Domande sul disturbo bipolare e sul rapporto medico paziente
Buongiorno,
rivolgendovi a voi al momento chiarisco la mia situazione
per ricercare al meglio una linea di comportamento adeguata alla mia
situazione, rimanendo nell'ipotesi che mi è stato diagnosticato un
Disturbo bipolare I con manifestazioni psicotiche, e per questo
motivo sono stato portato dallo psichiatra a febbraio e ricoverato, sotto mia richiesta,
a marzo dell'anno scorso. Ho seguito una terapia a base di serenase gtt 20+20+20
depakin 300 0+0+1 e tavor 2,5 mg cp, 1/2+1/2+1, con il tempo mi sono ripreso
e dopo una sceneggiata di rabbia in cui prendevo a pugni le porte, in quanto non
desideravo rimanere dentro ancora per un altro mese, sono stato lasciato andare.
Ho fortissi dubbi riguardo la diagnosi, ed il medico che mi ha in cura, non so se sia
la prima a causare la seconda o viceversa, la situazione è questa, sostanzialmente
mi sono ritrovato con un medico che mi ha chiamato cinno e stupido per un periodo
abbastanza lungo, lasciandolo fare finche ho avuto la possibilità, ora sto preparando
un consulto con un secondo medico per confermare la diagnosi, della quale non ho
avversione essendoci già stati in famiglia casi non dissimili. Il dubbio in primo luogo
è generato dal fatto che mi sia stata diagnosticata molto tardi, ovvero, l'apice l'ebbi
raggiunto a novembre dell'anno prima, con forti "paranoie" tanto che, essendo stato un *
assiduo utilizzatore di canapa, durante quel periodo la lascia stare rimanendo fino a dicembre
chiuso in casa terrorizzato da una cospirazione globale nei miei confronti atta alla mia
distruzione. (dal quel periodo ad ora ho fumato solo altre tre volte, quando ho chiesto al
mio psichiatra di essere ricoverato marzo 2012, a giugno 2012 ad una festa insieme a dell'adderall, e a novembre 2012 avendo trovato in casa una dose da 1,5 g di canapa) da allora non ne faccio più uso.
Essendo stata presa così in ritardo, ed avendo avuto UNA allucinazione dovuta ad un
particolare quantitativo della stessa, ed avendo raccontato tutto quanto al mio psichiatra,
il quale tuttora ritiene che ne faccia uso e mi ritrovo a dover sopportare una persona che,
oltre ad un comportamento, il quale per la mia sensibilità risulta maleducato, mi ricorda
in continuazione l'uso di sostanze stupefacienti (paradossalmente ad una persona che
almeno prova a farne meno, quindi peggiora la situazione irritandomi), uno degli aspetti
fondamentali è che non ho mai avuto una depressione pensieri tendenti al suicidio ecc..
tranne forse quando mi è stato prescritto un antidepressino per la seconda fase del disturbo in
questione, comunque non mi è stato tenuto per molto tempo quindi probabilmente lo deve
aver alleviato essendo stato preso per tempo qualora la diagnosi sia quella corretta.
Ora riguardo ad un secondo consulto, il quale avviene per ragioni di incompatibilità fra me ed il mio
psichiatra, come mi dovrei comportare? Ritenete sia un comportamento adeguato?
* riguardo a quel periodo mi ricordo davvero poco.
rivolgendovi a voi al momento chiarisco la mia situazione
per ricercare al meglio una linea di comportamento adeguata alla mia
situazione, rimanendo nell'ipotesi che mi è stato diagnosticato un
Disturbo bipolare I con manifestazioni psicotiche, e per questo
motivo sono stato portato dallo psichiatra a febbraio e ricoverato, sotto mia richiesta,
a marzo dell'anno scorso. Ho seguito una terapia a base di serenase gtt 20+20+20
depakin 300 0+0+1 e tavor 2,5 mg cp, 1/2+1/2+1, con il tempo mi sono ripreso
e dopo una sceneggiata di rabbia in cui prendevo a pugni le porte, in quanto non
desideravo rimanere dentro ancora per un altro mese, sono stato lasciato andare.
