Ciclotimia: passa o si convive per tutta la vita?
Cari dottori,
dopo 4 anni di psicoterapia ad orientamento analitico e quasi 1 di terapia farmacologica (depakin + zoloft), mi chiedo se dalla ciclotimia (questa è la diagnosi) si può guarire o se invece vi si deve convivere per tutta la vita.
Il mio analista (un medico e psicoterapeuta) dice che ho fatto numerosi passi avanti, e anche lo psichiatra mi dice di non spaventarmi se ho delle oscillazioni d'umore.
Mi fido di loro, né vorrei tradirli chiedendo un parere esterno, probabilmente vorrei delle rassicurazioni...è di me che non mi fido più. Perché nel momento in cui sembra che stia respirando (=vagamente serena e contenta della vita) ecco che il giorno dopo sono nervosa e il giorno dopo ancora triste. O magari non mi sento lucida, per non parlare della confusione mentale.
Quando ho crisi di rabbia non mi riconosco più, perché in teoria sarei una persona dolce e disponibile (così mi dicono).
O ancora: mi dicono che io sono una persona dinamica dalle mille risorse, ma io non riesco a recuperare i miei interessi (ne avevo tantissimi) né la gioia di vivere. Quest'ultimo è lo stato più recente, anche se sembra mi stia riprendendo (per 2 mesi: casa in disordine, inappetenza, trascuratezza, fatica a lavorare e a fare tutto, voglia di stare nel letto).
Il punto è che non ho polarizzazioni nette dell'umore ma queste oscillazioni "lievi", ravvicinate, che mi rendono difficile vivere, e temo di far soffrire chi mi sta accanto.
Sarei sempre stata così...tanto che per lungo tempo ho pensato (me lo hanno fatto credere in famiglia) che è un mio tratto caratteriale...
Mi sono molto rivista nell'articolo del Dr. Pacini sulla percezione che il paziente ha di sé (soprattutto se è bipolare), cioè che non riconoscerà mai lo stato euforico ma temerà la depressione (dato che per lui è normale essere su di giri); e mi ha un po' angosciato l'articolo sui sintomi residui della depressione.
Cosa dite: se ci si impegna, tra farmaci e analisi, si 'guarisce'?
Grazie
ps. anche adesso per esempio ho la sensazione di non essermi spiegata bene e di aver lasciato qualcosa di non detto...
dopo 4 anni di psicoterapia ad orientamento analitico e quasi 1 di terapia farmacologica (depakin + zoloft), mi chiedo se dalla ciclotimia (questa è la diagnosi) si può guarire o se invece vi si deve convivere per tutta la vita.
Il mio analista (un medico e psicoterapeuta) dice che ho fatto numerosi passi avanti, e anche lo psichiatra mi dice di non spaventarmi se ho delle oscillazioni d'umore.
Mi fido di loro, né vorrei tradirli chiedendo un parere esterno, probabilmente vorrei delle rassicurazioni...è di me che non mi fido più. Perché nel momento in cui sembra che stia respirando (=vagamente serena e contenta della vita) ecco che il giorno dopo sono nervosa e il giorno dopo ancora triste. O magari non mi sento lucida, per non parlare della confusione mentale.
Quando ho crisi di rabbia non mi riconosco più, perché in teoria sarei una persona dolce e disponibile (così mi dicono).
O ancora: mi dicono che io sono una persona dinamica dalle mille risorse, ma io non riesco a recuperare i miei interessi (ne avevo tantissimi) né la gioia di vivere. Quest'ultimo è lo stato più recente, anche se sembra mi stia riprendendo (per 2 mesi: casa in disordine, inappetenza, trascuratezza, fatica a lavorare e a fare tutto, voglia di stare nel letto).
Il punto è che non ho polarizzazioni nette dell'umore ma queste oscillazioni "lievi", ravvicinate, che mi rendono difficile vivere, e temo di far soffrire chi mi sta accanto.
Sarei sempre stata così...tanto che per lungo tempo ho pensato (me lo hanno fatto credere in famiglia) che è un mio tratto caratteriale...
Mi sono molto rivista nell'articolo del Dr. Pacini sulla percezione che il paziente ha di sé (soprattutto se è bipolare), cioè che non riconoscerà mai lo stato euforico ma temerà la depressione (dato che per lui è normale essere su di giri); e mi ha un po' angosciato l'articolo sui sintomi residui della depressione.
Cosa dite: se ci si impegna, tra farmaci e analisi, si 'guarisce'?
Grazie
ps. anche adesso per esempio ho la sensazione di non essermi spiegata bene e di aver lasciato qualcosa di non detto...
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Gentile Utente,
si è spiegata benissimo e comprendo pienamente le sue emozioni ma non deve perdersi d'animo e continuare con costanza e motivazione il percorso terapeutico che sta seguendo, dal quale trarrà, progressivamente, ulteriori benefici, incrementando la sua capacità di gestione delle oscillazioni dell'umore e permettendole il raggiungimento di un migliore equilibrio emotivo.
Cordialmente,
si è spiegata benissimo e comprendo pienamente le sue emozioni ma non deve perdersi d'animo e continuare con costanza e motivazione il percorso terapeutico che sta seguendo, dal quale trarrà, progressivamente, ulteriori benefici, incrementando la sua capacità di gestione delle oscillazioni dell'umore e permettendole il raggiungimento di un migliore equilibrio emotivo.
Cordialmente,
Dr. Giovanni Lo Turco
http://www.giovanniloturco.it
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 23.8k visite dal 27/03/2013.
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