Anginofobia
Egregio Dottore,
mi chiamo Marco ho 39 anni e dal Novembre 1996 sono malato di Sclerosi Multipla, sono ancora deambulante ma solo per brevi tragitti e con la stampella. Per spostamenti più lunghi uso la carrozzina.
Sono sempre stato un soggetto tendenzialmente ansioso sin dall’infanzia, ho iniziato a fare uso di ansiolitici dal 1995.
Attualmente assumo 4 cp di Alprazolam 0,50 al dì.
Dal 2004 ho iniziato anche a prendere un antidepressivo.
All’inizio prendevo la Paroxetina, poi cambiata con la Sertralina e attualmente prendo la Duloxetina, 1 cps al dì.
Si potrebbe facilmente dedurre che questa ansia e questa depressione siano causate dalla Sclerosi Multipla, non nego che sia così, ma credo che questa patologia influisca solo per un 40%.
Il problema principale e che mi reca un enorme disagio è che soffro di Anginofobia (la paura di deglutire e rimanere soffocati). Avendo fatto i dovuti esami è stato escluso un problema organico ma bensì di natura psicologica.
Cosa facilmente riconducibile a diversi episodi avuti durante il corso della vita, specialmente nell’infanzia. Episodi in cui il cibo prendeva la via sbagliata ed entrava nella trachea (con conseguente attacco di panico).
Non dico che l’Anginofobia è grave al punto di aver paura addirittura di ingoiare la saliva, ma in certi periodi evito di mangiare per la paura.
Prima di mettermi a tavola devo aver preso l’ansiolitico, e/o devo essere in un periodo sereno.
Tutto questo oserei dire che è quasi più invalidante della Sclerosi Multipla.
Come può ben capire evito anche di andare a cena fuori o da amici.
Vorrei tanto risolvere questo problema e condurre una vita malgrado tutto, “normale”.
Per intenderci, riuscire finalmente a mangiare un piatto di spaghetti senza esserne terrorizzato.
Mi dica secondo lei potrò risolvere questa situazione?
La ringrazio tanto e spero in una sua risposta.
Le porgo distinti saluti.
Marco
mi chiamo Marco ho 39 anni e dal Novembre 1996 sono malato di Sclerosi Multipla, sono ancora deambulante ma solo per brevi tragitti e con la stampella. Per spostamenti più lunghi uso la carrozzina.
Sono sempre stato un soggetto tendenzialmente ansioso sin dall’infanzia, ho iniziato a fare uso di ansiolitici dal 1995.
Attualmente assumo 4 cp di Alprazolam 0,50 al dì.
Dal 2004 ho iniziato anche a prendere un antidepressivo.
All’inizio prendevo la Paroxetina, poi cambiata con la Sertralina e attualmente prendo la Duloxetina, 1 cps al dì.
Si potrebbe facilmente dedurre che questa ansia e questa depressione siano causate dalla Sclerosi Multipla, non nego che sia così, ma credo che questa patologia influisca solo per un 40%.
Il problema principale e che mi reca un enorme disagio è che soffro di Anginofobia (la paura di deglutire e rimanere soffocati). Avendo fatto i dovuti esami è stato escluso un problema organico ma bensì di natura psicologica.
Cosa facilmente riconducibile a diversi episodi avuti durante il corso della vita, specialmente nell’infanzia. Episodi in cui il cibo prendeva la via sbagliata ed entrava nella trachea (con conseguente attacco di panico).
Non dico che l’Anginofobia è grave al punto di aver paura addirittura di ingoiare la saliva, ma in certi periodi evito di mangiare per la paura.
Prima di mettermi a tavola devo aver preso l’ansiolitico, e/o devo essere in un periodo sereno.
Tutto questo oserei dire che è quasi più invalidante della Sclerosi Multipla.
Come può ben capire evito anche di andare a cena fuori o da amici.
Vorrei tanto risolvere questo problema e condurre una vita malgrado tutto, “normale”.
Per intenderci, riuscire finalmente a mangiare un piatto di spaghetti senza esserne terrorizzato.
Mi dica secondo lei potrò risolvere questa situazione?
La ringrazio tanto e spero in una sua risposta.
Le porgo distinti saluti.
Marco
[#1]
Gentile Utente,
potrà risolvere sicuramente il problema, il medico che la sta seguendo per esempio potrebbe associare all'attuale terapia un ciclo di psicoterapia comportamentale al fine di decondizionarla dal disturbo,
Saluti
potrà risolvere sicuramente il problema, il medico che la sta seguendo per esempio potrebbe associare all'attuale terapia un ciclo di psicoterapia comportamentale al fine di decondizionarla dal disturbo,
Saluti
Dr G. Nicolazzo
Specialista in Psichiatria
Psicoterapeuta
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.9k visite dal 04/03/2013.
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