Disturbo schizoaffettivo e non risposta a farmaci
Buongiorno Dottori,
Vi scrivo in un attimo di lucidità.
Sono malato cronico di non so che cosa....depressione, disturbo schizoaffettivo, psicosi senza che i farmaci assunti mi abbiano dato un beneficio seppur minimo.
Sono stato oggetto di valutazione psichiatrica nel 2010 anche se sono sempre stato depresso. La valutazione psichiatrica effettuata presso il Policlinico della mia città recita: al momento del colloquio sono soddisfatti i criteri per Disturbo Schizoaffettivo Tipo Bipolare. SCID II: sono soddisfatti i criteri per disturbo Borderline con tratti Istrionici e Depressivi della Personalità. Poi la terapia con stabilizzanti classici, litio, valproato, tolep, antidepressivi di 2 generazione ( tutti nessuno escluso). Nel mentre son scattati i ricoveri per accertamenti....diagnosi disturbo schizoaffettivo subcronico con esacerbazioni acute, quindi aggiunta prima di Seroquel poi Abilify (oggi 30mg 2 al di).
Diversi gli accessi al pronto soccorso ove lo specialista scriveva rallentamento ideativo e motorio. Il paziente è disorientato,confuso, molte dispercezioni uditive che gli procurano fastidio. Riferisce di sentirsi in una dimensione parallela. Viene consigliato al paziente di ricoverarsi in regime volontario ma il paziente non accetta. Si rimanda al CSM di pertinenza.
Altre volte sempre al PS per stato di agitazione con dispercezioni uditive e visive...trattato con ansiolitico i.m.
Son seguito da due anni al CSM da una dottoressa la quale ha mantenuto intatta la terapia che mi fu prescritta in ospedale: Abilify 30 x 2, Depakin 500 mattina e 300 la sera, Venlafaxina 75, ed EN gocce, 30,30,60.
Durante l'ultima visita è stato chiesto da chi mi accompagnava (non parlavo in quel periodo) perchè la terapia non produce effetti e la sig.ra Dott.ssa ha risposto " E' fatto così c'è solo da acquisire consapevolezza"....come dire "Non c'è' speranza" peraltro "è affetto da M. di Behcet con interessamento neurologico, io non ho armi". Aggiungo che di regola vengo visitato dalla psichiatra una volta ogni 4 mesi perchè non c'è spazio per me visto che gli utenti del servizio sono più di 5000.
Comunque ho fatto per due anni psicoterapia e la psicoterapeuta ieri, 26.03.2013. ha detto che avverte che sta venendo meno la mia collaborazione e io le ho spiegato che non ho fiducia in niente e nessuno ormai. Ho interrotto psicoterapia e farmaci...Stamattina non ho preso niente. Ieri mi sono tagliato l'ennesima volta.
Possibile che nessuno mi possa dare una mano, aldilà delle definizioni nosocomiali o come si dice, cosa ho? Come posso venirne fuori? Esiste un centro serio dove valutano il paziente seguendolo possibilmente non ogni 4 mesi???
Vi scrivo in un attimo di lucidità.
Sono malato cronico di non so che cosa....depressione, disturbo schizoaffettivo, psicosi senza che i farmaci assunti mi abbiano dato un beneficio seppur minimo.
Sono stato oggetto di valutazione psichiatrica nel 2010 anche se sono sempre stato depresso. La valutazione psichiatrica effettuata presso il Policlinico della mia città recita: al momento del colloquio sono soddisfatti i criteri per Disturbo Schizoaffettivo Tipo Bipolare. SCID II: sono soddisfatti i criteri per disturbo Borderline con tratti Istrionici e Depressivi della Personalità. Poi la terapia con stabilizzanti classici, litio, valproato, tolep, antidepressivi di 2 generazione ( tutti nessuno escluso). Nel mentre son scattati i ricoveri per accertamenti....diagnosi disturbo schizoaffettivo subcronico con esacerbazioni acute, quindi aggiunta prima di Seroquel poi Abilify (oggi 30mg 2 al di).
Diversi gli accessi al pronto soccorso ove lo specialista scriveva rallentamento ideativo e motorio. Il paziente è disorientato,confuso, molte dispercezioni uditive che gli procurano fastidio. Riferisce di sentirsi in una dimensione parallela. Viene consigliato al paziente di ricoverarsi in regime volontario ma il paziente non accetta. Si rimanda al CSM di pertinenza.
Altre volte sempre al PS per stato di agitazione con dispercezioni uditive e visive...trattato con ansiolitico i.m.
Son seguito da due anni al CSM da una dottoressa la quale ha mantenuto intatta la terapia che mi fu prescritta in ospedale: Abilify 30 x 2, Depakin 500 mattina e 300 la sera, Venlafaxina 75, ed EN gocce, 30,30,60.
Durante l'ultima visita è stato chiesto da chi mi accompagnava (non parlavo in quel periodo) perchè la terapia non produce effetti e la sig.ra Dott.ssa ha risposto " E' fatto così c'è solo da acquisire consapevolezza"....come dire "Non c'è' speranza" peraltro "è affetto da M. di Behcet con interessamento neurologico, io non ho armi". Aggiungo che di regola vengo visitato dalla psichiatra una volta ogni 4 mesi perchè non c'è spazio per me visto che gli utenti del servizio sono più di 5000.
Comunque ho fatto per due anni psicoterapia e la psicoterapeuta ieri, 26.03.2013. ha detto che avverte che sta venendo meno la mia collaborazione e io le ho spiegato che non ho fiducia in niente e nessuno ormai. Ho interrotto psicoterapia e farmaci...Stamattina non ho preso niente. Ieri mi sono tagliato l'ennesima volta.
Possibile che nessuno mi possa dare una mano, aldilà delle definizioni nosocomiali o come si dice, cosa ho? Come posso venirne fuori? Esiste un centro serio dove valutano il paziente seguendolo possibilmente non ogni 4 mesi???
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Gentile utente,
dispiace molto leggere dal suo racconto quanto stia male e quanto faccia fatica a trovare riscontri a suo beneficio.
Quello che le posso suggerire è di ribadire presso il centro in cui è seguito tali necessità, tenendo conto che, verosimilmente, la frequenza delle visite è stabilita non tanto dal numero di pazienti in carico ma da tipo di monitoraggio necessario.
Certo se lei non accetta le indicazioni trattamentali il tutto è ancora più complicato.
La inviterei pertanto a non effettuare iniziative personali in tema di medicinali ma di seguire le raccomandazioni degli specialisti.
dispiace molto leggere dal suo racconto quanto stia male e quanto faccia fatica a trovare riscontri a suo beneficio.
Quello che le posso suggerire è di ribadire presso il centro in cui è seguito tali necessità, tenendo conto che, verosimilmente, la frequenza delle visite è stabilita non tanto dal numero di pazienti in carico ma da tipo di monitoraggio necessario.
Certo se lei non accetta le indicazioni trattamentali il tutto è ancora più complicato.
La inviterei pertanto a non effettuare iniziative personali in tema di medicinali ma di seguire le raccomandazioni degli specialisti.
Cordialmente
www.psichiatriasessuologia.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 4.1k visite dal 27/03/2013.
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