Ho fortissi dubbi riguardo la diagnosi, ed il medico che mi ha in cura, non so se sia
la prima a causare la seconda o viceversa, la situazione è questa, sostanzialmente
mi sono ritrovato con un medico che mi ha chiamato cinno e stupido per un periodo
abbastanza lungo, lasciandolo fare finche ho avuto la possibilità, ora sto preparando
un consulto con un secondo medico per confermare la diagnosi, della quale non ho
avversione essendoci già stati in famiglia casi non dissimili. Il dubbio in primo luogo
è generato dal fatto che mi sia stata diagnosticata molto tardi, ovvero, l'apice l'ebbi
raggiunto a novembre dell'anno prima, con forti "paranoie" tanto che, essendo stato un *
assiduo utilizzatore di canapa, durante quel periodo la lascia stare rimanendo fino a dicembre
chiuso in casa terrorizzato da una cospirazione globale nei miei confronti atta alla mia
distruzione. (dal quel periodo ad ora ho fumato solo altre tre volte, quando ho chiesto al
mio psichiatra di essere ricoverato marzo 2012, a giugno 2012 ad una festa insieme a dell'adderall, e a novembre 2012 avendo trovato in casa una dose da 1,5 g di canapa) da allora non ne faccio più uso.
Essendo stata presa così in ritardo, ed avendo avuto UNA allucinazione dovuta ad un
particolare quantitativo della stessa, ed avendo raccontato tutto quanto al mio psichiatra,
il quale tuttora ritiene che ne faccia uso e mi ritrovo a dover sopportare una persona che,
oltre ad un comportamento, il quale per la mia sensibilità risulta maleducato, mi ricorda
in continuazione l'uso di sostanze stupefacienti (paradossalmente ad una persona che
almeno prova a farne meno, quindi peggiora la situazione irritandomi), uno degli aspetti
fondamentali è che non ho mai avuto una depressione pensieri tendenti al suicidio ecc..
tranne forse quando mi è stato prescritto un antidepressino per la seconda fase del disturbo in
questione, comunque non mi è stato tenuto per molto tempo quindi probabilmente lo deve
aver alleviato essendo stato preso per tempo qualora la diagnosi sia quella corretta.
Ora riguardo ad un secondo consulto, il quale avviene per ragioni di incompatibilità fra me ed il mio
psichiatra, come mi dovrei comportare? Ritenete sia un comportamento adeguato?
* riguardo a quel periodo mi ricordo davvero poco.
[#1]
Gentile utente,
non é possibile fare per via telematica una diagnosi di un qualsiasi disturbo perché solo attraverso un colloquio clinico si possono indagare e reperire tutte le varie informazioni cliniche che sono necessarie per fare una diagnosi e stabilire una corretta terapia. Inoltre credo sia fondamentale che si crei una corretta ed adeguata relazione terapeutica con il suo medico di fiducia perché è la base per aiutarsi nel migliore modo possibile.
Se avesse un disturbo bipolare le consiglio questo riferimento che può aiutarla a conoscere meglio la sua malattia.
https://www.medicitalia.it/blog/psichiatria/3187-la-psicoeducazione-nel-disturbo-bipolare.html
Cordiali saluti.
non é possibile fare per via telematica una diagnosi di un qualsiasi disturbo perché solo attraverso un colloquio clinico si possono indagare e reperire tutte le varie informazioni cliniche che sono necessarie per fare una diagnosi e stabilire una corretta terapia. Inoltre credo sia fondamentale che si crei una corretta ed adeguata relazione terapeutica con il suo medico di fiducia perché è la base per aiutarsi nel migliore modo possibile.
Se avesse un disturbo bipolare le consiglio questo riferimento che può aiutarla a conoscere meglio la sua malattia.
https://www.medicitalia.it/blog/psichiatria/3187-la-psicoeducazione-nel-disturbo-bipolare.html
Cordiali saluti.
Dr. Matteo Preve
Specialista in Psichiatria e Psicoterapia Cognitiva
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2k visite dal 04/04/2013.
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Approfondimento su Disturbo bipolare
Il disturbo bipolare è una patologia che si manifesta in più fasi: depressiva, maniacale o mista. Scopriamo i sintomi, la diagnosi e le possibili terapie.