Obblighi verso malati mentali
G.li Medici ho alcuni quesiti da porvi riguardo la salute di mio fratello.
E' una persona adulta a cui di recente è stato diagnosticato un disturbo paranoide di personalità in seguito a un ricovero dopo un episodio di violenza in famiglia per presunti atti persecutori. A distanza di circa un anno ha già smesso di prendere i farmaci anche se non saprei dire quando. I suoi comportamenti sono tornati quelli prima del ricovero (isolamento, sospettosità verso tutto e tutti,disoccupazione, no la violenza per ora e per fortuna). Lui nega la sua malattia e non accetta le cure, cosa che purtroppo ho capito essere tipica di queste malattie.
Mi chiedevo, che tipo di obblighi legali esistono verso questi malati?
In generale so che ci sono obblighi alimentari verso i fratelli se questi non riescono a vivere da soli.
Mi chiedevo se esiste anche un obbligo a convivere con questi malati qualora non abbiano un'abitazione o se in tal caso interverrebero i servizi sociali per evitare almeno una convivenza difficile e per me angosciante, oltre che pericolosa.
I medici dell'SPDC mi hanno detto che difficilmente nel suo caso gli viene data una pensione di invalidità perchè se si cura sta bene. In effetti con le cure sembrava tornato "normale". E' una sorta di delirio lucido, dal punto di vista dei ragionamenti non ha alcun deficit, ha solo queste forti paranoie verso tutti.
Sottolineo che per ora vive con i miei ma la casa non è di proprietà. E' una persona violenta e aggressiva verso oggetti e persone a causa di queste presunte persecuzioni. C'è il rapporto dei carabinieri che testimonia la sua aggressione e il ricovero, e le sue paranoie sono molto forti anche nei miei confronti.
Se il giorno che i miei non ci saranno più e lui perderà un eventuale posto di lavoro, c'è il rischio che mi obblighino a convivere con lui??
Avrebbe comunque diritto a agevolazioni per trovare lavoro vista la malattia??
Se dovessero ripetersi le aggressioni e rifiuta le cure, cosa potrei fare??
Grazie per la disponibilità e per le vostre risposte.
E' una persona adulta a cui di recente è stato diagnosticato un disturbo paranoide di personalità in seguito a un ricovero dopo un episodio di violenza in famiglia per presunti atti persecutori. A distanza di circa un anno ha già smesso di prendere i farmaci anche se non saprei dire quando. I suoi comportamenti sono tornati quelli prima del ricovero (isolamento, sospettosità verso tutto e tutti,disoccupazione, no la violenza per ora e per fortuna). Lui nega la sua malattia e non accetta le cure, cosa che purtroppo ho capito essere tipica di queste malattie.
Mi chiedevo, che tipo di obblighi legali esistono verso questi malati?
In generale so che ci sono obblighi alimentari verso i fratelli se questi non riescono a vivere da soli.
Mi chiedevo se esiste anche un obbligo a convivere con questi malati qualora non abbiano un'abitazione o se in tal caso interverrebero i servizi sociali per evitare almeno una convivenza difficile e per me angosciante, oltre che pericolosa.
I medici dell'SPDC mi hanno detto che difficilmente nel suo caso gli viene data una pensione di invalidità perchè se si cura sta bene. In effetti con le cure sembrava tornato "normale". E' una sorta di delirio lucido, dal punto di vista dei ragionamenti non ha alcun deficit, ha solo queste forti paranoie verso tutti.
Sottolineo che per ora vive con i miei ma la casa non è di proprietà. E' una persona violenta e aggressiva verso oggetti e persone a causa di queste presunte persecuzioni. C'è il rapporto dei carabinieri che testimonia la sua aggressione e il ricovero, e le sue paranoie sono molto forti anche nei miei confronti.
Se il giorno che i miei non ci saranno più e lui perderà un eventuale posto di lavoro, c'è il rischio che mi obblighino a convivere con lui??
Avrebbe comunque diritto a agevolazioni per trovare lavoro vista la malattia??
Se dovessero ripetersi le aggressioni e rifiuta le cure, cosa potrei fare??
Grazie per la disponibilità e per le vostre risposte.
[#1]
Gentile Utente,
in situazioni particolari, che deve essere il Giudice Tutelare a valutare, su proposta motivata dei familiari, dei servizi sociali e dei servizi psichiatrici se necessario, si può nominare un" amministratore di sostegno" una figura diversa dal Tutore e dal Curatore,
Saluti
in situazioni particolari, che deve essere il Giudice Tutelare a valutare, su proposta motivata dei familiari, dei servizi sociali e dei servizi psichiatrici se necessario, si può nominare un" amministratore di sostegno" una figura diversa dal Tutore e dal Curatore,
Saluti
Dr G. Nicolazzo
Specialista in Psichiatria
Psicoterapeuta
[#2]
Ex utente
G.le Dr Nicolazzo la ringrazio per la sua risposta.
So solo vagamente cosa siano queste figure ma non penso mio fratello ne abbia bisogno: non fa cose strane, non sperpera soldi, niente di questo tipo.
Diventa aggressivo per queste paranoie e rifiuta le cure. Attualmente si controlla molto come dicevo ma può sempre peggiorare ovviamente.
Il mio timore è che io possa essere obbligato a vivere con lui se non riesce/vuole lavorare. Per questo vi chiedevo se ha qualche agevolazione in merito. E se c'è un modo per convincerlo a curarsi.
Parlare con lui è difficile perchè percepisce tutto in modo persecutorio.
So solo vagamente cosa siano queste figure ma non penso mio fratello ne abbia bisogno: non fa cose strane, non sperpera soldi, niente di questo tipo.
Diventa aggressivo per queste paranoie e rifiuta le cure. Attualmente si controlla molto come dicevo ma può sempre peggiorare ovviamente.
Il mio timore è che io possa essere obbligato a vivere con lui se non riesce/vuole lavorare. Per questo vi chiedevo se ha qualche agevolazione in merito. E se c'è un modo per convincerlo a curarsi.
Parlare con lui è difficile perchè percepisce tutto in modo persecutorio.
[#3]
l'amministratore di sostegno è una figura relativamente nuova che non ha solamente la gestione economica del paziente ma si interessa in senso più generale di tutte le problematicità del caso e comunque mantiene i collegamenti con i servizi sociali e sanitari, non necessariamente deve essere un familiare.
Nel caso specifico mi sembra prioritaria l'adesione alle terapie, per questo lei deve tenere stretti contatti con il Centro Psico Sociale dell'Ospedale di competenza, in modo che la terapia venga assunta regolarmente e se i medici reputano utile anche mediante somministrazione di farmaci iniettivi a lunga durata d'azione,
Saluti
Nel caso specifico mi sembra prioritaria l'adesione alle terapie, per questo lei deve tenere stretti contatti con il Centro Psico Sociale dell'Ospedale di competenza, in modo che la terapia venga assunta regolarmente e se i medici reputano utile anche mediante somministrazione di farmaci iniettivi a lunga durata d'azione,
Saluti
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 17.8k visite dal 19/02/2013.
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