Diagnosi disturbo bipolare?
Salve,
un caro amico ha un figlio di 24 anni al quale è stato appena diagnosticato un disturbo bipolare. Il ragazzo ha avuto due forti crisi depressive negli ultimi due anni della durata di circa 30 giorni cadauna seguite da due leggere fasi ipomaniacali di più lunga durata. Ora sarebbe in una di quest'ultime.
Alla prima visita lo psichiatra dopo soli venti minuti di colloquio ha diagnosticato il disturbo bipolare e somministrato una terapia urgente (Carbolithium 300 Depakin 300 Olanzapina 10) Ha poi consigliato al ragazzo di rinunciare da subito agli studi universitari all'estero per effettuare la cura a casa.
Forse per il doppio "shock" (rinuncia alla scuola e diagnosi) il ragazzo rifiuta senza mezzi termini la terapia e, se prima purtroppo faceva abbastanza uso di alcol e un uso più moderato di cannabis, dopo questi eventi la cannabis è diventata il suo rifugio con un uso quasi spasmodico, mentre con l'alcol ha smesso.
Il suo psicologo dopo essersi consultato con lo psichiatra dice che non può far molto nel breve perchè ci vorranno tempi lunghi per convincere il ragazzo a iniziare la cura.
I quesiti:
- Puo' essere che la diagnosi non è corretta ed è solo un problema di sostanze?
- Se la diagnosi è corretta la famiglia quale strategia di comportamento dovrà adottare per opporsi al rifiuto della terapia?
- La terapia ha efficacia se il ragazzo non smette di assumere sostanze?
Vi ringrazio sentitamente per una Vostra cortese risposta.
un caro amico ha un figlio di 24 anni al quale è stato appena diagnosticato un disturbo bipolare. Il ragazzo ha avuto due forti crisi depressive negli ultimi due anni della durata di circa 30 giorni cadauna seguite da due leggere fasi ipomaniacali di più lunga durata. Ora sarebbe in una di quest'ultime.
Alla prima visita lo psichiatra dopo soli venti minuti di colloquio ha diagnosticato il disturbo bipolare e somministrato una terapia urgente (Carbolithium 300 Depakin 300 Olanzapina 10) Ha poi consigliato al ragazzo di rinunciare da subito agli studi universitari all'estero per effettuare la cura a casa.
Forse per il doppio "shock" (rinuncia alla scuola e diagnosi) il ragazzo rifiuta senza mezzi termini la terapia e, se prima purtroppo faceva abbastanza uso di alcol e un uso più moderato di cannabis, dopo questi eventi la cannabis è diventata il suo rifugio con un uso quasi spasmodico, mentre con l'alcol ha smesso.
Il suo psicologo dopo essersi consultato con lo psichiatra dice che non può far molto nel breve perchè ci vorranno tempi lunghi per convincere il ragazzo a iniziare la cura.
I quesiti:
- Puo' essere che la diagnosi non è corretta ed è solo un problema di sostanze?
- Se la diagnosi è corretta la famiglia quale strategia di comportamento dovrà adottare per opporsi al rifiuto della terapia?
- La terapia ha efficacia se il ragazzo non smette di assumere sostanze?
Vi ringrazio sentitamente per una Vostra cortese risposta.
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Gentile utente,
La situazione non è delle migliori. La diagnosi è coerente con la cura, e il tipo di rifiuto anche. E' una proposta plausibile che la cura sia iniziata a casa e non all'estero, anche perché come si è visto la persona non aderisce alla cura qui, figuriamoci all'estero. Non è un consiglio per la vita, è solo un'indicazione per l'inizio della cura, cioè i primi mesi.
La cannabis altera le capacità percettive e di giudizio, nei bipolari favorisce il delirio e l'aggressività, al di là delle ragioni per cui le persone dichiarano di assumerla. Avere smesso con l'alcol per aumentare la cannabis non mi sembra una scelta di principio, è un comportamento che chiaramente non facilita il miglioramento della situazione, già precluso con il rifiuto della cura a priori, per motivi assolutamente futili (che significa rifiurare la diagnosi ?).
La situazione non è delle migliori. La diagnosi è coerente con la cura, e il tipo di rifiuto anche. E' una proposta plausibile che la cura sia iniziata a casa e non all'estero, anche perché come si è visto la persona non aderisce alla cura qui, figuriamoci all'estero. Non è un consiglio per la vita, è solo un'indicazione per l'inizio della cura, cioè i primi mesi.
La cannabis altera le capacità percettive e di giudizio, nei bipolari favorisce il delirio e l'aggressività, al di là delle ragioni per cui le persone dichiarano di assumerla. Avere smesso con l'alcol per aumentare la cannabis non mi sembra una scelta di principio, è un comportamento che chiaramente non facilita il miglioramento della situazione, già precluso con il rifiuto della cura a priori, per motivi assolutamente futili (che significa rifiurare la diagnosi ?).
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 1.8k visite dal 29/03/2013.
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