pastiglie da 0,50 mg) flurazepam (1 pastiglia)
La cura nelle dosi indicate ha eliminato l’agitazione; il senso di oppressione riveniente dalla digestione difficoltosa è più tollerabile, ma mio padre è nel frattempo sprofondato in uno stato di totale depressione (non mostra alcun interesse per il mondo circostante),di profonda stanchezza (vuole stare coricato a letto tutto il giorno in stato di dormiveglia - si alza solo per i bisogni e per mangiare – anche se con poco appetito) con passaggi a vuoto mentali (frequentemente mostra di non rendersi conto degli accadimenti intorno a sé, sbaglia i nomi delle persone etc). A seguito consiglio di riduzione del dosaggio (alla sera mezza pastiglia alzaprolam anziché una) l’agitazione ha fatto sporadica ricomparsa.
A questo punto ci è stato prospettato avviare una terapia più specificamente psichiatrica.
Cio' premesso, le domande che pongo sono:
a) gli esami finora svolti possono ritenersi abbastanza esaurienti per ritenere che l’origine dello stato di agitazione che ha colpito mio padre sia di natura psichiatrica?
b) Se il malessere fosse effettivamente di natura psichiatrica è possibile ipotizzare l'esistenza di una terapia che consenta un sia pur parziale recupero della vita attiva?
Grazie infinite per il Vs cortese seguito
[#1]
Gentile utente,
attenderei l'esito della TAC e mi chiedo se non sia stata effettuata una TAC encefalo perche' presumo che stia parlando di un TAC addome.
Comunque la fenomenologia presente correlata ad una problematica somatica deve poter escludere fenomeni molto frequenti nell'eta' anziana.
A mio parere, una volta escluse tali cause, come sembra aver fatto il neurologo, l'orientamento verso il trattamento psichiatrico e' il piu' giusto.
Ritengo che la TAC encefalo sia dirimente in questo senso.
Il trattamento prescritto e' certamente valido, personalmente vista l'eta' di suo padre avrei prescritto delle molecole con meno metaboliti attivi e probabilmente le dosi sono un po' alte per suo padre.
Effettui una Tac encefalo e si rivolga ad uno specialista nuovamente per una rivalutazione.
attenderei l'esito della TAC e mi chiedo se non sia stata effettuata una TAC encefalo perche' presumo che stia parlando di un TAC addome.
Comunque la fenomenologia presente correlata ad una problematica somatica deve poter escludere fenomeni molto frequenti nell'eta' anziana.
A mio parere, una volta escluse tali cause, come sembra aver fatto il neurologo, l'orientamento verso il trattamento psichiatrico e' il piu' giusto.
Ritengo che la TAC encefalo sia dirimente in questo senso.
Il trattamento prescritto e' certamente valido, personalmente vista l'eta' di suo padre avrei prescritto delle molecole con meno metaboliti attivi e probabilmente le dosi sono un po' alte per suo padre.
Effettui una Tac encefalo e si rivolga ad uno specialista nuovamente per una rivalutazione.
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#2]
Utente
Egregio Dottore
effettivamente ho dimenticato di chiarire che la TAC effettuata è riferita a cranio - encefalo.
A questo punto, atteso quanto da Lei gentilmente indicato, non appena in possesso dell'esito dell'esame, procederemo con un consulto specialistico.
Grazie ancora per il parere fornito
Cordiali saluti
R
effettivamente ho dimenticato di chiarire che la TAC effettuata è riferita a cranio - encefalo.
A questo punto, atteso quanto da Lei gentilmente indicato, non appena in possesso dell'esito dell'esame, procederemo con un consulto specialistico.
Grazie ancora per il parere fornito
Cordiali saluti
R
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 5.3k visite dal 13/05/2008.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Tumore del colon retto
Cos'è il tumore del colon retto? Test del sangue occulto, colonscopia e altri esami da fare per la prevenzione. I polipi del colon e le altre cause.