Terapia farmacologica

Mia madre, nata nel 1935, è in cura psichiatrica dal 2008: “anomalie comportamentali costituite da affaccendamento, iperfamiliarità e disinibizione in un verosimile quadro di decadimento cognitivo, vedi TAC encefalo “
(La TAC: “sfumati segni di leucopatia di significato ischemico cronico”).
Nel 2009 lo psichiatra certifica “una volta impostata terapia con Rivotril 0,5 mg die e Aloperidolo 2mg die, la paziente ha dimostrato di essere più gestibile e controllata".
Negli anni la terapia è stata più volte adattata e ora mia madre assume:
ore 13: Rivotril 0,5
ore 21: Risperidone 1mg Rivotril 1mg
Da 15 gg è stato aggiunto Felison 15 mg, alle 22, per evitare la deambulazione notturna.
Ultimamente, il peggioramento nelle facoltà cognitive e nelle autonomie personali, che c’è sempre stato ma piuttosto graduale, è stato molto evidente: farfugliamento, uso di parole di senso sbagliato, frasi assolutamente incoerenti, rigidità e lentezza nei movimenti.
In attesa del programmato controllo psichiatrico, desidererei avere un parere sulla terapia farmacologica.
Ringrazio per la cortese attenzione e cordialmente saluto.

Riporto anche la terapia “non psichiatrica” per completezza:
Eutirox 100
Ticlopidina 2cp x 250mg
Valsartan 80 mg
Nebivolo 5 mg
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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161
Il peggioeramento clinico potrebbe dipendere dalla condizione di base oppure, anchem da alcuni effetti dei farmaci assunti. E' opportuno segnalare questo peggioramento allo specialista, in modo tale da valutare quale sia la possibile causa e prendere gli opportuni provvedimenti.
Cordiali saluti

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it