Abbuffate incontrollabili

Salve, sono un ragazzo di 22 anni, affetto da colite ulcerosa. Da diverso tempo sono in cura dallo psicologo per ansia e ultimamente distimia. Sono in cura con Paroxetina 20 mg da due mesi al giorno più Mesalazina e Azatioprina per la malattia intestinale. Il problema è che da qualche anno a questa parte mangio in maniera inappropriata e il pensiero del cibo pervade intere giornate e, quando cerco di allontanarlo, esso diventa ancora più forte, portandomi ad assumere una quantità immensa di calorie. Sono sempre in cerca di soluzioni per il controllo del cibo o della diuresi in erboristeria, ma mi sto rendendo conto che sono solo dei tentativi di compensare il tutto. Lo specialista che mi ha valutato, su richiesta dello psicoterapeuta (psicoanalista), mi ha diagnosticato una depressione cronica, con la necessità della Paroxetina 20 mg (in passato l'Escitalopram non è stato utile). Circa un mese fa ho chiesto se era il caso di aumentare la dose siccome mi sentivo sempre depresso, ma lui ha detto che ha visto molti miglioramenti. Ora, distanza di un altro mese, posso dire: sì, è vero, sono meno ansioso e meno depresso, ma il pensiero del cibo è veramente ossessivo e domina la mia vita. Fino a due o tre anni fa pesavo 20 Kg in meno (ora sono più di 85 Kg su 167 cm). Devo dire il vero che allo specialista non mi sono espresso in questi termini (ho parlato in maniera superficiale del cibo attribuendolo a un sintomo di depressione). Sabato vedo di parlarci. Ora vi chiedo, consapevole che non potete fare diagnosi è prescrizioni on line (sono un futuro infermiere): sarebbe sensata l'assunzione di una dose di paroxetina in relazione a un probabile DOC? Io non ce la faccio più, e sembra che ne psicologi e ne psichiatri mi capiscano, attribuendo tutto al carattere (lo psicologo) o ad ansia-depressione (neurologo). Io invece mi sento dominato dal pensiero del cibo e non riesco assolutamente a controllarmi!
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.3k 1k
Gentile utente,

non è possibile considerare il problema relativo alla assunzione incontrollata di cibo come un DOC in quanto è presente una codificazione differente per i disturbi del comportamento alimentare, se di essi si tratta effettivamente.

Allo stato attuale, la presenza di una maggiore propensione al cibo dovrebbe poter escludere anche cause metaboliche che possono essere la causa principale anche dell'aumento di peso.

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Utente
Utente
Grazie per aver prontamente risposto. Ho fatto varie analisi per escludere problemi metabolici. L'endocrinologo mi ha diagnosticato un ipocorticosurrenalismo iatrogeno (assunzione di corticosteroidi), sono stato in cura con il Cortone Acetato e ora i livelli di cortisolo e ACTH si sono normalizzati. Ho fatto varie indagini ormonali: tutto ok. Negativa anche la curva glicemica con carico di 75 g di glucosio. Io invece avverto proprio dei pensieri riguardo al cibo. Avevo nominato il DOC siccome penso si tratti di alimentazione compulsiva (ora non so esattamente come risulta nei vostri manuali diagnostici, se non sbaglio Binge Eating Disorder o qualcosa del genere). Ho provato a mettermi a dieta (prescritta da un dietologo), ma non ho retto più di qualche settimana. Penso al cibo anche quando sono sazio, talmente sazio da crepare in corpo, ma continuerei a mangiare. Sono stato fin da piccolo di buon appetito, ma ultimamente è veramente incontrollabile la cosa. La cosa certa è che psicologicamente mi sento distrutto, ma i medici vogliono evitare effetti collaterali. La psicoterapia è molto utile, ma non la avverto come sufficiente perchè quando arriva il pensiero del cibo è incontrollabile (anche se faccio un'attività soddisfacente, la più bella che possa esistere, il pensiero del cibo è dominante). Lo psicologo, ritenendo che ci sia una base psicologica, mi ha suggerito di pensare a dei piaceri diversi dal cibo. Niente! Non funziona! E io ingrasso sempre più.
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Utente
Utente
Domani comunque chiederò se sia il caso di passare a un'altra molecola più specifica per questi disturbi (sempre se reputa sia questa la diagnosi).
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.3k 1k
Sarebbe il caso di discutere con i suoi curanti di trattare in modo più specifico questo sintomo, in quanto l'uso di paroxetina può comunque aumentare la propensione ad assumere grandi quantità di cibo.
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Dr. Stefano Garbolino Psichiatra, Psicoterapeuta, Sessuologo 2.5k 36
Gentile utente,

aggiungo che una stretta collaborazione fra i vari specialisti (psicologo, psichiatra, nutrizionista, gastroenterologo) è elemento di forza nel superare in modo ottimale le problematiche esposte.

Cordialmente
www.psichiatriasessuologia.com

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